579 MDXIV, FEBBRAIO. 580 A dì 20 Febraro. Di forze non dubito, ma per star cum molti sinistri, dubito di longeza di tempo. Vostra Serenità proveda come li pare, benché fina ora tutti sono di animo optimo. tamente montavano da ogni lato et da ogni lato erano rebatuti ; ma a la rocca fu la mazor furia, dove mi furon butati in terra a fianco mio cinque valen-thomeni, tamen nessun é ancor morto, lo, Serenissimo Principe, per quanto spetta a la persona mia, test or nec tela nec uìlas vitavissc vices, et si fata fuissent ut caderem, meruisse manu. Li ni-mici montavano fin alla sommità di la scala di piera; ma sempre li ribatessemo. Deno la bataglia fin alle 28 bore asperimamente asperima per le artegliarie più che per altro ; vergognati si tornorono, et lutti li nostri, si di la rocca come del monte, tanto animosi che nulla li stimano più ; le fcmine di questo loco hanno fatte cosse stupende ; infine tutti siamo optine dispositi. Li nemici subito mandorono il suo trombeta, ma noi volessemo ascoltare, et oggi mi hanno mandato uno da Udine che disse ; « Dicè a missier Hironimo che io li porto una lettera che li piacerà molto. » Io li feci la risposta a colpi di artigliane. Siamo deliberati, quanti che qui sento, morir più presto che mancar a Vostra Serenità : la qual scriva una bona letera laudando missier Teodoro et quanti qui sono, a li quali io ho promesso di far che Vostra Excellentia remunererà tutti secondo li meriti et operation sue; et li balestrieri ho assicurati del danno degli suoi cavalli, et li villani etiam di ogni suo danno. Retenute queste fin a di 21, questa note ho ricevuto letere di Vostra Serenità di 16, con la cifra et lettere dii provedador. Non è stà possibile scriver a Vostra Serenità avanti, per le diligentissime guarde de nemici atorno; pur ora par che alentino. A Vostra Serenità mi racomando et cussi la famiglia mia, et la suplico, che se di me Iddio altro disponesse, la se degni maritar quella unica mia figliola che ho in casa com’ io spero nella clemenzia sua, che pur questi pericoli sono grandi. Et trovomi ' uon così gagliardo come io vorrei, per una ruina che mi cascò sulla schena. Questa rocca è restata solo lo sasso, le muraglie minate tutte ; ma mi è più cara che si la fusse d’oro. Si stima siano tirati più di colpi 500 di canon. Vostra Serenità vederà la sorte delle balote di monitione infinita di nemici. Domenica furon morti più di 50, et feriti assai ; per avanti etiam ne sono morti assai dalle artigliarie nostre minute, che ne semo ben forniti ; de li mei villani ne sono morti quattro. Iterum a Vostra Excellentia mi ricomando. Spazata a’ 20 Febraro 1514, a hore 1 di note in Osopo. Hironimo Savorgnan. Copia di una lettera scrita per il Colegio al 340* prefato domino Hironimo Savorgnan, in risposta. Leonardus Lauredanus Bei gratia Dux Vene tiarum etc. Magni fico domino Hironimo Sa-vorgnano nobili nostro dilectissimo,'6alutem et dilectionis affectum. Benché eri, per uno da San Daniel vi scrivesse-mo quanto ne occoreva, non volessemo restar etiam de farvi la presente per questo messo, che ne ha portato letere vostre. Le quale sono state gratissime et de singular contento, per aver per quelle inteso, et per il proprio messo, come intrepidamente vi defendete cum dannizar li inimici; cosa ben conforme a la expetation avemo di la inconcussa fede et virtù vostra. Nui vi conforlamo ad continuar valorosamente ne la defension vostra, come fate, con immortai vostra laude, tenendo per certo che li inimici non pono star a quella impresa. I quali come sentirano lo invalidar de le zente nostre a Sazil per infestarli et divertirli, serano necessitadi ad mutar pensier et attender a la salute sua, dandovi adito di lassar a li posteri vostri veroexemplo del valor et meriti vostr i. Afermandovi, che non menor contento recevemo di le lìdelissime et valorose operation vostre per beneficio dii Stato nostro, di quello faremo per potervi dimostrar la gratitudine nostra, ad exemplo de quelli exponeno la persona et facultà per la sua patria, come avete fato, con perpetua gloria dii nome vostro. Sichè state de intrepido animo,' et atendete ad conservarvi, confortando domino Teodoro dal Borgo et quelli fidelissimi stipendiati ad perseverar magnanimamente: et li afirmarete che tutti serano da nui in ogni tempo abrazati et recognosuti come se con-vien a la fede et meriti sui. Quanto a li danari de quelli capi et stipendiati, ve dicemo quelli esser preparati et in ordine, nè altro expetamo che intender da vui via et modo de poterli mandar ; sichè confortateli ad star di bon core, come per le nostre di eri ve abiamo scripto. A la consorte et fioli vostri abiamo provisto per el suo viver, nè cerca quelli ponete alcun pensier, perchè li abiamo collocati nel cor nostro, nè mai siamo per mancarli in alcun tempo. Data in nostri Ducali palatio, die 24 Fe-bruarii, Indici. II, 1513 (1514).