157 MDXIII, OTTOBRE. 158 combatù Aden, c.fo un venere che i se fè sotto, e la prese. L’è cosa de importante, è loco de passo e molto rico dove che tutti i navilii di le specie capitava li, poi vegniva el Ziden : et ha preso c ti ani 4 navilii erano li. Se dize el signor Soldan far gran pressa a la sua armada, et voi la sia spazi fino uno mese. E che le dite caravelle portogalese fa a Abel-mandel do forteze, eh’ è a la boca del colfo del mar Rosso, sichè i non pensa di abandonar quel paese : e dite caravele ha fato seguir al so voler do isole de Bui et Camaran. El signor Soldan ha paura le non vadi al Ziden, e voi mandar 500 mamaluchi in quel luogo. 95 A eli 8, fo San Marco, sàbato. Non fo sonato campanon, che si soleva sonar a San Marco, e le bo-tege fo aperte, et solum fo ditto messa cantada a San Marco, et aperto la palla, etc. El Colegio si re-dusse per tempo, et non fo letere, che tutti se mara-vegiò; solum una venuta inver dì di Padova di re-dori e il Moro provedador, di questa note, lio-re 3. Come erano alle porte, et zonzevano continue di le zente rote et bagnate, qual dicono, volendo passar per Vicenza, trovono la terra serata, et molti si anegono nel Bacaion. Dii zonzer di Andrea Rosso servo dii provedador Loredan; dize il Griti fo disca-valchato, poi remontò a cavallo, et non sa più di lui. Il capitanio zeneral era con uno grosso squadron qui vicino alla terra, et era ferito, et cussi referisse uno fantazino venuto; ma dii proveditor Loredan non si sa. Item, fanno ogni debita provision, et si provedi perchè per questa nocte i se tegnirano. Item, dii zonzer li dii Griti. De Padoa, di rectori e provedadori etiam lettere di hore 8 di note vene. Avisava il zonzer li dii signor capitano zeneral in zipon, e continue va zonzendo gente. El signor governador con uno squadron si dice è andato a la volta di Treviso. Avisano del zonzer di sier Filippo Basadona pagador tuto bagnato e altri, i quali hanno convenuto guazar il Bachaion, perchè le porte di Vicenza erano serate, et molti volendo fuzer nel passar di 1’ aqua erano anegati; e altre particularità, ut in litteris. Di sier Andrea Gritti sopradito, de Padoa, hore 8. Dii suo zonzer lì. Si duol di la fortuna contraria, pacentia ! non si vuol perder, ma attender a far le provision. Et lui si partiva in quella hora per Treviso per andar a proveder a quello richiedeva. Per una altra soa, avisarà il successo di la infelice rota. Di Bassan, di sier Francesco Duodo pode- stà et capitano, di eri. Come, iusta i mandati dii signor capitano zeneral a lui impostoli, havia fatto romper tutti li ponti c passi dove si va in Val Su-gana, et traversar le strade, et fato adunazion di zente, etc. Vencno sier Piero Marzelo, sier Alvise Malipiero e sier Marco Antonio Loredan provedadori sora le aque, dicendo molti si doleva di quel caro fato far a Margera che si trageta le barche, qual è roto hora, et è causa che non si poi far condur sì presto le in-trade di nostri zoso, et saria bon aprirlo per adesso. E cussi di hordine di tutto il Colegio con li Capi di X fo terminato mandarlo a romper, et cussi fo mandato aprir ; ma il Loredan non voleva. Vene uno nontio del capitano zeneral vien di Padova chiamato Marlin, con letere di credenza. Qual intrato in Colegio, naroe la cossa de la rota come fu, dicendo che eri a hore 1C, partiti de inimici per andar verso Schio e dato li hordini per il signor capitano di seguitarli a far la giornata, perchè il nostro era un bellissimo esercito di le persone 20 milia, et pezi 24 di artelaria, e loro non erano 12 milia con poche artelarie. Unde azonti driedo, essi inimici feno alto nel passar di certa aqueta, e si voltoe verso li nostri, contra li qual vigorosamente il squadron dii signor capitano, eli’ era l’antiguarda, dete dentro, e rupe 300 homeni d’arme loro. Et sopravene uno grosso squadron de i nimici di 4000 fanti spagnoli e li homeni d’arme, adeo rebatè li nostri, e seguì la rota, e fo necessario recularsi. Et credendo che il squadron di Sagramoro Visconte eh’ era bataia, et quello di domino Antonio di Pii e dii governador investisseno come era ordinato, et nulla feno, e si messeno a fuzer. La qual cossa è slà causa di haver perso tanta victoria, che per lui non ha inanellato darla a questa Signoria, e carga Sagramoro Visconte e li altri non li aiutono, et che per grafia di Dio è scapolato. Poi esser sta morti da 150 di homeni d’arme dii suo squadron, et 1500 fanti brixigelli, che feno il dover : dii resto di le zente tutte sarano salve, e perso l’artellaria pezi da numero 30 in zer-cha. Et che per questo questa Illustrissima Signoria non si perdi, e si atendi a far le provisione, perchè el vuol conservar Padova ; e tien il Baion sia andato col suo squadron a Treviso. II Principe li disse alcune parole, non si resterà a far ogni provisione, etc. El qual si partì, et andoe subito a Padova dal capitano zeneral. È da saper, sier Alvise di Prioli savio a terra ferma fè lezer una parte: che ozi in Pregadi el Serenissimo chiami tutti quelli vengano a oferir, chi andar