227 MDXIII, OTTOBRE. 228 2000, San Ilironimo ducati 1000, e cussi il resto; si tien non troverà più di 4000 ducati .. . Item, che era sta parlato zercha l’andar soto Padoa o Treviso; par il viceré recusa, dicendo non aver zente bastante etc. Di Crema, di sier Bortolo Contarmi eapi-tanio, di 18. Zerca danari per quelle zente. E hanno inteso di la rota abuta; tutti stanno di mala voia, pur sono disposti a tenirsi ; e lauda it capitanio di le fantarie. * Da poi disnar, fo Pregadi per scriver a Roma, e fo comanda Consejo di X con la zonta, e fo lecto le soprascrite lettere e queste : Di sier Vicenzo Cappio provedador di Var-mada, date a Curzola a dì 12. Zerca quella ar-mada è lì, e il bisogno hanno quelli meschini aspe-tando ordine di la Signoria nostra ; e altre occorenze de li. Di Boma, fo leto le 1etere di 15 di Vorator nostro Dando. Di coloqui abuti col Papa, qual dice la Signoria se dia risolver e lassar Verona una volta e farla pace, perchè poi col tempo si potrà averla. E che lui Papa voria la Signoria avesse tutto il suo Sta-do; ma non è possibele, perchè l’Imperador è indurato a voler tener Verona, el ha con lui il re di Spagna e il re d’ingaltera. E che il re di Spagna non ha fato quel mal ch’el puoi; che s’il facesse, non si starla bene, e non si stagi su speranza di Pranza. E voi con questa pace unir la cristianità a una liga contra turchi ; con altre parole, dicendoli scrivesse a la Signoria si risolvi, e sii memore che la Signoria ave Verona prima che Padova; cussi intravenirà, e lassi ch’el tempo conzcrà il lutto, e tal parole in sostantia. Item, come l’orator di Pranza episcopo di Marsiglia, è venuto da lui oralor a parlarli : dice aver lctere di Amians di 3, come englesi erano a Tornai ancora. Item, esser ledere da Lion che la Raina avia nova ch’cl re di Scozia non era morto, ma uno suo frale- io naturai, qual avea la vesta dii Re ; e che englesi venivano verso San Quintin, e altre parole. Item, manda lettere di l’orator, di 26, tanien non fu lecte. Item, l’orator predito di Pranza disse al nostro la Signoria doveria tuor a suo stipendio il duca di Ur-bin, qual compie la ferma col Papa, et il Papa vorà dar quel titolo di capitanio di la Ghiexia al magnifico Juliano, etc. Scrive l’orator nostro: come ha inteso per bona via, il Papa voria far acordo col duca di Milan di lenir Parma e Piasenza e darli in recompenso Bergamo e Brexa. Scrive etiam di alcuni con-dulieri venuti a dirli vedano a stipendio con la Signoria nostra, nominati in le letere predite. Fo leto le letere di do savii dii Consejo, Balbi e Trivixan, di Padoa. Di coloqui abuti col capitanio zcneral dolendosi di la fortuna aula. Esso capitanio rispose: « Non vi dolete di la fortuna, che non ho auto fortuna, e lo sanno i nimici;ma di la viltà dei nostri soldati che non hanno voluto far il dover suo; e so ben che a Venecia si dice questo che ho mala fortuna ; non me incuro, mi basta che la mia fama sia in bocca de li inimici. E vi aricordo, se volete tcnir Padoa e Treviso, pagateli e fate li omeni da bene che siano premiati e quelli hanno messo la vita per vui, perchè si non farete così, perderete il Stato. 10 son disfato, ho perso cavali, arme, cariazi e quello avia; mi bisogna danari da refarmi, et atendete a 135 questo e cassar li poltroni e lenir boni omeni. » E disse di condulieri, ch’è su quel di Roma e in campo de i nimici, che veriano a nostro stipendio. Fo leto letere di Padoa e di Treviso. Dii zon-zer a Treviso 14 zentilomeni per li ofìcii, ut in lit-teris, che di loro il Pregadi molto mormorano; sono andati persone che meglio saria stesse di qui, li nomi di qual noterò qui avanti per scriver il tutto. Di Zuan Piero Stela segretario nostro, era a sguizari, da Como, di ... . Come era slà cava di roca e andava per la tera, e quel caslelan avia voluto. 11 suo star lì, li costa caro. Item, di danari, Ili-ronimo d’Ada non lo voleva servir, pur el Duca fu contento lo servisse. Li costa il cambio a rason di 6 per 100. Di sguizari nulla intende; ha scrito per saper qual cossa. E lezendosi le letere, infrò Consejo di X in cheba con il Colegio e la zonta granda. E compito di lezer le lettere, fo licentiato il Pregadi, erano ore 23, e restò pur Consejo di X fin V* ora di note ancora, e veneno zoso tutti. È da saper, in Pregadi non si fa più nulla, tutto si tratta nel Consejo di X. Ogni matina li Cai di X stanno in Colegio e maodano li altri fuora; si dice sono su queste cosse di la pace, per via di Roma. 11 Colegio non voi venir al Pregadi con scriver a Roma, perchè quelli di Pregadi sentono ussir di guerra e lassarli Verona a l’Imperador, perchè non si poi far pezo. 11 Doxe e il Colegio non sente darla, e cussi si stà a sto modo. Fo mandato eri sera a Treviso ducati -1000, e in questa sera ducali 2650 a Padoa, per pagar le zenle che sono disperate. De Ingaltera, fono letere ozi, di 15 Setem-brio in marcadanti, et maxime in li Pasqua-ligi e altri. Confermano la morte dii re di Scozia. Il sumario scriverò qui avanti.