171 MDX11I, OTTOBRE. 172 loro. Lauda sier Andrea Loredan provedador zene-ral, si .ha portato bene; chi dize è preson, chi dice è morto, e lauda alcuni altri, e domino Mercurio Bua. Dii governador non si sa dove sia; chi dice è morto, e chi è sta fato presone. 103' Da poi disnar, fo Gran Consejo, e reduli i con-sieri, andono in camera dii Doxe a lezer le letere venute a ore..... Di Padoa, dii capitanio generai, di ozi maiina. Che si provedi di danari per pagar le zente si poiria aver et sono in Padoa, e zonzeno tutavia non però armati, e di fantarie. I nimici sono in Vicenza, dicono voler venir a Treviso, e però si fazi provi-visione subito, per lui non mancherà di far, etc. . Di rettori e dii provedador Moro, di ozi. Come era zonto Zuan Paulo Manfron; il fìol Julio è preson in Vicenza. Etiam è preson Zuan Paulo Ba-ion governador nostro li in Vicenza. Itemi, sier Andrea Loredan si dice è preson. Di Zuan Paolo da San Anzolo, che scrisseno era ferito in Padoa, non è vero, si dice è preson ; e altre occorenze acade, e si provedi. Di uno Barbeta fo letere da Padoa a li fradelli di sier Andrea Loredan. Come Andrea Rosso servo suo li ha dillo aver inteso sier Andrea Loredan provedador era slà fato preson con due ferite, e che havea dito al capitanio zeneral si mandasse uno trombela a Vicenza a saper la verità ; el qual capitanio non li ha parso di mandar si presto. Altro dize è slà amazalo da spagnoli niedemi, poi fato preson. Fu fato scurlinio, per far avogador di comun, e rimase sier Piero Contarmi, fo provedador al sai, qu. sier Zuan Ruzier, venuto per scurlinio e rebaio-tato con sier Antonio Bon fo podestà a Chioza, e rimase. Etiam lo in scurlinio fui nominato, che non mi feva tuor; lutti li altri procuroe, e il Contarmi non parlò a niuno, rimase e andò a senlar. Etiam fo fato do di Consejo di X, in luogo di sier Cristofal Moro e sier Francesco Bragadin che erano intrati savii dii Consejo, e rimaseno sier Marco Zorzi e sier Bernardo Bembo dolor e cavalier, stati altre fiate. E fu fato a le Cazude sier Jacomo Cabriel fo podestà e capitanio a Cividal di Belun al tempo dii conflitto, da sier Marco Antonio Contarmi, fo capitanio in Fiandra e a la custodia di Padoa con 25 homeni et 5 cavali a so spese. Etiam fu falò de’ X savii, sier Thomà Michiel, fo a la camera di imprestidi, qu. sier Zuan Matio, fo a la custodia di Padoa con 10 omeni a so spese. Et altre cose. Noto. Se inlese come il capitanio zeneral fo man- dalo tre volte a disfidi«1 dal viceré di venir a la zor-nata, e tamen mai non se intese. Item, che nel fu-zir venendo di Vicenza verso Padoa, sier Andrea Griti procuratorsopranominato trovoe zerca 20 fanti quali seli messe atomo dicendo; « Cani venitiani, seti mo’ rolli, ne pagarete dii sangue le page ne resta aver, che vi avemo servito. » Et il Grili con alcuni altri che era con lui con li cavalli su li qual erano si salvoe, e fuzite di le man loro. Sumario de,una ¡etera scritto da uno era poco 104 lontano dove fu fatto il facto d’arme con spagnoli, e seguì la rota nostra senza com-bater. Nara la cosa come seguì. Data a dì 8 Octubrio 1513, ora prima. Mi doglio di la jaciura di questa infelize república, quale, ancor che abi avuti molti e grandi sinistri, nientedimeno mi par che apresso de chi ben considera questa cossa, il presente è quello che loca la broca per molle ragione : l’una è che in una instessa cicatrice la seguente ferita de la prior è sempre più aspra e acerba, e maxime quando quella è già ben serata, come era questa, che per dito de chi ha pratica, lo exercito nostro, per quanto l’era, si atrovava de una belissima e fiorita qualità, come già gran tempo uno altro in Italia si abbi trovato, e per disordine processo da troppo confulentia de’ nostri, e per il core de li inimici cresutoli da la necessità del non poter fugire è stà rolo e disperso, non dico fracassalo, perchè non fu corsa una lanza. Ma essendo reduti in loco per li inimici fortissimo e sbarato con fossi, et passate due artelarie ultra il fosso a forza di braze, li inimici uniti faelisi inanzi ge le tolseno, per il che spauriti gli noslri alquanto risteleno, e li inimici alora gaiardamente passorono il fosso, e li noslri che erano in una via strela, non possendo aver aiuto per il sito che difendeva lo inimico, volto-rono, e tutti gli altri coloneli come se de ciò fusse stà dalo ordine se ne fuzirono. E in men di mezz’ora fu rotta cussi bela gente, de che la colpa di cieli e la fortuna credo ne abino gran parte, perchè la vittoria era ne le man nostre, se con Tesserli tanto adosso e privarli de alquanto fuzire non ponevemo in tanta desperatione; che se li era lassata la via dii monte sola, li fanti in buona parie fuzivano, e li cavali et artelarie si aveano a man salva con quel onore et reputation di questo Illustrissimo Stato, che ora cussi liziermente si ha perso. E una altra ragione, che essendo il mondo tutto in arme, è major danno aver tal jactura che quando ne li altri loci è quiete, per-