495 MDXIV, AGOSTO. 496 amici pregarvi siate ne la servitù de questa Serenis-278* sima Signoria, poicli’ io non scio altro. Ben è vero che me scrive el signor et padre nostro che non sono liberi li noncii, overo corieri, a venire qui da la sua benignissima Signoria, per il che non ho inteso altro da che fu preso Janes in acie, se non che lo regno ungarico è per luto pacato ; e non intendando altro, l’é in non poca pressura al core mio, pensando che da poi son pregione non ho havuto letera, nè ambasciata alcuna dal signor padre, nè da’ fradelli, nè da alcuno de li amici mei, se non solamente dal signor duca di Ferara avunculo nostro, la signoria del qual me ha ricomandalo a questa Serenissima Signoria per lo oratore suo, el qual con licei) lia è stato qui de sopra dov’ io son aserato cum mi. Et la mia dona, la qual tre volte li mei servitori ha mandalo quivi cum denari, ducati, raynes non possando far de manco per lo manzar et far i pagamenti a li mei custodi, unde non senza causa ho scripto tam-que extraneus factum sum fratribus meis, perchè non venendo qui da lei de li danari, s’io fusse ne la più bella carnara, senza manzare non staria bene. E però, conte mio fradello, prego vostra ma-gniticenlia aricordiate al signor padre nostro che sua magnificentia soliciti il signor Cesare per la mia libertade, et che sua benignità per le spese non me abandoni fin che ’1 Signor Dio per soa misericordia a lo optimo fine me conduca, secundo che la sua magnificentia scrive, che in breve tempo ha ad esser la union Ira li signori christiani contra le forze tur-chesche; la qual cosa el Signor Dio Onnipotente per-meta per la sua sancta misericordia. Conte mio, caro fradello! Me scrive la mia dona che vostra magnificientia l’à granosamente soccorsa per levarsi, del che grassamente ringratio vostra magnificentia come caro fradello; al qual in ogni tempo vorò desiderarli bene et amorevol fraterni-tade, et demostrargli se a qualche tempo con el voler del Signor Dio et con lo mio honore enso de queste carzere. La sorella nostra piaqua a vostra magnificentia da mia parte salutare et dirli che la pregi el Signor Dio che per la sua sancta gratia sani presto in uno ne conduca et recoglia. El Signor Dio Onnipotente ne conserva ne la gratia sua. Scripta del mexe de Augusto, a di 29, in Tori-cella 1514. Subscriptio : charìssimus fr. frater vestree magnificentice. FINE DEL TOMO DEC1MOTTAVO.