167 MDX1II, OTTOBRE. 168 è morto. Domino Mercurio Bua era andato col Ven-dramin e altri cavali lizieri, il signor Teodoro Triul-zi con la febre è zonlo, de altri non si sa. E questi avisi parte è in le letere publiche e parte in le letere private di essi rectori, che io vidi etc. Scrivono come sier Hironimo Contarini provedador va a Treviso justa i mandati, qual ha dolor grandissimo di la morte dii fio), etc. Sier Lunardo Emo eh’ era pur lui zonto, etiam è andato a Treviso. Di sier Nicolò Pasqualigo, era podestà di Vicenza, di ozi, di Padoa. Scrive come di ordine dii signor capitano eri le’ serar le porle di la terra, acciò volendo per qualche desordine nostri fuzer, li facesseno alto, e cussi fece, e seguì il disordine noto. Ma zonlo il darissimo Griti, vedendo non vi esser remedio a lenir quella città, li parse il meglio di salvarsi, e con lui è venuto lì a Padova, e la Signoria nostra si servì di la sua persona etc. Di Treviso, di sier Andrea Griti procura-tor, provedador zeneral, di ozi, ore 12. Come era zonto lì, venuto da Padova per far le provision si richiede, et erano zonti pochissimi homeni d’arme, imo solum 24 dii Baion, e non si sa di lui. Ben si dice domino Baldisera Signoreli suo nipote esser poco lontan di la terra; e si provedi di fanti. 100 * Di la Mota, di domino Baldisera di Scipion condutier nostro, di ozi, per nontio a posta mandate. Come, essendo zonto li per venir in qua jusla i mandati di la Signoria con la sua compagnia, e domino Ladislao Cosaza, qual ha cavali... corvati volendo etiam lui ch’el vengi, disse non voler venir per niun modo, e li disse : « Vui che seti zenthilomo di Venecia non voteti venir a aiutar la Signoria in tanto bisogno senza haver danari, et io che non son de’ vostri, vi vado. » Tamen non fo possibile el volesse venir, sichò terminò soprastar. E scrive costui è bon non lassarlo andar, perchè l’anderà da li ni-mici a Goricia, e farà mal assai in la Patria. Noto. Di Padoa è una particularità in le lettere: come il signor capitano voi si compia la fabricha di la terra, e si cavi quel fosso, dicendo voi in 8 zorni far gran cosse, e si comandi homeni per tutto. A loro rettori e provedadori non par a questi tempi, ch’è di semenar, e per li danni hanno aulo li contadini, far questo; poi non si compiria ; tamen la Signoria comandi. Fo poslo, per li savii, una lelera al capitanio zeneral : come poi è intravenuto questo disordine, non si poi far altro, solum atender a le provision, e soa excelentia per questo non si smarissi, come tenimo sia per far, perchè nui non resteremo di redur l’exercito nostro el invalidarlo, etsimilia. Fu presa. Fu posto, par li ditti, una letera al signor gover-nador Baion, qual però non si sa dove sia, ma si credeva fusse giunto a Treviso, in consonantia. Come al signor capitanio zeneral è sta scripto, et non si smarissi per questo, perchè invalidàremo lo esercito noslro e altre provision si farà, e voy alen-der a la conservation di Treviso, perchè non li man-charemo di fantarie e altre cosse necessarie. Fu presa. Fu posto, per li diti, una letera in Franza.a l’ora-tor nostro: avisarli come havemo aulo le lettere sue le ultime di 21, e inteso quanto Soa Maiestà dice voler esser in utraque fortuna con nui, e cussi vo-lemo esser con Soa Maiestà. E se lì dà aviso di la fuga ha auto nostri dal campo ispano, e la causa di l’ussir di campi nostri di Padoa e di Treviso, e come l’esercito si reinvaliderà perchè continue zonze zente a Padoa e Treviso, ecc. Fu presa. Fu posto, per li ditti, una letera a li oratori nostri a Roma, Foscari e Landò: come essendo i nimici venuti a depredar e brusar tino a Mestre usando grandissime crudeltà, parse al Senato nostro a clamori di poveri contadini far ussìr li eserciti nostri fuora di Padoa et Treviso. E inteso, i nimici lasorono di seguir l’incendii, e andò via, et reduti di là di Vicenza in certo Iodio che cerio per il sito erano rotti ma la fortuna non ha voluto : che da poi havendo coinbatuto con nostri e roto il suo primo squadron, et rinforzati li inimici, nostri si messeno in fuga e si 1021 perse tanta vittoria, qual si seguiva era la liberation de Italia. 11 capitanio zeneral è zonto in Padoa, e continue va zonzendo capi e zente. Senio per rinforzar lo exercito nostro e difendersi; non sapremo quello voiano far i nimici, quali sono intrati in Vicenza. Pertanto debino esser con la Santità Pontificia, e comunicarli questa cosa, et dirli che Soa Beatitudine provedi. Fu posto prima, per li savii, una parte, di dimandar imprestedo a banco a banco, o poter scontar in le angarie soe e di allri, e le do decime per sè, e il prò di tansa, ut in parte. El a l’incontro, sier Zorzi Corner cavalier, procurato!’, savio dii Consejo, e sier Alvise di Prioli savio a terra ferma messe voler la parte, con questo etiam fusse chiamà a banco a banco tutti, e notar quelli vorano andar o mandar zente a Padoa, e cussi tutti siano publicati si quelli vorano aiutar la patria, come quelli recuserano, et etiam (1) 11 numero delle carte nel testo segue cosi.