323 MDXIII, NOVEMBRE. 324 E1 Re ha mandato al dito paese di Borgogna 900 homeni d’arme, 10 milia lanzichenech,quali sono stati longo tempo in campo, e quelli dii duca di Gelerli ha mandali con li soi 500 cavali, e questo oltra le gente d’arme e gente da piedi che sono in Sciampagna e Borgogna, che se zonzerano insieme, per re-cever li sguizari o altro exercito inimico da qual parte che venisseno, sia di Sciampagna, Borgogna, Lionese o Dolfinato. De la qual armada è capitanio monsignor di Barbon, che vi va in persona. E1 re ha deliberato non sparagnar in fortificatimi e provision di vituarie di le ville de la frontiera de Picardia, e voi far ben avisar se li mancherà qual cosa, e andar a Bologne per veder, etc. Noto. In altri avisi pur di Pranza, è, come il Re mandava do ambasadori a’ sguizari, ch’è il governa-dor di Borgogna e monsignor di Grue, con larghi parlidi di danari, a oferirli et concluder acordo insieme e non lassar Milan. A dì lo. È da saper, cri, per lelere aule di la Signoria, fo mandato,per uno trombeta, do lettere al viceré a Montagnana, li scrive il signor Alberto da Carpi oralor cesareo e don Hironimo de Vich ora-tor yspano sono a Roma ; credo siano zerca el levar di le ofese. Si tien non ubedirà fino non abi lelere dii Curzense. El capitanio Garavaial, ut supra, sta malissimo. Di le fabriche al baslion di la Sarazinesea si lavora poco al presente, per esser mancato le calzine; si allende a cavar li fossi atorno, ma è grandissimi fredi. 11 capitanio ogni di è li. De’inimici par abiano brusato 8 case de villani in una villa vicina Arquà chiamala Zovon, per cason di uno cavallo tolseno quelli villani de spagnoli, e non volseno render. Et è slà dito, questa note è slà visto fochi verso Arquà. Di Vicenza, di 13, hore 1 di note, dii can-zelier dii podestà. Di molti danni si fa in quella terra; bisogneria esso suo podestà vi andasse almeno con 25 fanti. Et, per il cavalaro tornato di Lonigo ha, per uno venuto di Cologna qual partì questa malina, come era lì el capitanio Arehon con 20 cavali, e il viceré é andato a la Badia. Et si aspetava in Cologna 400 cavali ad alozar; hanno comandato a Lonigo e lì intorno conduchino strame, e zà ne conduceano, e fato andar uno homo di Lonigo a Brendola e a Montebello a far conduchino strami. Fo scrito per Colegio a li rectori, savii e prove-dadori una lettera, volesseno persuader li zentilho-meni erano lì, tra li qual io ne era uno, a compir il mese e poi venir a repalriar, e non volendo rimaner, che li dovesseno dar licentia. A dì 17. Si intese i nimici aver fato danno a Arquà et bruzato le 7 caxe a Zovon, e vanno fazendo dani per il paese. In questo zorno ritornò il trombeta, fo dal viceré, con le lelere sopranominate. Rispose ut supra: é signori di la campagna, e non farà mal alcun, e per lui el schiverà quanto el potrà, ma queste cosse se trata a Roma, etc. In questa note morite qui a Padoa in casa dii calamo zeneral sul Prà di la Valle el capilanio don Alfonso Caravaial yspano, il primo capitanio poi il viceré era nel campo inimico, di età de anni ..., e di le prime fameje di Spagna, parenle dii Cardinal Santa Croce. Et morì a hore 11 con grandissima constantia; parlò fino a là fin, e sape dir la sua morte l’ora precisa più zorni avanti, quando doveva morir. Si fé far di novo l’abito di cavalier di San Jacomo, voleva aver in dosso, et esser sepulto al Santo. Et fé testamento; pregò el viceré lasciasse per amor suo Galeazo Rapeta c alcuni altri presoni per amor dii capitanio zeneral, dal qual avia auto optima compagnia. Et da poi disnar, il capilanio zeneral ordinò farli un bel exequie, e comandalo li frati di la terra e contrade, tulli col pendio, cli’é numero 24 in Padoa e non più, e preti. E reduli lutti, e il si-signor Theodoro Triulzi, sier Sebastian Moresini podestà, sier Alvise Emo capitanio era amalato, sier Cristofal Moro provedador zeneral. sier Domenego Trivisan cavalier procurator savio dii Consejo, sier Domenego Contarmi provedador zeneral, sier Alvise Loredan dii Serenissimo, sier Vicenzo Capelo provedador di l’armada, sier Nicolò Vendramin, provedador eseculor, sier Filippo Basadona paga-dor, et nui altri zenlilhomeni zercha 50, e li condu-tieri domino Zuan Paolo Manfron, e il fiol Julio, il conte Guido Rangon, domino Mercurio Bua e altri, benché pochi condutieri vi siano. E lutti reduli dal capitanio zeneral e andati al Santo, prima li frali e preti, poi 20 dopieri portati da li servitori dii capitanio zeneral, e la cassa con esso Caravaial scoperto vestito da cavalier di San Giacomo con la barda soa rossa in testa et portala da li soi homeni d’arme dii capitanio et capi di squadre. Poi tulli vi andoe drielo col capitanio zeneral con la capa negra a compagnarlo al Santo; sier Domenego Trivixan era in scarlato. E lì in chiexia sentati, fu lato uno sermon in sua laude per uno frate dii Santo; non mi parve bello. E dito 1’ oficio, fo poi tolto il corpo, e posto in una cassa, e levato in allo in coro, coperta di ve-