17 MDXIIÍ, SETTEMBRE. 18 È da saper, in questi zorni, come ho scripto, fo per il Colegio deputato examinati li zenthilomeni presi per ladri. Etiam sier Baldissera da Molin qu. sier Nadal fo esaminato, licei habi la sentenlia di esser apicbato, per saper le cosse nove, e li fo dà corda. E sier Alexandro Navaier de sier Miehiel el con-sier, e l’altro si dice bastardo da cha’ Contarmi, a i qual fo dati scassi 4 per uno, non contessono; ma li Cai di X tolseno il caso in si e de ccetero sarano colegial i per il Consejo di X, per il qual Consejo fo taià una condanason, fo fata per i Signori de note, contra sier Sebas'ian Bolani qu. sier Marco, eh’ è in preson bandito per anni 10, al confín di ladri. Et par che uno sier Hironimo Miehiel di sier Nicolò, qual era bandito per il Consejo di X, mandasse a dir che avendo salvo conduto manifestaría molti ladri ; et cussi li fo fato, el vene et acusò. Fo preso uno Cornelio Miehiel bastardo qu. di sier Francesco da San Canzian, et do altri; quello di lor sarà scriverò. Noto, per il Colegio, fo terminato donar in questi zorni a domino Pindaro, nuntio dii Papa che si si parte, braza damasco numero.....; el qual partirà da malina infallanter. Da poi disnar fo gran Consejo. Non fu il Principe. Fato governador de l’intrade sier Marco Orio, fo governador a Faenza, qu. sier Piero. Vene a Consejo sier Francesco Zustinian el cava-lier conte di Carpasso, qu. sier Ferigo, e sento di soto i fìoli di Doxi e di sora di cavalieri. Fo publichà una parte, presa nel Consejo di X con la zonta a dì 30 avosto, zercha quelli compre-rano caxe e possession di rebelli, videlicet che non abino altri zudexi che li Cai di X, da queli li vorano molestar o per dote e fide coniisso, et dovendo ussir non escano, se prima non aràno da la cassa dii Consejo di X li danari aràno exborsati, e li pro’ scossi siano soi, et la Signoria li dagi tanti pro’ dii Monte nuovo, quanti loro aràno dato per comprarle; con altre clausole, ut in parte, la copia sarà qui avanti posta. Di sier Andrea Loredan provedador generai, di Padoa, osi, ore 12. Come à auto aviso certo inimici erano a Sanbonifazio, lodeschi esser intrali in Verona con le loro artellarie, et spagnoli vano a passar l’Adexe a Albarè. Si dice vano a Ponte Molin per passar Po, et che vanno in reame et farano la via di Bologna. Adì 5 la matina, fo letere di Padoa, di sier Andrea Loredan provedador zeneral, di eri sera. Come ha aviso i nimici todeschi esser intrali in I Diarii di M. Sanuto. — Tom. XVII. Verona con l’artellarie, et 2000 di loro fanti aver tolto la volta di Valdarsa, per andar a caxa. Spagnoli partì di Sanbonifazio, et passano tutta via l’Adexe a Albarè. Si dice vanno in pressa verso Bologna per tornar in reame, la causa non si sa. Scrive eri partì di suo ordine sier Nicolò Pasqualigo podestà di Vicenza, con molti vicentini, qual è andato a Vicenza a governo di la terra, etc. Et dii dito sier Nicolò Pasqualigo fo lctere, come dirò di soto. Vene 1’ orator dii Papa domino Petro di Bibie-na, perchè domino Pyndaro si parte ozi per Roma, et comunichoe alcune letere aule di Fiorenza, di 29, con avisi di Franza di 14, et di 23 di Lione. Le copie di qual avisi noterò più avanti, perchè credo di averle. Vene il capilanio zeneral nostro signor Bortolo d’ Alviano, qual questa note è zonto qui, è alozato a la Zuecha in cha’ Vendramin; con el qual etiam vene sier Nicolò Vendramin provedador, executor, et zercha 20 di soi. Hor era in sua compagnia sier Polo Capelo el cavalier, e sier Domenego Contarini stati provedadori in campo, et intrato in palazo, inteso el Principe là sua venuta, vene zoso col Colc-gio fino al pato di la scala di piera, dove abrazoe dito signor Bortolo con gran charcze, e insieme an-dono in Colegio. Era vestito dito signor Bortolo con uno zupon di raso paonazo. Ilor in Colegio dito signor Bortolo disse poche parole, come era venuto in questa terra per tratar cosse a beneficio dii Stato, poi che i nimici erano cussi repentinamente parlili, la qual partita era qualche gran cossa che non si sa ; et però richedeva di parlar in Senato, perchè, come l’averà dito la opinion sua, si el Senato ordinarà una cossa più ehe una altra, lui exeguirà. El Principe li disse eramo contenti ; ozi el tolse licentia. Aloza pur a la Zuecha a cha’ Vendramin. Et partito, fo parlato in Colegio, non è ben el vengi in Pregadi per esser gran numero; ma redur el Consejo di X con la zonta e il Colegio e li procuratori, e questo basterà, e cussi fo terminato di far, licei, si dice, alias Bortolo Coion essendo capilanio zeneral nostro, vene in Pregadi, parlò in renga poche parole, e cussi si doveva dar il Pregadi a questo capilanio, eh’ è degno, fìdelissimo e bel parlador. Et il Principe lo acompa- g gnoe zoso di la prima scala, e andò nel suo palazo; et il capitanio andò a caxa a la Zuecha con diti do patricii nominati di sopra. Era col capitanio domino Mercurio Bua et altri soi homeni d’arme, con sa-ioni d’oro e di seda, N. 8, etc. Di Vicema, fo letere di sier Nicolò Pasqua- 2