489 MDXIVj GENNAIO. 490 di la Signoria nostra. Timi, che essendo essi sora-comiti retenuti di più o da capilanio zeneral over provedador di l’artnada, che diti zorni se intendeno livrar soldo a la Signoria nostra li sia ubligati di pagar, dando solum al repatriar li zorni si dà per le parte prese in Pregadi. Item, che non havendo tuti li soi homeni, debino quelli trovadi apresentarli a li rectori, dove li farano scriver, el poi il loro ritorno, siano ubliga!i li tre savi sora la revision di conti, o-ver altri a chi per la Signoria nostra fusse commesso tal cargo, riveder si ben hanno tenuti tutti li homeni sono obligati, sotto pena a la refation et dii quarto di più. La copia di la qual parte sarà notada qui avanti. A dì 19. Esendo eri conzà la parte di sopraco-miti nel Consejo di X, et avendosi alcuni fatosi scriver prima, inteso queste zonte si andono a far dipenar, dicendo non pono andar niun a questo modo; sichè si conzarà. Di Padoa, fono letere di 17 et 18, zonte ozi, che per la giaza avanti non avea.no potuto venir, tamen ora barche non poi andar a Lizafu-sina e si vien per la giaza fino a San Zorzi d’A-lega. Il somario di le qual scriverò poi. Da poi disnar, fo Colegio di savii ad consulen-dum. È da saper, in questi zorni fo mandati in la Patria di Friul cavali 46 erano a Lio zà più zorni stati, venuti de qui da loro a tuor soldo. Etiam a Tre-vixo fo mandato 60 homeni marittimi a le porle. È da saper, quel tratato ho dito di Trevixo, intesi fo in questo modo, che uno Valerio Paiton bre-xan, citadin rico, qual avia da ducati 800 di intrada et è zovene, qual per esser fedelissimo non volse star con spagnoli e vene di qua, e prima sotto Brexa a tempo era tenuta per i nimici si portoe benissimo, etiam al tempo spagnoli veneno a brusar Mestre et tino a San Zulian fue, nè mai volse alcun danar da la Signoria, havea certi bresani et di Salò che lo seguitava, or accidit, che è poco in questa terra, si amaloe et mandò a dimandar a la Signoria ducati 25, et per Colegio parse, a qualche uno di fastidiosi, non darli nula per non aprir questa porta ; el qual come disperato, si pensò far un tradimento a la Signoria, et scrisse al viceré di Treviso come ho scrito di sopra, et fo scoperto per via di uno frate, et lui fuzite a Ferara. Fu fato bone provision, et scrite letere a Treviso, et mandato per quelli sospeti erano: sichè non sarà nula. Di Cadore, eri fo lettere di sier Marcantonio Erizzo provedador. Come di sopra è qualche motion di zente, e la dieta si feva a Sterzen par sia risolta, e sono stà contenti aiutar Plmperadcr e darli denari e zente ; e altri avisi ut in depositione. Di Roma etiam vene letere di 12 di l’orator nostro, portate per uno corier vien di Puja. Come havia auto letere dii Cardinal Corner da Ixola, qual è andato col Papa insieme con cardinali e molti cavali a piacer col Papa e a la caza, et parlando con Soa Beatitudine zerca il conte Guido voy esser contenta ch’el torni a servir la Signoria nostra, et che Soa Santità avìa più volle dito la Signoria fazi zente 286 e ingrossi el suo campo, et che questi è mali signali a tuorli li capi, el Bajon non torna, questo conte Guido Rnngon non vien etc. Il Papa disse l’è mejo resti a nostro stipendio et sarà locotenente dii magnifico Juliano, che l’Imperador el toy lui, perchè a niun modo il Curzense voi vengi con In Signoria, e venendo, li confischerà il suo tutto ha in modenese, per esser suo subdito, et staremo a spelar la risposta di Alemagna,et si l’Imperador vorà Kacordo, non bisognerà altro, s’il non vorà, si discoverziremo ; e altre parole ut in litteris, ma questa è la sustantia. A dì 20. La matina fo in Colegio l’orator di 286“ Franza con i Cai di X. Di Padoa, fo letere di 19, ore 5, di rectori e savii. Come hanno de i nimici, il viceré esser subito per levarsi e andar sul Polesene, la prima posata, e zà hanno comenzato pasar l’Adexe le zente d’arme soe che erano a Cologna e in quelli contorni alozate,anderano alozar di là di l’Adexe, a Ixola Por-careza e Ixola di la Scala. Li alemani che partino di campo li precedenti zorni, andorono a Verona e poi si dice vanno a la volta del Friul, e questo à causato l’ingrosarsi à fato li nostri in Friul,per il qual il conte Cristoforo Frangipani si avea convenuto con le zente cesaree ritrar; ma forsi non anderano perchè è fama per diverse vie e da Montagnana, che l’è stà fatto un gran fato d’arme a Troes in Sciampagna tra francesi acompagnati dal duca di Geler contra tedeschi e sguizari e l’exercito di madama Margarita e dii paese, che si avea fato gran taiata da una e l’altra parte, ma la vitoria era stà de’ francesi, per la qual fama è stà inovation in Asti e in quelle tere che sono tutte regie, et era stà necessario ch’el signor Prospero Cotona capitano dii duca de Milan cavalchi a quelli confini per occorer e cessar quelli moti, perchè da la vitoria seguita lì, par che francesi debino subito venirsene in Italia. Di questo non è ancor letere, che si la è vera, si poi aspetar la nova di ora in ora. Loro a Padoa alendono a la bona guardia di la cità. Item, zonseno li 100 homeni mandati de qui