3-25 MDXI1I, NOVEMBRE. 326 luto negro con le arme, qual a modo losana, il campo zalo e un tressa negra. E lì starà. Da poi disnar, fo Colegìo di savii ad consu-lendum. Di Roma, fo letere di l’orator nostro, di 13; ma lui scrisse, di 12, da Civitavecchia. Come andò a trovar il Papa lì, et li comunicoe et expose quanto la Signoria nostra col Senato li scrisse di 7. Scrive coloquii aulì col Papa. Et el Curzense non in-trarà in Roma fino el Papa non torni; qual dovea tornar, a dì 17, etc. Di Fiorenza, in questi zorni fono letere dei X di la Balia, a domino Tetro Bibiena ora-tor pontifìcio, di 13. Acusano aver di Franza, da la corte, di 3, dal suo orator, come el Re avea deliberato mandar le zelile d’arme in guarnison, per non esser tempo di star più a la campagna, e questo fece, inteso I’ ebe il passar dii re d’Ingalterra ; qual per amor di dama era vestito di bruno lui e la la sua corte. Et per molli avisi, scozesi prosperavano su PIngalterra. Et non avendo voluto il re di Franza sottoscriver a lo acordo fu fato con sguizari, per inovesta che li diti facevano verso la Borgogna, mandava esso Re 800 lanze, fanli 14 miglia, el forzo Lan-zichenech, capitano monsignor di Barbou et Alvise d’Ars, quali si doveano conzonzer con il duca di Gelei’, et esser conira sguizari, et expedili, poi doveano venir in Italia. El sperava conzar le cosse d’acordo con ossi sguizari, li qual pareva porzesseno le ore-chie a li danari li voi dar il Re; et che inteso ebbe il Re la rota nostra restò molto mesto, et suspese la venuta di le sue zente in Italia, per certificarsi prima il danno si avea auto; et farà secondo troverà stiamo nui. È da saper, ritornoe di Mantoa fra’ Francesco Zorzi di l’ordine di San Francesco Observanle, oplimo predicalor, et ministro de la provintia, mio zerman cuxin. Dice aver di boca dii marchese : el signor Prospero Colona esser in li Urzi, et il capitanio di le fantarie nostre uscito di Crema li era con le zente intorno, et lo bombardavano; tamen lai nova non fu certa, et non fu vera, ma ben si sa, poco mancoe dito signor Prospero non fosse preso da li noslri. Di Franza, fo letere dii Bandolo orator nostro, de Bles, di 25 et 26. El in sustanlia, contengono ut supra, con altri avisi e coloquii avuti col Re. E come Soa Maestà doveva andar a Bologne a una Nostra Donna per satisfar certo voto in queste guerre. Di Spagna, di sier Zuan Badoer dotor et cavalier, orator nostro date a di 5 Octobrio. Cose vechie; il sumario dirò poi. Di Vicenza, dii canzelier, dii podestà, di 17, 191" vidi letere, di horc 16. Come, per letere di Jacomo Antonio Sarego date a Lonigo, qual è fidelissimo di la Signoria nostra, ha aviso che li degani dì Lonigo andono a Cologna per il comandamento fatoli, e quel governador spagnol li fono comandamento li me-nasseno 20 cara di paia, 20 di legna, 4 cara di vin, per fanli 400 alozati lì. Dice che ’1 vele alozar 200 liomeni d’armo, el 100 cavali lizicri a Cologna. Et che il capitanio Archon si parti marti dì Cologna, e andò dal viceré a Montagnana. Item, per una altra letera, scrive dii zonzer lì di Dardi Cavaza scrivali di la camera, con commission aula da li savii grandi che modo aliquo nè in acto, nè in segno si vengi a dimostrar quella cita sia tenuta por la Signoria 110-slra, acciò in la trieva si trata, ì nimici non possino dir lì si ha fato quello lor fanno a la Signoria nostra. Et di questo li par stranio, perchè li boni sono do lì credeva lui canzelier fusse venuto de lì per nome dii podestà, cerne terra di la Signoria nostra, et vi-veano conienti aspetando esso podestà venisse presto, e li cattivi da paura non comelono tanto mal quanto poteano far; ma quando scntisseno il contrario, non saria ni pan, ni altro in piaza, che si ha sforzato farne venir in abondanlia, non mclendo però acto alcuno in scriptura, come fono le cri-de, eie. E ha fato redur il pan a onze 14 al marcheto, è stà fati bellissimi mercadi. Et scrive l’altra sera per alcuni tristi fu preso in casa uno omo da ben de lì, e postoli una corda a li testicoli, fono sì dete taia ducali 10, e li dete ducali 3 con promission di darli il resto per luto eri, e s’il se lamentava, i lo amaze-ria. Le porte etiam si tien a nome di la Signoria; si-chè saria disordine s’il se sapesse questo. In questi zorni fo leto in Pregadi una parte alias presa nel Consejo di X, che niun oficio stagi in Co-legio, se non li deputati. E questo fono per il gran numero vi veniva; sichè de ccetero niun vi entra, se non li deputati a Colegio. A dì 18. Qui a Padoa, iusla le letere de la Si- 191* gnoria nostra,alcuni zenlilhomeni stati più dii mese, et quelli erano per li oficii, quali sono stati il suo tempo, li fo dalo licentia venisseno a repatriar. E per avanti etiam si parli sier Alvise Barbaro qu. sier Zaccaria cavalier procurator, qual alendeva a la forlification di Coalunga, et non avendo...... nè opere, tolse licentia per venir a Venecia a inetersi (i) La pagina 190" è bianca.