MDXIII, OTTOBRE. 174 che ognun tende al fato suo, e chi ha mal suo danno. Tamen dii tutto si de’ ringraliaj*Dio; e se omeni semo e volemo servar il decoro nostro, non dovemo disperarse, ma posta da canto ogni passione non 104* mancar da le debite provision, maxime quelli ch’è al governo, perchè essendo la materia precipua de la forteza,le cose adverse, quando major è la adver-sità, tanto die l’animo accendersi, e come la palma al peso reinforzarsi, etc. Daniel di Lodovici secretano dii provedador Griti, date in Treviso. 105 A dì 10, la matina. In Colegio vene Andrea Rosso era secretarlo dii provedador Loredan, e fo dal Priucipe dicendo Dio l’Iw fato scapolar. Antonio Mazaruol cogitor è resta preson in Vicenza. E come è certo ch’el suo patron sier Andrea Loredan è sta morto, qual si ha per più vie, in questo modo : che l’era nel squadron di la balaia, e visto nostri erano posti in rota, volse far far allo e tolse una bandirola di man di uno di cavali lizieri facendo alto, e non potea, tanto che veneno i nimici e lo preseno con do ferite. Et essendo menato in una casa a miedi-garsi, senti gran rumor ; era preson di uno bressan e uno napolitano, el qual disse : « Che è quello ? » Li fo ditto era il viceré passava, e lui li pregò dovesse menarlo su la strada, acciò potesse raccomandarsi al viceré. El qual fo compiacesto, e menato, e in quella furia di cavalcata veneno do spagnoli e dimandò : « Chi é questo prexon ? » Li fo ditto : iì Uno di proveditori venitiani. » E loro disse : « È questo voglio, » e li dete dii stoco e l’amazoe li dandoli più di 10 l'eride, e cussi esso povero prove-dilor lini la sua vita. E questo è certo. Di Padoa, fo letere di eri sera, dii captiamo generai. Zercha li fanti é li n. 3300 fin qui e feva le resegne, e aria cominziato a dar danari di ducati 5000 era lì in Padoa. E scrive longo di alcuni soi pensieri, e non si manchi de danari e qualche numero di fanti di questa terra; perché omnino voi manlenir Padoa. I nimici sono a Vicenza, chi dice voleno venir a ruinar Citadela, chi dize a Barbaran, e voleno tuor l’impresa di Padoa, altri dice di Treviso, e però si fazi provisione, e altre particularilà. Di rettori e del provedador Moro da Padoa. In conformila. Di la morte di sier Andrea Loredan e il modo come ho ditto di sopra, e che manca assà capi quali non parelio, e si provedi, eie. Di Zuan Paulo Baion governador generai nostro, fo leto una lettera sor ita a dì 9 in Vicenza, drizata a la Signoria nostra. Come si duol dii caso intervenuto, ma gratta Dei è vivo e sano e preson lì, e spera, mediante quelli signori, le cosse sue anderano bene, e presto sarà liberato. Fo scritlo a Padoa eri et ozi più letere. Zercha l’aterar il foso feva il capilanio zeneral e li repari roti refarli. Etiopi fo scrito a sier Nicolò Pasqualigo era podestà a Vizenza qual è a Padova, vengi via al suo piacer. El qual fo molto imputato di aver serà la porta di Vicenza e calà la sarasinescha, per il qual serar é seguito la morie di tanti valenti homenì che sì l’era aperta si salvavano, et almeno erano fati presoni. * Di Treviso, fo letere dilpodestà e capitanio sier Sebastian Moro e sier Andrea Grifi prò-curator. Zerca quelle occorentie e provision fano, e non si manchi di mandar zente da qui perchè hanno pochi fanti. Di sier Hironimo Contarmi provedador zeneral, date in Treviso eri sera. Dii zonzer suo lì con zerca fanti n.....menoe di qui a Padoa, per ubedir la Signoria nostra, e è andato. Si duol di la rota, ma si voi far da valenti omeni; qual li agrava più è la morte di Francesco suo unico fluì comba-tendo virilmente con i nimici. Fo terminato in Colegio con li Capi di X, quali steteno molto, prima scriver a Padoa faziuo venir tulli li padoani che alias fono mandati de qui licet siano al presente fuora di Padoa. Item, lassar quel spendador dii signor Prospero Colona ch’è sta retenuto in casa dii capitanio di le preson, come ho scrito di sopra. E cussi fo fatto, e con lui va sier Domenego Bon fu preson, lino li, etc. E fo per deli-beration dii Consejo di X con la zonta. Ancora fo terminato far quanti fanti si poi in questa terra a l’armamento, e fo azonto a sier Piero Querini executor etiam sier Gasparo Malipiero savio a terra ferma, i quali sentati a l’òficlo predito fevano scriver e tuor li omeni li pareva di questa terra, greci, schiavoni e albanesi, e li davano ducati tre per uno, e steteno tulio ozi a pagar lì a l’armamento. Fo mandato per li Cai di sestieri n. 12, et ordinato fazino far omeni per le contrade, etiam termi-nà averne di le arte e mestieri, e luorne dove si poi. Item, fu mandato polize alorno a li zentilhomeni oferseno pagar e prestar, e non aveano portato li danari promessi a li camerlenghi. Item, mandato per altri populari e zentilomeni e prelati, acciò imprestino a la Signoria. Item, manda per alcuni zenti-