341 MDX1II, NOVEMBRE. 342 109 A dì 23, qui a Padoa. La matina, fu fato una crida sopra la piaza da parie dii capitatilo zeneral, zerclia le legne: niun soldato ni altri vi possi andar a tuorne, ma siano partile per li cai di centenario a li soldati. E noia, per causa di dite legne veniva pochi cari col vin. Et de’ inimici si ave, aveano falò do ponti sora P Adexe et uno ponte a la Badia per andar sul Po-lesene, et che veleno restii r in queste parte. Vene lelere di la Signoria. Prima, come quelli di Marostega erano siati in Colegio.dolendosi esser sta’ fato provedador loro, per li provedadori zenerali, et aveano il suo podestà sicr Beneto Bembo qu. sier Bernardo, qual fu preso da i nimici e or liberato el è zonlo qui a Veneria; per tanto, seguendo il caso che si pi issi mandar lì a Nlaroslega non inandino alcun provedador. Item, por una altra lei r,i : come, avendo inteso molli slralioti di cassi parie erano andati ai nimici e parie no, che dovesseno chiamar li capi, e dirli lutti quelli slratioli cassi venirano a Ve-necia, li sarano proviste di pasazo per ritornar a caxa loro senza alcuna spexa dii nolo; et cussi fu falò a saper questo a li capi di slratioli sono in Padoa. El per una altra lettera, fo scrilo dovesseno dar licentia a sier Lorenzo Pasqualigo sopracomito can-diolo, e la sua zurma di galia, stato assai in Padoa, et si manderà sicr Marco Bragadin sopracomito con la sua zurma eie ; iamen non fo mandalo mai. Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonla, et a bore una >/t fo letere di Roma, di 20, e fo lele nel Consejo di X. Di Poma, di V orator nostro, di 20. Come il Pontilice nitro in Roma a dì 17, tornato di Civita-vechia, e il Curzense la note senza alcuna pompa etiam lui introe, alozato dove stava il Cardinal Lisbona a Santa Maria dii Populo; et per esser questa setimana il forzo festa, era sta’ ordinà darli il capello a di 28, et sarà acompagnato da tulli li cardinali in concistorio. Et a di li) sabato da sera esso Curzense fu col Papa per do ore, e ’1 Papa li fece grande aco-glienza e lo messe a sentar sopra uno scagno per mezo lui, et parlono insieme ut in ìitteris. Et fo dito erano bone letere, ma il signor Alberto da Carpi et l’orator yspano è uniti con esso Curzense conira 199* de nui, et dimandano gran cosse, volendo siegua Io acordo. El Cardinal di Bibiena, si dize atende aver beneficii et arà la legation di Avignon dal Papa; el il Papa ha parlilo e conferito li beneficii fo dii Cardinal Nantes a molti come dirò di solo, qual avea in-Irata ducati 30 milia. Si dice sguizari 4500 con le gente duchesche erano a Seravalle verso Zenoa, per meter li Adorni in caxa, e il Papa li à scrilo non se-guino quella impresa; si lien non ubidirano. El fratei dii duca di Milan inlrò domenica a dì 20 in Roma vestito di bruno; ha anni 19, voi esser Cardinal e sarà facto; era ben acompagnato di alcuni altri venuti come oratori dii duca di Milan al Papa. Era il Papa con 10 cavali in castello a veder dila mirala; el qual richiese al Papa la caxa fo dii Cardinal Asca-nio suo barba vice canzelier, dicendo ge la lassò a lui, e il Papa ge l’ha data; in la qual stava el Cardinal San Piero in Vincula fo nepote di Julio, per esser vice canzelier, e si convegnerà trovar una altra. El qual Vincula è slà malissimo, ma li è schiopata una gola a un calcagno e sla bene. Se dise seguirà la con-signation dii caslel di Milan, nel qual inlrerano sguizari 150, el resto ducheschi; e che sguizari hanno fato intender al duca di Savoia e marchese di Salu-zia non prestino favor a Pranza, perchè li dariano materia a loro sguizari di mover la arme conira loro, et che debiano scaziar dii suo paese li rebelli dii duca de Milan. Tiensi fazino questo per far venir Pranza de mior gambe a esborsar danari in bona summa. Si dice il Papa farà consigliami duca Parma e Piasenza, e a l’incontro el duca darà ducati 10 milia de inlrada sopra el suo stalo al magnifico Julia-no; et che l’lmperator, è in Augusta, minazia venir in Italia più che mai el fesse come nostro gran inimico, c clic ’1 Curzense fece proclamar a Modena e altri lochi lutti quelli erano a soldo di la Signoria nostra si partisseno, sub pcenis eie. Et che ha mandato da lo lmperator di concieder Luca, Pisa et Siena al magnifico Juliano; e questo fa aziò il Papa non si acordi con nui. Romani si lamentano; che ’1 Papa desse le sue genie a todeschi e spagnoli, dicendo se questo non era spagnoli erano tagliali a pezi da li nostri, et Italia era libera di man di barbari, etc. A dì 24. I'o in Colegio la matina l’orator di 200 Franza, et eomunicoe alcuni avisi aulì di Roma, etc. Di Padoa, di eri sera. I nimici sono al solito. Il viceré è a Monlagnana, parte di campo alozato a Este e parte a Cologna, dove è il capitanio Archon, qual si fa dar 400 stara di biava da’ cologncsi al zor-no. Vanno depredando per tulio e brusando talor qualche corlivo; vanno sopra el Polesene al suo piacer et ritornano, e par più presto siano per star fermi che levarsi. Et di Verona se intese era slà fato cride, che tulli quelli pigliavano slralioti nostri li dovesseno amazar e non farli presoni ; tamen niun slratìoto elise di Padoa per ordine datoli dal capitanio zeneral, jusla le letere di la Signoria nostra. Tutte le monstre di slratioli è slà compite di far, e pagati,