125 MDXIII, OTTOBRE. 12G a repatriar. Qual, zonto lì a Como, alcuni todesclii erano lì lo volseno retenir e dar in man dii Cur-zense, e che la terra si levò per lui per non li romper il salvoconduto, e lo messeno in castello per più segurtà di la persona sua. Scrive lo acordo fato di sguizari con Franza come si ha inieso, et il sumario di capitoli. Et lelo queste letere con altre di lochi vicini non de importanlia, il Colegio stete mollo suspeso, et maxime il Principe, dicendo : « È un gran ponlo questa zornata di domai), qual è molto pericolosa. Si vincemo che sarà ? se il nostro campo è roto, semo spazadi. » E non si poi far provision perchè il capi-nio zeneral voi far la zornata, ha tanto cuore che non li stima, ma si dice è mal voluto da li soldati, et fo dito non zè altro remedio dia pregar Dio, e che le zente nostre di Treviso abino tempo di conzonzersi col campo nostro. E cussi eri fo per il Patriarca di ordine di la Signoria mandato a dir a tutti li monasteri observanti, frati e monache, e altre chiexie fa-zino oratione perchè l’importa assai. Et tuta la terra, maxime li patrizii erano su questi rasonamenti, dicendo, è un magnimi quid questa zornata di doman ; altri diceva, i campi non si troverano perchè spagnoli anderano da Bassan in Valsugana ; altri diceva, è via cativa di condur eserciti per monti et con li cari pieni di butini, che hanno con loro da 1000 cara ; altri diceva, di Noal po-leno venir verso Padoa, e tornar in drio per la via sono venuti; e quelli teniva combaterano insieme, et aveano bon cuor nostri sariano vincitori, tra li qual Io Mario Sanudo son de quelli. E per queste rason : primo la probità dii nostro capitanio zeneral e altri condutieri nostri, maxime alcuni zoveni ; poi li nostri e le zente d’arme bardati di cavali e armati, e i nimici non sono armati si no a la liziera, e inlisi di sier Domenego Bon stato preson. non hanno 10 cavali bardati e sono tutti armati a la liziera, spagnoli con celadoni, et italiani con li e meti, li fanti spagnoli e todeschi mal vestiti nudi e scalzi, in più parte con pele intorno e schiavine, et nostri fanti sarano ben armati ; poi di exercito saremo mazor numero, e maxime se li do campi nostri si unirano insieme, et zonzino le zente di visentina e Friul ; poi avemo 26 pezi di artelarie, tra le qual alcuni sacri et falconeti grossi, e loro non ne hanno 10 pezi e trazeno ba- lote picole di L____l’una ; poi la cupidità dii vada- gno che ariano li nostri rompendoli darà gran vigor, e l’altra aver vituarie e doe cita nostre vicine, e continuamente zonze zente in campo. Da l’altro canto, si dice quelli non voriano si venisse a la zornata, come barbari e zente ferozc, e combaterano per la vita e per la roba, nè hanno modo di salvarsi, però un va-lerano per quatro de nostri, per esser scripto una salus vitis unam sperare salutis. Sichè lune inde n’è ragion de dir ; tamen Io ho buon cuor perchè italiani vorano liberar l’Italia ora, e castigar questi predatori e incendiarli. Et non voglio restar di scriver queste altre par-licularità. lutisi da sier Domenego Bon, stato preson di inimici, come todeschi ne voi grandissimo mal, et è un capitanio todesco chiamato Anchon,qual è molto colerico, et voria far ogni stragie de nui altri veneti, e todeschi non pono sentir San Marco, dicendo a ehi scontrano ti march, e gli amazano. Et indilo campo era, che lui vele 5 padoani rebelli, tra gli altri 77* Àchilles Boromeo inimicissimo nostro, et vi è molti stati al nostro soldo, et che ’1 signor Troilo Savello li disse esser stà quello che ha brusato Liza Fusina, fino il caro, l’ha fato mal volenlier, e ha convenuto ubedir, per aver ordine dii Papa de chi è soldato di far 1’ ubedientia di quelli capitani cesarei e yspani. Dice hanno solum 15 fernene per bandiera di fanti, et in tutto il campo 500 ragazi. Hanno belli cavalli, et che il viceré era alozato a Mestre in l’ostaria di la Corona, et il signor Prospero Cotona in el castello in palazzo dii podestà, et che a posla fatta hanno voluto brasar Mestre, per poter il viceré scriver la probità ha fato propinqua a Venecia, e come lui non osava vardar todeschi, perchè lo hariano amazato, e altre particularità. Intisi hanno scrito a Margera i nimici queste parole sopra il muro : o tu che lezi, l’incendio di Fiume e Fiumexin ha fato bruxar Mestre e mestrin: , poi fo spegazate. Et per quanto si ha inteso da una vecchia osta alla Corona, che quando eri matina si levò il campo di Mestre, fo che vene uno capitanio vestito d’ oro a parlar al viceré in rechia, e subito tutti montò a cavallo e si levoe, avendo prima tutti posto fuogo in le case, le done di Mestre si salvono in le chiexie, et non fono toche. Item, si dice hanno brasate alcune su il Teraio, zoè quella da cha’ Gi-rardo viein a Mestre eh’ era bellissima, e alcune altre come dirò di solo. Et questa note verso dì è stà visto gran fuogi verso Noal, si tien abino brusato Noal, e se intese dicti inimici questa note aver alo-zate le zonte a Trabazelege e de lì intorno verso Noal, come ho detto di sopra. È da saper, avanti 1’ ussir dii capitanio zeneral