403 MDXIIij DICEMBRE. 404 te non è sta lede se non con li Gai di X, e fo dito che quel che portò dicle letere, quando el si partì l’orator nostro è in Pranza, li disse : « Va presto, e se tu arriva avanti le lettere spaza il Re, tu averà 60 ducati; e cussi è venuto e ancora non si sa di le-lere alcune dii Re che siano zonte. Si tien siano bone lettere per questa credenza si tien. Fo dato il castello dii Muschio soto Veja e fato castelan in vita uno Marco Alichi da Modon, qual dete a la Signoria ducali.... A dì 20, la malina. Fo letere di sier Bortolo da Mosto savio da terra ferma, provedador, etc. date soto Maran. Come in quella ora, eri ore do avanti zorno,era zonto li con zerca barche 80 et fato smontar da 40 homeni in terra, quali però erano mal armati, et li inimici comenzono a saludar la dila armada con artellarie, adeo sfornirono do barche nostre. Hanno facto certo bastion a una ponta dita San Vito. Essi inimici sono in la terra da 250 fanti tra boemi e altri, et hanno artellarie; tamen non dubita di reaverlo, maxime venendo le zente di terra come dieoo venir. Item, aspeta zonzi le 3 galie candide che dienó parer di ora in ora;ha con lui barchelonge 4 armate. • Di TJdene, fo letere dii luogotenente. Come le zente nostre erano in ordine sotto domino Baldisera di Scipion, qual con grande animo voi andar a trovar i nimici. Arà 70 homeni d’arme di quelli dilBaion che mancava a zonzer, 500 cavali lizieri in tulio e fanti usati 500, computa 250 vien di Treyiso e sarà stali quel zorno li. Etiam domino Hironitno Savor-gnan è venuto con 2000 persone, e cussi altri caste-lani; sichè voleno far fati. 1 minici erano, per quanto se intende, iì conte Cristoforo Frangipani e li altri parliti di Maran, et fanno la massa. Vene sier Nicolò Zorzi, venuto podestà e capita-nio di Caodistria, in loco dii qual è andato sier Alvise Barbaro, e referì justa il solito scusando la in-nocentia sua di quel fo calunniato, e il Principe il laudò. Di Padoa, fono letere al solito. Come pagavano danari a le fantarie e fevano le monstre e si mandi danari. 1 nimici al solito avevano fato la mon-slra a Este de quelle zente e dato danari, zoè parte pani avuti dii Veronese e parie fromenti auli dii Po-lesene e ne hanno auti stara 11 milia, adeo è abon-danlia grande di pan. Di Trevixo. Come hanno preso quelli fanti mes-seno a saco la bolega dii luganeger, e si mandi danari, e di le zente expedite per Friul e altre occor-rentie. Da poi disnar fo Consejo di X simplice, e il Colegio fo separato a consultar in materia pecuniaria. Et in questa matina fo spazà di Colegio sier Michiel Donado di sier Zuane. Toca il Colegio a quelli toccò quello di sier Nicolò Bondimier di sier Andrea, e sier Alexandrn Donado qu. sier Polo, zoè sier Luca Trun consier, sier Hironimo Duodo Cao di X, sier Orsalo Zustinian avogador, et sier Stefano Contarmi inquisì tor. Et cussi ozi fono in dito Consejo di X expedili, zoè sier Nicolò Bondimier e sier Alexandro Donado asolli e mandati questa sera a caxa, sier Michiel Donado fo confina per anni 15 a Retiino, come se pu-blicherà la sua condanason el primo Mazor Consejo, e stia in prexon fin vadi al bando. In questa matina in Rialto fo publica et bandito, da parte di Cai dii Consejo di X, in execulion di parte prese : che non si potesse far mascare per niun modo sub pcena etc., che zà se principiava a far molle mascare per la terra. È sta ben fato non si fazi, maxime in questi tempi presenti. A dì 21, fo San Tomado. Fo divulgato a bocha, per quanto disse in Colegio l’armiraio: come ha, per uno vien di Maran, nostri aver auto il bastion di San Vito di Maran. Vene in Colegio l’orator dii Papa. Da poi disnar fo Pregadi per far Consejo di X, et ledo : Di Padoa. Letere zerca danari, e come de li fanti di Rizo di Chavina era stà messo a San Zuanne alcune caxe a saco, et sì provedi, aliter intervenirà qualche gran scandolo. Si lavora tuttavia la fossa di Santa Justina con gran furia, e si fa le fondamente dii bastión de l’Impossibele. De i nimici si dice il viceré si aspetava a Este per far li pagamenti a le zente; e altre particularità. Di Trevixo, fo lettere zerca danari e quello acade de lì. Di Boma nè di Pranza non fu letto alcuna lettera, che si sa erano venute, e fo con mormoralion dii Pregadi. Fu poi leto per Gasparo di la Vedoa secretario dii Consejo di X una parie presa eri nel Consejo di X con la zonta: che de extero non si possi più acom-pagnar, e di danari si acompaguerà non si possi pagar alcuna angaria che de ccetero si melerà; con altre clausole ut in parte. La copia non sarà qui avanti. Et licentiato Pregadi a ore 11 */* di note senza far altro, et il Consejo di X con la zonta intradi, leto le letere, fo licentialo dito Consejo fin ore 3. A dì 22, la matina, in Colegio. Vene domino Mar- 236 *