141 MDXIir, OTTOBRE. ra si trova per esser inabitata, e fa quello el poi. I nimici è passati e vanno come fugati. È sta manda il Manfron e molti citadini vicentini a li passi a far su-sitar e adunar villani ; sichò tutti sono in arme. E da saper, queste letere gionseno a meza note, e non fono aperte fino questa matina, iusta la pro-inision dii Dose di non aprir letere senza do di Co-legio. E poi questa matina gionse letere di le poste venute per la via di Padoa, e tutti corseno per intender qualcossa, le qual letere erano di campo a Vicenza, dii provcdador Loredan, date eri sera a dì 4, ore do di note. Come hanno i nimici esser posti et alozati mia 5 lontano di Vicenza a l’abazia di Povolaro, e Lupia, vile verso Sandrigo. El signor capitanio non voi levarsi fino non intendi qual via tegnirano i nimici. Si fa ogni provision, tamen hanno tutti li cariazi e li bulini, e vanno molto streti, siche non è vero come scrisse avesseno lassato li cariaci e bulini per andar lizieri. Dii capitanio generai fo letere, ut supra. Come la Signoria nostra non si meraviglia si i nimici sono passati la Brenta senza loro saputa, perchè sono passati di sopra dii nostro campo mia.....e senza trombe nè tamburini da roti. Poi non era di far nula, quando ben la note si avesse inteso la levata, sì perchè per letere di la Signoria nostra scritoli col Senato desiderava el Baion e le zente di Treviso fos-seno zonte per più segurtà. Dice che s’il Baion con le zente li era driedo i nimici, come dete l’ordine, non sariano passati da paura di aver do campi l’uno davanti, l’altro da drio. E che sono i nimici in loco che è da creder siano in gran consulti qual via dieno lenir ; hanno tre vie : di Barbarano, e a questo ha provisto e converà passar lì el Baccaion; l’altra andar a Schio, e ha mandato zente a suscitar villani; l’altra per il Covolo o Vaiarsa che sono la via di monti, ch’è cativa via. E togliano qual via i voleno, li seguiterà e promette darli più roti ca prima, e si stagi di bon animo. Di sier Zuan Vituri, date apresso Noal, fo letere. Come era zonto lì eri a ore ... con 1700 villani dii Friul, et 150 cavali, e andava a la volta di Limona per conzonzersi col campo. Et inteso queste nove, tutti diceano varie opinione. Se informavano con vicentini è in questa terra qual via potriano far i nimici andar via e fuzer dal nostro campo essendo a Lupia come i sono ; chi di-cea poleno venir di soto Vicenza, andar a passar il Bacaion a Barbaran ; chi dicea di sora Vicenza, e dove nasce dito Bacajon, et andar a Vilaverla, e pa- sar al monte di la Madalena, et venir a Creazo, e passar via senza passar acqua ninna ; altri dicea trar a li monti a Malo e altri lochi, ch’è vie strete. E la Signoria volse veder el disegno dii padoan era in Colegio per questo, e li Cai di X mandono per mi per veder el desegno mio, et a caso non Phavea adosso. Sichè tutti diceva la soa opinion ; alcuni dicea : « Sono scapoli, vano via ; » altri dicea « Mi piace non siano venuti a la zornata, dubbius est eventus belli; basta l’ussir di campi, ha schivà l’incendio eli’el dito campo voleva far in trevisana, e forsi in Friul. In questa matina se intese, per persone venute di Paluelo sora la Brenta per andar a Padoa, come eri, andato a una sua possessione sier Antonio Arimondo qu. sier Nicolò, e altercandosi di parole con certo villan di la villa dicendo lui era stà quello avia messo a saco la so casa, e lui denegando, li volse dar di la spada. El villan avia una partesana, disse : « Che ! lasseme star. » E lui pur volendoli menar, el villan se li messe atorno, li taiò una man, c li dete poi tante feride che l’amazò; sichè intravene questo caso, el lo meritoe. Da poi disnar, fo Pregadi comandalo per redursi aciò si venisse lettere di campo si potesse far previsione, acadendo. Di sier Andrea Griti procurator, provcdador generai, fo letere di Dimena, ore 7. Come in quella hora si levava con il governador e alcuni cavali lizieri, e andavano baiando a trovar il capitanio a Vicenza, e le fantarie con l’artellarie li segui-riano driedo al far dii dì. Di Padoa, di rectori e provedadori generali Moro e Contarmi. In loro excusatione di quanto scrisseno il rediguarda de i nimici esser stà roto, perchè con efecto i nimici parevano rotti per le parole li disseno sier Lorenzo Loredan venuto di campo, qual diseva cussi esser,.et aver visto, etc. Sichò quanto hanno di ora in ora, li par loro debito avisar. Fo lette le lettere, e posto per li savii, il Principe, Consejo etc. un quarto di tansa a pagar a l’oficio di governadori termine a dì 10 di questo, con don di 10 per 100, da esser restituida di danari dii dazio dii vin 1514, servendo l’ordine restituir chi prima averà pagalo, e non si possi scontar ut in parte, notada qui avanti. E poi fo chiamà Consejo dì X simplice per expe-dir alcune cose loro, e non star in ocio stando aspe-tar letere, qual a tutti pareva stesse assà. E poi zerca 22 ore 7* gionse una posta di Padoa per uno di Polo