269 MDXIV, GIUGNO. 270 f De parte .... 124 De non..... 50 Non sincere... 1 151 Adi 14. La matina ¡1 Principe non fu in Cole-gio, ut sapra. Vene l’orator di Ilongaria, qual ha contenta de tuor li ducati 6000, come fu preso, e indusiar in questa terra ; sichè fo adotate le cosse, et se li darà li panni. Di Padoa fo letere, di eri sera. Come i nimi-ci tutti è venuti a le Torete e Longara, fato uno ponte ; i qual è mia tre di qua di Vicenza ; non si sa la via i voleno tenir. Non sono in tutto 6500 persone, e sin qui non hanno fato danno al paese e aten-deno a scuoder, si poleno. Di Chiosa, di sier Marco Gabriel podestà, di eri. Dii zonzer fanti li da zercha 300 fati per Zuan Cavaza in Romagna, li quali ha aviati verso Padoa. Item, eri si ave li fanti doveano in Ancona montar, fati per quel di Ascoli ; sichè il Papa lassa trar li fanti et dà il transito a levarli. Vene sier Stefano Contarini con uno suo amico vien di Verona, partì. .. ., qual referì il conte di Chariati esser lì vivo e sano, ma che era gran inimi-citia con il vescovo di Trento, e si tien dito Chariati l'habi fato atosegar ; el qual conte non fa altro che trar danari da questo e da quello. Et perchè questo anno lì a Verona è stà fato assa’ para di noze, per il che questo conte manda non solum per quelli si marida, ma per quelli maridano, et vole da loro om-nino danari ; sichè sono veronesi disperadi e hanno fato 6 ambasadori a l’Imperador a dolersi de queste struscie li vien fato, i quali sono, ut in depositione. Et che il Chariati era quello che dominava Verona ; et che, poi la morte dii vescovo di Trento, quelli soi todeschi voleano mandar via le sue robe e arzenti e danari per zercha 15 milia ducati, et il conte predicto non ha voluto li porti, adeo essi todeschi erano sdegnati, et si non fosseno stati alcuni li ha-ria taià dito conte a pezi. El qual fa assa’ strusie per trazer danari, e mandò per uno havia maridà so fia e volse ducati 200; lui scusandose non haver ne portò robe per valuta di ducati 100, e il conte lì fe’ dir portasse il resto, aliter lo faria morir; sichè di rabia li portoe. Item, dice è fama l’Imperador vien con 15 milia persone, et il Curzense è andato a farlo venir, et che spagnoli è mossi e venuti in campagna, et si vegnirà li fanti 1500 alemani, che si aspeta, fa-rano danni, altramente si leverano e verano a salvarsi a Verona, et si potrano scusar non esser bastanti; e altre particularità, ut patet. In questa matina in Colegio fo spazà a bossoli e halote certi capitoli di Feltre : oratori domino Jaco-mo di Villa Bruna dotor e Vctor dal Pozo. Fo terminato far ozi Colegio. Sier Marco Dona- 151 * do è vicedoxe et fa ben l’oiìcio, e voi le cosse vadi-no ordinatamente. Dii eapitariio generai vene una letera, di qaesta matina, la qual sonse avanti il levar dii Colegio, per la qual scrivea i nimici venuti a le Torete, et che potriano andar a tuor Citadela, c hanno fato un ponte a Longara ; e benché lui mandi suo nepole conte Bernardin Antignola con li cavali lizieri e fanti in Citadella, tamen l’opinion sua saria di us-sir col campo e andar a Limene e lì starsi ; la qual ussita farà star li inimici sul suo, perchè non sono ad summum 6000 in tutto, e promete non far fato d’arme, ma star lì ; e a questo modo si varenterà dii guasto; con altre particularità, sieome in le letere si contìen. Et consultato con li Savii, et vedendo bisognava darli presta risposta, tardi fo ordinato Pregadi, che parse di novo questo a molti ; tamen li sensati judi-cono non poteva esser altro cha la levata e l’ussir di campo over non. Da poi disnar, aduncha, fo Pregadi et leto le sopradite letere. Di sier Simon Lion una letera serita a sier Thomà suo padre, el qual e sopracomito, data soto Maran, eri, a hore 24. Come era ussito uno fuora di Maran, qual referisse non vi esser vituarie se non stera 50 sorgo, mastelli 50 di vino et 20 cavali, et che essi boemi, Zuoba, ch’èdoman, si voleano render ; tamen poi hanno terminato manzar le vi-tuarie e poi loro medemi, e lenirsi. Nostri hanno cridato darla a sacho si in termine di zorni tre non si rendano ; et tal avisi, ut in eis. Fu posto, per li Savii, una letera al capitanio ze-neral in risposta di soe : ch’el debbi meter tutto a ordine e in questo mezo zonzerà li fanti che man-cha e si vederà quello farano i nimici, e la impresa di Maran sarà expedita, e quelle zente si potrà unir insieme e ussir polenti a la campagna eie. Al’incontro, sier Lucha Trun savio dii Consejo e sier Zuan Trivixan savio a terra ferma vuol scriverli che si re-metemo a lui di l’ussir quando li parerà, tutavia non si vengi a la zornata e si stagi uniti, et si guardi il conservar dii campo. Fo sopra queste letere gran disputation. Parloe, primo, sier Francesco Foscari el cavalier, savio dii Consejo; li rispose sier Zuan Tri-vixan savio a terra ferma, e cargo il Colegio non voi armar il zeneral. Poi parlò sier Polo Capello el ca-