109 MDXIII, SETTEMBRE. HO in quella ficono fuogo e la brusoe, sichè non si vedeva a Margera si non fuogi e fumi. El Colegio di savii si reduseno in camera dii Principe, et li steleno a consultar, e far le provision ma poche e tarde. Voleano mandar zentilhomeni a Padoa e Treviso, e non si trovava chi volesse andar per non vi esser posto l’ordine, che si doveria de lì mazor. Vi andasse tuttavia le Scuole grande, e le arte scriverano li homeni ; ma la terra era exausta di danari. Idio ne ajuti. 66 * È da saper, che quel edificio fato a Margera, di tragetar le barche, per sier Marco Antonio Lore-dan e per i provedadori sopra le aque, ha fato grandissimo danno a li villani, perchè non si ha potuto levar e sono andati in preda, parte tornati indrio, non si sa dove che, si la pala drio la torre fosse stà aperta, le barche aria potuto andar a levar la roba, e tutto il mostrino di le basse si salvava. In la torre di San Zulian era assa’ fermenti di villani. E tutto è venuto in man de i nimici, quali hanno fato e va fa-zando un grosso butin e danni de incendii infiniti. Et è da saper, avanti eri matina, in Colegio ve-neno alcuni oratori di Mestre, pregando la Signoria volesse far aprir e romper il caro di Margera, aziò le barche podeseno arivar e levar le robe di poveri contadini di Mestre che fuzeno, e sono gran numero di cari a la pala, e non si poi passar le barche carge si non con stento e uno a la volta. A l’incontro, li fu Nicolò Lanza dazier dii vin, dicendo sarà fato assa’ contrabandi e non si averzi, ni quel caro, ni la palà, e atento che di primi di Colegio aveano carati nel dazio, la Signoria terminono non aprir, eh’ è stà di danno ducati 50 milia. In questo zorno, justa il solito, introe a la banca tre consieri di qua da Canal: sier Polo Antonio Mia-ni, sier Zorzi Pisani, dolor, cavalier e sier Andrea Trivisan el cavalier, et ita volente fato che mai più intravene, tre consieri di là da Canal sentano, per età a man destra, e questi tre a manca. Cai di XL : sier Sebaslian Malipiero qu. sier Matio, e sier Hironimo Moro qu. sier Lunardo, mancò il terzo sier Marco Antonio Navaier di sier Michiel. Cai dii Consejo di X: sier Domenego Beneto, sier Hironimo Duodo nuovo, et sier Hironimo Tiepolo. Et il Principe non vene a far la zonta. Ozi partite di qui sier Orsato Zustinian l’avoga-dor di comun, el qual di ordine dii Colegio va in Cao d’Istria, per alcune querele porte per corti di Cao d’Istria contra sier Nicolò Zorzi podestà et ca-pitanio di lì, acciò esso avogador inquerissa la ve- rità et fazi processo, et li fo dato ampia comis-sione. Di Constantinopoli, vidi letere di sier Hironimo Capeio sopracomito, date in galia a Pera, a dì 16 avosto. Come era zonto lì con la gali» a hore 15, col clarissimo orator nostro, avendo auto il navegar mollo faticoso, e venuto con tempi contrarii, si de venti qual di aque. Et è stati, poi partì di qui, a zonzer mexi do e zorni G, e navegando fino la note, sichè è stà miracolo sia zonto sì presto, nè è stà mancato di solecitar il viazo. Il Signor è ussito di Constantinopoli, per il morbo grande; ne rnuor al zorno assa’ meno dii consueto. La mente dii Signor non si poi inteuder; è lontan do zornate de lì, ma è pacifico Signor, con tutti ha oplima fama di far gran cose, e che voi aver bona pace con venetiani. L’orator nostro è un poco indisposto, e fin do over tre zorni starà ben, e voi aviarsi dal Signor, e lui soracomito voi andar con lui. Scrive esser andato con la galia largo di Constantinopoli, e cussi feno a Galipoli. Scrive a dì .. introe in boca di Streto; è bellissimi siti quelli. L’ orator è smontato in una casa di Spandolini, optimo alozamento, e lui con la galia lì, e per mezo ditta caxa per più segurtà an-derà mia 10 più avanti, acciò il morbo non entri. 67 Scrive de lì è gran penuria di viver, el vin vai du- 12 la bote, li pani e veste di lana hanno bona richiesta, di seta nulla. Il baylo e mercadanti nostri che lì si trova, li ha fato oferte. Scrive aver auto letere di Venecia, di primo Luio. Dii mexe di Octiibrio 1513. 68(‘) A di primo octubrio. Introe in Colegio li tre savii dii Consejo eletti: sier Cristofal Moro, sier Alvixe da Molin, e sier Francesco Bragadin ; savio a terra ferma sier Lorenzo Capelo, et li savii ai ordeni tutti cinque, di quali solo sier Francesco Bembo ha auto la pruova di anni 30; li altri per parte presa nel Consejo di X, prestano a la Signoria ducati 200 e mirano, come in altri è stà facto, et fo etiarn sier Marco Antonio Navaier Cao di XL, qual non è ben sano. Di Padoa, fo letere dii capitanio zeneral, di eri sera. Come tutti si meteno a ordine per ussir da matina over questa nocte, Deo dante; et si mandi homeni per custodia di Padoa e danari. Di Vicenza, di sier Nicolò Pasqualigo, podestà et capitanio. Come Zuan Paulo Manfron è lì in visentina e altri citadini, e adunano gran numero (1) La pagina 68 è bianca.