447 ML'XIV, AGOSTO. 448 tanio dii Consejo di X li fo dato uno in le mnn et lo lassoe, qual sapeva di dito Cbristoforo Calepin, e lui crete fosse per debito; sicliò nel Consejo di X, inteso questo, fo grandissimo rumor, et poco mancò ditto capitanio non fusse casso. Fo mandato a San Zorzi sicr Zuan Antonio Dandolo, è sora presoni, perchè ’1 conosceva ditto Calepin, che era sta dito di questi carzerati erano fuziti li a San Zorzi Mazor, et cussi andoe con li oficiali. Li qual carzerati si serono in chiesia, e balulo, li frati non volevano avrir. Fo mandato a dimandar licentia al Consejo di X di bular zoso le porte, et cussi li Cai di X mandono zoso sier Francesco Foscari qu. sier Filippo procurator, che era di la zonta dii Consejo di X e amico di frali di 252* San Zorzi, con ordine se i non volesseno aprir di butar zoso le porte et brusar il monaslerio per averli ne le mano; e li frali, inteso questo, aprino la chiesia, e fonno trovati scosi tra le sedie di frati e il muro do zentilhomeni Barbarigo e Foscarini, nominali di sopra, fonno Irati de lì et conduti a San Marco, et il Colegio dii Consejo di X, ordinario, andò in camera. Sier Piero Capello consier, sier Dome-nego Benelo Cao dii Consejo di X, sicr Nicolò Dol-fin 1’ avogador et sier Alvixe Pixani dal bancho in-quisilor, et comenzono a examinar ditti presonieri venivano menali per saper dove poteva esser fu-zilo dito Christoforo, e el modo, qual se intese fo dillo Hironimo Barboso guardìan. Fo preso etìam, di bordine dii Consejo di X, sier Miehiel Donado di sier Zuanne a la porta di la chiesia di San Marco, sier Marco Bolani qu. sier Sebastian in chiesa di San Zacaria et altri altrove, et fino quel Ilanibal Dallen fu trovato a Rialto in l’hostaria di la Torre, qual era in ledo e si feva di amalato, et fo conosulo per Nicolò .......fante dii Consejo di X; adeo in questa sera tutti fo presi quasi dal Cbalepin e do altri in fuora et el vardian predicto, el qual andò la sera a dia’ Bembo a San Zulian et non lo volseno sconder, imo doveano quello aprir, monslrardì asegurarlo et darlo in man dii Consejo di X. Et cussi come li presonieri erano conduti, cussi per i Capi di X, zoè per il Colegio, erano posti in varie presone etc., et Consejo di X stete suso tardi, fino bore_____ et feno una deliberation, che atento la desobedientia de li bardiamoli dii Ponte di la Paja, che de ccetero più non sia Irageto ivi nè si possi ritornar se non per tutte 17 balote dii Consejo di X. Et fo mandato a far far in questa sera questa crida lì al Ponte di la Paja, et li barcharuoli tulli si levono subito e a tempo. In questo mexe essi barcharuoli haveano (tato) far al Ponte di la Paja la sua ancona bellissima, come l’è al presente, che dapoi che ditto trageto è, eh’ è di più vechii di ia terra, mai hanno auto ancona di la Madona; bora che l’anno posta et spexo da ducati.....in quella, sono sta privati, et fo ben fato, sì per castigarli, come non sta ben bardiamoli apresso le prexon. Tutta la terra non parlava di allro che di prender el Calepin, et quelli restavano, numero 3 altri, e li oficiali andono atorno tutta la note scalando caxe verso San Lunardo, dove fo ditto era sta visto luzer el ditto Calepin ; tamen non lo trovono in tutta la note. Era gran vento; si tien per mar barelle non liabino potuto ussir. Copia di una letera scrita per Colegio al serenissimo re Vladislao di Hong aria a la partita dii suo orator, qual ritorna in Hon-garia. Reverendus ac magnificus dominus Philippus More, orator regiae Majestatis Vestrae, eo est usus per tolum hoc suìe legatìonis tempus animi temperamento, atque ita prudenter, apte, amabiliterque se gessit in rebus omnibus per singulari quadam inge-nii bollitale, ut diffìcile dictu sit quod egre feramus, quod is nunc jam a nobis divellitur ; sed idem veli-mus necesse est quae Yeslraque placeat Majestati qua:que eidem oratori viro integerrimo commodun sii. Non potuimus tamen eum discedentem non prosequi viatico litterarum nostrarumm quippe que amplissimum apud Majestalem Vestram testimonium praberetur summse ejus virtutis summa;que integri-tatis, ac per hoc amoris erga illuni nostri quocirca talem virum Regiaj celsitudini Vestraquanivis nostra commendatone egere minimum arbitremur, sic tamen atente atque studiose commendamus ut atten-tius atque studiosius hoc facere officium pro nullo possemus, quamvis egregiis virtutibus ac in nos commodi et honorisaccessionem procul dubio quam gra-tissimain habituri. Datse in nostro Ducali Palatio, die 17 Augusti 1514. B. Cominus secretarius. Copia di una altra letera scrita al dito Serenissimo He, in risposta di una di Sua Ma-jestà. Accepimus nuper a Majestate Vestra litteras, quaj pergratae nobis quidem fuere siculi alias semper esse solenl qua;cumque ejus nomine nobis represen-