409 MDXIII, DICEMBRE. 410 Parloe primo sier Zorzi Emo per la sua opinion, li rispose sier Alvise da Moli», poi sier Alvise di Prioli, poi sier Gasparo Malipiero et demum sier Luca Trun consier, qual le’ bona renga dicendo il bisogno di la terra di aver danari presti, comemorando in li pericoli semo, danando la parte di sier Gasparo Malipiero e le altre; poi andò sier Francesco Bragadin savio dii Conseio, et l’ora tarda, erano 5 bore, il Principe si levò e fo rimessa quella materia a Inni di Nadal a expedir; ma nota: queste parte non fa il presente bisogno di trovar danari presti ; sichè per mia opinion le non voi dir nulla adesso. Fo mandato a Padoa ducati 2000. A dì 24, fo la visilia di Nadal. La matina per tempo, se intese, per uno buranelo venuto di Ma-ran : come eri le nostre zente fo rote da quelli di Ma-ran e l’armada presa e morte di le nostre assa’ zelile, et non sa ben la cossa, perchè vedendo questo, lui zercliò di salvarsi et fuzite via per mar. Questa nova venuta tutta la (erra fo piena, et se desiderava saper qual cossa ; tamcn non era letcre di zio. Di Padoa, di eri. Come acadele cossa de li, il zorno avanti, che volendo li archibusieri aver danari et il provedador, ch’è il capitanio di la terra, dicendoli a caxa dii capitanio zeneral dove si paga le fantarie che non era tempo ancora, e più vechie compagnie andava avanti, unde il zeneral licenlioe diti do con-testabeli con loro compagnie che non erano per aver danari, quali sono uno Yido da San Zenon l’altro Borgese, il primo con provv. 113 il secondo 112, et questi parlidi, veneno verso la porta di la Savona-ruola per andar fuora di la terra, et quelli contesla-beli è lì a custodia non li lassono : e mandato a dir al capitanio zeneral come questi fanti voleano prender la porla e ussir, il dito capitanio montoe a cavalo con alcuni di soi per remediar. et venuto a Santa 239 Maria di Avanzo, si scontrò in dito conlestabele Zc-non qual volea scusarsi, et esso capitanio non volse aldirlo e li cazò un stoco in la schena che lo passò da l’altra banda, el qual cazete in terra, e levato suso cussi ferito per fuzer, corse un poco e caze in terra morto e fo suo danno ; l’altro conlestabele si scose. Sichè questo caso sequite, e noia le lctere dize un ca-poral, ma fu un contestabele. ltem, de i nimici hanno, per letere di Vicenza di Dardi Cavaza, parte erano passati 1’Adexe et il ponte è fato; tamen non fu vero, et sono a i soliti alozamenti, facendo anche loro page per queste fesle. Pi Trevixo. Fo letere de occurrcntiis a l’usato et nulla altro di novo. Da poi disnar, comenzò il perdon di colpa e di pena a Santa Maria di Gratia; qual durerà queste fesle di Nadal auto noviter da questo Papa ; ma ozi, fo gran vento, etiarn fo il perdon, auto di zorni ... da più cardinali in la chiexia di San Bortolo a uno aliar si chiama Santa Maria dii teramoto, dove è una scuola. Fo divulgato, per altri venuti, le cosse di Maran esser mal andate, la nostra armata rota, si parla varie dii modo, le galie alcune prese, ma non scriverò altro lino non se intendi il modo; unum est non zè letere di questo per il tempo contrario, pur sì dice è venuti do balestrieri. Et justa il solito, il Principe fo a messa in chiexia di San Marco con l’orator di Franza et quel di Hon-garia, non era quel dii Papa, et altri invitati al pranso; ni Colegio si reduse. A dì 25, fo el sorno di Nadal e fo grandissimo vento. El Principe vene con le zerimonie in chiexia a messa. Eranvi oratori Papa, Franza et Hon-garia, et do vescovi, el Zane di Rrexia et il primocerio di San Marco; era etiarn il conte.......fo nepote dii conte Zarcho, e oralori di Rodi et altri patricii deputati al pranso, et alcuni procuratori. Fu posto le zoic su 1’ aitar justa il consueto, et gran lu-menarie. Et di Maran si intese certissimo il disordine seguito, e il modo, per esser venuto sier Alvise Fosca-rini qu. sier Nicolò, qu. sier Alvise dotor procura-tor, qual andava podestà in Albona e Fianona, et capitado lì, volendo nostri la bataia, restoe a darla. El qual orator è venuto qui referisse il modo, e come domino Baldisera di Scipion era venuto su l’armata con 5 cavali, perchè le zente di terra si levava, et che par 4 barche nostre, zoè .Alvise Muscatello Zaneto Spuzafiao, Cebeschin el Andrea diViviani, volendo sier Bortolo da Mosto provedador di l’armada darli omnino la bataia, a dì 22 da matina, queste fono le prime, et quelli' di la terra si difeseno vigorosamente con arlelarie et ferileno con archibusi molti di la galia candiota che lì è, di sier Anzolo Trun soracomito, la qual era in Islria, e per ordine di la Signoria era venula li, et monladi parte sopra uno ponte per andar soto la terra, quel ponte si rupe et cascono in el paltan parie, et inimici adosso et con artelarie li amazono, adeo il resto si bulono in acqua parte, el volendo fuzer non poteano dove. Al bastion di San Vido,che fece i nimici, nostri aveano messo do sacri e i nimici li lolseno. E la galia di sier Francesco Zen, la prima, qual fu presa e il soracomito era in fango, e una di sier Zorzi Barozi can-