443 MDX1V, GENNAIO. 444 cencio era pericolosa, perchè li populi barano a mal sta motion di biave, poi non è bastante al bisogno dii danaro, e terza si atendi a far bone opere. Poi parlò sier Lunardo Emo, è di Pregadi, qu. sier Zuan cl cavalier, aricordò si tanxasse le pulane e porta-dori de vin eie. E nota: sier Santo Trun aricordò il Serenissimo facesse quello fe’ missier Francesco Fo-scari doxe, che tolse un impresledo zencral da chi avea danari restituendoli poi et facendoli cauti etc. Poi parlò sier Antonio Condolmer savio a terra ferma, per la parte si meteva, qual non era motion al populo, e San Tomaso diceva era licito un signor con li soi dacii ajutarsi. Poi parlò il Serenissimo, e ben dicendo non era da parlar di questo, e che l’a-vea zuralo al populo justicia, abondantia et paxe s’il poteva ; comemorò al tempo di missier Renier Zen doxe per cosa di biava fo molion in questa terra, ma non fu cussi, fu a tempo di missier Ordelafo Falier doxe, danando mollo la parte ; et compito, introe con li tre consieri sopranominati. Li rispose sier An-259 tonio Grimani procurator, savio dii Consejo, per la parte, dicendo questo Stado si aiuterà e chiameremo turchi avanti che rumar eie. Poi parloe sier Luca Trun consier danando la parte, e che si trovasse il prò’ di la imbotadura dii vin di Trevixo e altri dacii non ubligadi,e non biave; li rispose sier Francesco Bragadin savio dii Consejo. Poi parlò sier Francesco Foscari cl cavalier, savio dii Consejo, e parlò ben, dicendo non è angaria che il populo si ilebi doler, imo desiderano il ben perchè col ben nostro viveno, e maxime di le procuralie etc. Or andò le parte, et fo baloladi li capitoli a un a uno, e il Serenissimo e tre consieri, che non si parlasse di biave, ave 51 ; dii resto di sa vii 124. Et in quella dii soldo, li savii di terra ferma non fu di opinion; et in quella di dar an-garie etiam a le farine di Fonlego sier Alvise di Prioli savio a terra ferma messe, fosse il Fontego di San Marco e di Rialto exceptuado, e ave tre balote; et questa era la bona. Ora veneno zoso a ore 4 di note; quello fu preso, sarà scripto qui avanti. Di Udene, fo leto 1etere in questo Pregadi, dii loeotenente, di primo. Con avisi diCremons di Damian di Tarsia, zercha Monfalcon che si teniva ancora, et altre occorentie. Di Caorle, di sier Vicenzo Premarin podestà. Zercha i nimici sono in Maran intrati 200 fanti di novo, et hanno barche 200 in tutto, porano far mal assai e si provedi. Di Grado, di sier Zuan Francesco Pi zannano conte, di 2. Come ha aviso dii perder di Monfalcon, e il modo ut in litteris. Di Treviso, dii podestà e provedador Contarmi zeneral. Zercha danari si mandi per pagar le zente e i lavori si fa al Ponton. Noto. Fo leto, ìetere di Londra, di 6 Dezem-brio, di Antonio Davarin, drizate ai Pexari di Londra. Di gran preparamenti si fa per tempo novo per passar su la Franza ; il sumario dirò poi. Fo terminato, per il Colegio ozi, di armar barche longe al N. di 10, olirà una si arma per avanti, et mandarle fuora acciò le barche di Maran, che voles-seno venir fuora et venir a Caorle o Grado o passar in Istria non pasasseno. Et fo mandalo per sier Ilironimo da Canal capitanio di le galie di Alexandria electo, e comandatoli l’andasse sopra dite barche longe; qual libenti animo acceptoe, et cossi fo dato principio a l’armamento, a scriver li homeni per sier Piero Querini proveditor executor, et il Canal era lì presente; ma poi fu suspeso et non fo fato altro ni il Canal andoe. Die 4 Januarij 1513 (1514) in Rogatis. 259* L’anderà parte : che li formenti che se mande-rano a molin fuor de questa nostra città, over che se masenerano in la terra, et similiter le farine che masenerano de fuora per uso de questa nostra città, pagar debano soldi quatro per staro, et la soprascritta gravezza se intenda durar per anni cinque proximì et non più. Item, che li frumenti che se traranno de questa nostra città, pagar debino soldi 4 per staro ultra el consueto (Ave 111). Li orzi, pagar debano ne l’ìntrar et nel uscir uno soldo per staro ultra el consueto, exceptuando da la soprascritta gravezza lutti li contadini et altri che per fugir li pericoli de la guerra avesseno conduto over condurano le sue biave in questa nostra città, per trarle poi. (Ave 25 di no, 145 di sì). Item, che tutti li formenti et farine che quomo-documque intraranoin questa nostra ciltà, tiltra il soldo per staro che pagano de presenti, pagar debano uno altro soldo per slaro (Ave 57 di no, 119 di la parte, et fu presa). A di 5. La mattina venne in Colegio domino Malatesta Baion fiol dii governador nostro, vien di Roma e di Padoa, venuto al governo di la compagnia dii padre, e con lelere dii padre date a Roma, che prega la Signoria voy esser contenta far dito suo fiol sia capo di la sua compagnia etc., e darli condu-ta. Foli ditto per il Principe, poi fatoli careze, li