275 MDXIII. NOVEMBRE. 2/6 in Pregadi non melando balola, come ad all ri è slà concesso, lino l’anderà via. Ave 25 di no, 140 de si ; fu presa. Et sleteno Pregadi suso senza far alcuna cossa aspelando la risposta dii viceré, la qual zonse tardi, e l’oralor dii Papa non la potè mandar a ora a la Signoria. E cussi fu licentialo el Pregadi. Et a Padoa certissimo si ave in questa sera tulli li inimici esser ussiti di Vicenza et andavano verso Barbaran. linde il capitanio zeneral, me presente, mandoe questa note lino li Batista Tirondola Visentin, fo nostro coulestabele, per saper chi è restato, e quasi tuorla a nome di la Signoria; ma non faralcu-162* na demostration, et lo avisi dii successo. A di 4, la matina. Se intese certissimo per le'ere di Padoa il levar dei nimici di Vicenza, et esser aviali verso Lonigo e Cologna, e vanno facendo gran danni. Vene in Colegio l’orator dii Papa cou la risposta dii viceré, zonta eri sera col suo nontio vi mandoe. Qual li rispondeva non aver aulo ancora breve alcuno dii Papa; ma li prestava fede, cussi eri matina si Jevono le zente dii Papa prime, qual andava verso il Polesene per passar in Bolognese. E che il viceré con li spagnoli erano levali di Vicenza, et che ande-rà in la riviera di Salò e in brexana ; todeschi in Verona. Quali voleano brusar Vicenza; ma il viceré non lassò la brusasse. E lo letta l’altra di dito viceré. Vene l’orator dii duca di Ferara, dicendo ch’el Curzense ha mandato a dir al Duca predito, per non-lio a posta, di meter uno comissario al bastion di Crespili dove passa lutti li burcliii vien di Lombardia a Venecia. El qual Duca avia risposto bone parole, eie. Da poi disnar, fo Pregadi per scriver a Roma. Fu posto, per li consieri, salvoconduto per uno anno a sier Alvise Barbo qu. sier Zuane de li soi creditori, in la persona tantum, come ad altri è slà concesso. Ave 33 di no, 116 di si ; e fo presa. Fu poslo, per li diti, come, essendo morto el vescovo doni. Thomaso Malombra di Curzola, et avendo auto per cogilor uno domino Nicolò de Ni-conicis, al qual poi la morte predila li vien il vescoa-do, come apar per le sue bolle, che per autorità di questo Consejo sia scrito al conte di Curzola che li debbi dar il possesso dii dito vescoado di Curzola. Et fo presa. Fu posto, per li consieri, expedir li capitoli di oratori de Antivari per Colegio a bossoli e balote, qual avesseno quella autorità come fosseno presi in Pregadi. li) di no. 121 di si. Di Boma, fo lettere di l’oralor nostro, di primo. Come il Papa desiderava aver la comission libera et autentica dii compromesso si fa in Soa Beatitudine, el qual fa intender non esser per far cossa alcuna, se prima la Signoria non la intenda e contenta. Dicendo : « Senza la Signoria, Italia e la Sede apostolica e Fiorenza siariano male, e se Plmperador non si atacherà a le cosse oneste, lui Pontifice si con-zonzerà con li amatori e desideranti pace, e si sforzerà far col Curzerse, che vien a Roma, che Verona sia posta in le man sue. » Et esorta più presto a far 163 una longa trieva che pace, questo perchè Verona sla-ria in compromesso, e in questo tempo mezo l’iru-perador arà qualche novo apetito di far guera contro il duca di Geler over conira allri, e con qualche summa di danari, alora se polra trarli Verona di le man; ma dilinirla adesso con pace e lassarla, pareria la Signoria cedesse le sue rason; e altre parlicularilà ut in litteris. Le qual fo lede con grandissima credenza, perchè sono di grande importanlia. Et fo Iralalo per li savii di scriver a Roma, ma poi fu terminato indusiar a doman. E de i nimici in questa sera a Padoa se intese: come erano tutto il campo levalo di Lonigo e venuto a Cologna, et li slatino. E molli vicentini parlino di Padoa e andono a le sue possessione. Eri tamen par alcuni inimici vollono verso Vicenza per far prede; pur a la fine se retirono col campo unito a Cologna. E di ordine dii capitanio zeneral, rectori, savii e provedadori, tritandosi sier Nicolò Pasqualigo podestà di Vicenza, qual è qui a Padoa dovea mandar Alvise di Mazuchi suo canzelier lì a Vicenza, come un nostro segno per schivar molti danni si fanno da’ vilani è intrati dentro a danizarla. La qual però è vacua, et è una compassione a vederla. Pur fo terminato mandarlo solo, e cussi ozi partite. Fo mandato da Padoa a la Signoria nostra la risegna di tutti li zentilomeni venuti, et erano, e con il numero di Canti hanno a loro spese che serveno; la copia sara posta qui avanti. Dcputatione di sentilhomeni a la custodia di la ¡041) ' cità di Padoa, posti a dì primo Novembrio 1513. Al bastion di la Saracinesca. Sier Zuan Moro qu. sier Antonio, qu. sier Cabriel.......homeni 13 (4) La pagina 463* è bianca i