283 MDXIII, NOVEMBRE. 28-1 vicinavano ben. Et esso podestà ha scrito a la Signoria la comandi quelo voi il fazi. E per Colegio li fo risposto ch’el dovesse..... Da poi disnar, fo Gran Consejo. E rimase pro-vedador a Veja sier Zuan Moro, fo a le Raxon nove, qu. sier Damian, che fo a la custodia di Treviso, da sier Alvise Michiel, é di Pregadi, qu. sier tlironimo camerlengo di comun, sier Bortolo Moro, fo capita-ilio di la citadela de Verona qu. sier Francesco che fo a la custodia di Treviso, da sier Zuan Malipiero el grando qu. sier Polo mio cugnado. E altre vose. Fo publicalo tutti li zentilomeni andati a servir a Padoa e Treviso, e quelli hanno mandato fanti, e quelli hanno dato danari per li fanti, e quelli hanno promesso e non dato, come è sta sier Piero Bernardo, li homeni da Liesna da 20 in suso: e fo gran rider al Consejo. Etiam fo publicà quelli hanno re-cusato di dar nulla, sicome la copia de dita publica lione sarà notala qui avanti, tra li qual fo publicali sier Nicolò Grimani aver donà 3 archibusi, sier Marco Loredan, fo avogador, ducati 2 >/, per uno fante, sier Marco da Molin Cao di X, sier Marco Zorzi Cao di X, et sier Marco Antonio Loredan, fo Cao di X, ducati 7 V2 per uno per 3 fanti. Et sleleno tantoché Consejo vene zoso a ore una di note. Noto. Fo scrito a Crema, per Colegio, si lievi le ofese con li ducheschi, come è stà fato di qui col viceré. In questo zorno a Padoa, in casa dove abitava il capitanio zeneral, in la camera dove manzano, cussi volendo el capitanio, poi disnar fo posto il gioco di amazar la gala con la testa per Monarca bufon dii signor governador, che ora é con lui. E cussi fo fato c l’amazoe ; el qual ave dii capitanio predito molli presenti, calze e zipon di esso capitanio, e danari, e cussi di altri. Tamen, fono molli in Padoa che l’eb-beno a mal, dicendoquesta gala era tanto riguardata al bastion, e mò questo capitanio l’ha fata amazar a uno suo bufon ; è stà mala cossa. Tra i qual udii questo da domino Marin Landò canonico, fo di sier Vidal dolor, cavalier : « Dirolo a li savii. » 167* Di Vicenza, di Alvise di Mazuclii cance-lier dii podestà, di 5, drizata a Padoa a sier Nicolò Pasqualigo suo podestà Come eri, zonto a le Torre, veto fuzer molte persone a cavalo et a piedi, e tutta la strada era piena. Fo dito cavali li-zieri inimici esser corsi sino.a la terra, et uno Ga-spareto oficial fuzito in camiza fo el primo levò tal voce. Onde questa note ritornò a la villa, e li siete. Poi ozi intrò in la terra. Avisa il palazo tutto era minato, e il forzo brusato. Etiam il forzo di le case, e’I ponte di la porta di San Piero gitalo in la fossa : ha convenuto lui intrar in la terra per la porla di Santa Lucia. E ha inteso, la fuga di la note fo cavali 12, che veneno verso POlmo per la strada maistra de nostri do diverse compagnie, e in quel rumor, certi soldati e vilani feno saeo di quello poco era rimasto in Vicenza, spoiando tutti, tra li altri Bernardin Marin cavalaro. Scrive aver mandato per Ilironimo Marola col qual meterà bon bordine. Ha aviso i ninnici yspani eri alozono a Montagnana, et alemani a Cotogna. Manderà per Valerio di Arzignan, per veder de intender, etc. Dii dito, di 5, una altra lettera. Come in la terra non ha alcuna obedientia. Ha aviso, per uno pulo venuto, come eri da terza si parli da Cologna 10 exercilo inimico per Montagnana. Item, ha la con-fìrmatione di la rola data al duca di Milan per sgui-zari, per uno frate di San Vito fratello di domino Francesco da la Serena, parti zobia da Verona. Dize che li Adorni erano ritornati in Zenova per nome di Pranza, e il signor J;inus di Campo Fregoso era fuzito. Scrive esso canzelier é stai* col Marola, e darà principio a la custodia di la piaza. Dice vera esso podestà, e voria fusse preparà la sua abitation nel vescoado che sarà bon alozamento; volea far proclama, ma non ha trombeta, c proveder al peso di pan si vende. È stato col cavalier a tute le porte a piedi e previsto a la custodia di la terra, e se-rar le porte con li cadenazi, et non ha trovato le chiave a niuna, salvo a quella di la porta di Santa Croce. Farà condur via, polendo aver cari, le imon-ditie sono su la piaza, tanto è il fetor grande che apena se li po’ abitar de lì. Il presidente cesareo, era in Schio, è parlilo. Scrive voria li mandasse de 11 Marco di Calabria con la sua compagnia. Nolo. In questa noie qui a Padoa fo apicato a li feri, di ordine di sier Alvise Emo capitanio di la terra, uno soldato avia tolto il mantello la note in strada a uno altro ; e stele tutto el di apicato. Zentilhomeni e citadini da Veniexia venuti et ICO1' se atrovano in la cità di Padoa, non computando le sue persone, con li anotadi a cadauno, in poste, come in la lista e risegna fata a dì primo Novembrio 1513, fin adii dito che serveno. A dì 3 Octubrio. Sier Nicolò Lion qu. sier Andrea, con homeni 15, fin 22 dito, poi restò con homeni N. 2. (i) Le carte 16S e 168‘ sono biancho.