53 UDX1V, MARZO. 54 me incresse molto, perchè io credo che apresso le letere de essi locotenente et provedadore sarà stalo etiam qualche breve de Vostra Serenità in risposta de le mie del 2 del mexe; dii qual sinistro mi ha parso darne notitia a Vostra Serenità, aziò che, parendoli, li possa replicare. I brevi di la Signoria Vostra et di lo illustrissimo capitanio generale fumo da tutti visti et uditi cimi tanta satisfattone et contento, che niuna cossa più; benché tutti prima fusseno di-spositissimi, pur giovano assai et accendono mirabilmente gli animi. Io et missier Theodoro scrivessemo specialmente a esso illustrissimo respondendo a la excellentia sua, et facendoli intender di quanto frutto siano state le letere et promission sue apresso que-sli soldati et contadini; ma per non far mazor viluppo di letere, reslamo, sapendo certo che Vostra Serenità li farà veder tutte le nostre; al quale illustrissimo capitanio tulti si aricomandano. Questa matina parve a missier Theodoro far calar sei cavali al piano per far qualche pregion por intender el stalo de i nirnici; fu preso con lo aiuto de Dio uno gentilhomo di Goritia, lo quale examinato, depone come vederà Vostra Serenità. Quesli capelazi de la Chiusa si sono resi senza veder le artiglierie; prego Vostra Serenità mi perdoni se voria impicarli per la gola, perchè tutti questi soldati che qui sono, dicono che Vostra Serenità li farà ancora gran maestri, el che vedeno per experientia che molti e molli che hanno dato a’ nemici de le più belle fortezze di Vostra Serenità, quella a la line li ha exaitati et honorati. La Schiusa era forteza da tenersi un mexe contra ogni gran furia: sic erat in fatis, pacientia. Nui de qui tutti unanimi starno di bon core; havemo fatto uno molino il quale è a suficientia per l’uso nostro. Biava per nui et per li cavali, li quali tutti stanno benissimo, habiamo per tutto Agosto ; vero è che de vini non ne abiamo più che per tre mexi, carne et formazi ne habiamo più che copiosamente; sichè Vostra Serenità di nui non se dubiti, nè pigli pensiero alcuno fin che havemo da vivere. Ben mi doglio che quando Vostra Serenità per sua benignità mi donò Castelnovo, li ministri di quella mi tolseno 20 bote di vino che erano in dito loco di Castel Novo, che se al presente io le havesse, starei di miglior animo; pur spero ne la bontà de Dio che fra questo tempo ci verà qualche lume di socorso. Tutti a Vostra Serenità humilmente si ricomandiamo. Date nel monte di Osopo, a dì 12 di Marzo dii 1514, a hore 24. i Hironimo Savorgnano. Benché io había scrito cosi gaiardamente, non è 26 però che cosi sia la verità; anzi io e missier Theodoro faceino intender a la Serenità Vostra che fino a Pasqua ne basta l’animo de mantenirsi, che saria 16 Aprii; ma de lì in suso é imposibel che se posamo tenir, perochè le vicluarie ci maucherano. Li animi de li soldati et contadini se invileria non venendo socorso, chè, a dir el vero, le faetion el li sinistri sono grandissimi per esser la guardia granila, et lo grano, che era preparato per li homeni, bisogna darlo a li animali. Aspetamo lo socorso che Vostra Serenità ne ha scrito in zifra; ma vengasi consideratamente, acciò non seguisse qualche sinistro. Tre o quatro milia cavalli de’ turchi che coreseno fin a Lubiana, divertiria-no coslor; che sarano zornale 4 sora de Verbosana. Questa è la examinatione di quel preson di Gorizia. 1514, a dì 12 di Marzo. In monte di Osopo, sier Raymondo Dorimber-cher zentilhomo di Gorizia, nipote di sier Rasmo, di età di zircha anni 22, fato preson questa matina, depone ut infra. Che, nel primo arrivar dii campo inimico qui si trovorono esser 2800 lanzichinech et boemi schiopc-tieri 300 et cavali 800; 8 boche grosse de artigliane sono ancora a questa impresa. Et è gionto, ino’ quarto giorno, el capitanio Rizano, che era a Verona, con homeni d’arme 400, lo qual ozi si dovea partir de Ven-zon et andar ad alozar a Tricésimo. Li cavalli 500 primi allozono a Gemona, salvo lo conte Christoforo con 100 cavalli che aloza qui con le fantarie. Ogni notte questo monte è circondato da 400 fanti el 40 cavali; stavano con speranza che per mancamento de -aqua nui li capilassemo ne le mani. Dopo la pioggia, hanno determinato levarsi per venir a la volta de Sazil; ma vogliono lassar qui cavali 200 de questi che qui sono, et fanti 800 che si aspetano da la Charintia, li quali come sian giunti, questi si partirano. De darne bataglie, nè di pigliarci per forza niuno più s’ el pensa. Dice etiam la spesa di la bataria esser stà infinita; e che a Gorizia non zè più né polvere nè ballotte; ma da poi che hanno presa la Schiusa,lì ne vie-na abundantemente per la via di Vilacho ; la qual Schiusa fu presa avanti che le artigliane li fussero condule, facendo creder a quelli dentro che noi eravamo resi. Come io scrissi a Vostra Serenità, per altre mie, ne l’arivar dii campo inimico qui a dì 15 dii passato,