121 MDXIV, MARZO. 124 vedi il magnifico domino Ilironimo Savorgnan di haver Maran, promelendo una paga a quelli boemi è dentro, per il qual effetto domino Ilironimo predico andò a quella volta, et mandando a dir a quel capitanio la Signoria li voi far salvoconduti ai co-messarii cesarei, et che s’il voleva l’andasse dentro a parlarli che con 10 di soi li feva salvoconduto ; el qual domino Ilironimo non vi volse intra r. Item, si ha certissimo il conte Chrisloforo esser zonto a 64* Gradiscila; et questo si ha per uno ciladin di Udene fo preso a Monfalcon, et venuto lì a Udene referisse i nimici aver preso Cremons, perchè li fanti fo mandati a quella custodia di la compagnia di Damian di Tarsia solili star lì in Cremons, avanti i nimici si aproxitnasseno, abandonò il loco, et il provedador Viluri andò lì el tolto a i nimici uno sacro e alcune vituarie era con li cavali lizieri. Poi scrive, in quella bora, per el ritorno di Nicolò da Pexaro capo ili balestrieri, stato a Cremons, ha inteso come il conte Bernardin Frangipani padre dii conte Christoforo, era zonto a Gorizia con cavali 50, inteso l’ave il fiol era ferito et chiamato da sua moglie, eh’è sorela dii Cardinal Curzense, qual se ritrovava lì in Gorizia; e questo aviso l’ha da uno presoli fece il prefato Nicolò da Pexaro etc. Da poi disnar, il Principe fo, justa il solito, in chiexia a la predicha con li oratori. Predichò el Monopoli, de [’bordine de San Zane Polo, qual predica lì et è valente homo. Et compita, si reduse il Colegio con li Capi di X et uditeno il capitanio zeneral, qual vene da poi la predicha. Di Friul, fo letere di Udene, dii locotenente, di 8, fiore una, qual vene questa note. Avisa come il conte Christoforo havia mandalo una teiera a la comunità di Udene, qual manda a la Cesarea Maje-stà. È data in Cremons, sotoscripta per il capitanio zeneral et altri capitani cesarei ; la copia sarà qui avanti scripta. Sichè il conte Christoforo è sano, e con cavali e fanti 1000 è zonto in Gorizia. Scrive l’artelarie ozi è stà imbarchate per Venecia pezi 8, et è stà trovà uno altro pezo granilo. El provedador zeneral Viluri zonse lì in Udene poi ch’el fe’ quel danno a Cremons, et fa le mostre a li stralioti e us-sirà fuora verso Maran ; pertanto suplicha la Signoria li mandi almeno 50 homeni d’arme, et voria Piero di Longena, eh’ è praticho in quella Patria. per il trombeta di Nicolò Paleologo, tornati i nimici, che li menò uno prexon, dice di aver visto il conte Christoforo, qual havea l’ochio negro, ma non ha mal da conio. À visto vaslalori, zape e badili per mandar a minar Cremons ; voleno far quello ordinò il capitanio zeneral si facesse, ch’è minar le mure di Cremons. Scrive, il provedador Viluri, che fu a Cremons 65 con li cavali lizieri, li tolseno uno sacro a li inimici et sfondrò 5 bote de vin, et disialo il pan era preparato, adeo i nimici per questo à convenuto ritornar in Gradiscila ; sichè è bon rumarlo ; che ch’il volesse lenir, non havendo Gradiscila, bisogneria gran spe-xa etc. Copia di la letera dii conte Christoforo scrita a la comunità di Udene. Reverendi nobiles consilium et populus civi-tatis Utini, amici carissimi. Benché se persuadendo vui, per lo vinculo del sacramento e per lo vinculo de la fidelità vostra facla a la Sacra Cesarea Majestà et a la illustrissima et fidelissima casa di Austria et sui agenti per quella siali continuati in la devotione, fede constante et sincerità voslra, tamen, havendo inleso alcuni infidi et perjurii de lì, non havendo respeto a la fede promessa et juramento, essersi alienati de-la fidelità contra li boni et fideli, per paura non haver ardire di moslrarse conira loro credendo tutto lo exercito cesareo esser totaliter roto et frachassato e nui lutti morti, per tanto vi exortamo et imponendo che, visis prcesentibus, vojati per vostre letere darne resolula resposla per significarne se la opinion, volontà et niente voslra è de perseverare in la debita fidelità de la Majestà Cesarea, come haveti alias promesso et jurato, overo non, adziò sapiamo in qual modo habiamo a procedere contra de vui quando vi trovareli di sinistra opinion contra li prediti, quee tamen non credemo. E non abiati più alcuna legili-ma excusalione quando che a vui se apropinquarc-mo, perchè alora con vui palo nè conventione alcuna voremo. Li prelati scelesli et perjurii che ce hanno rebelalo, credevano il signor Bortolameo Alviano con lo exereilo venuto soto Gorizia ex improviso dovere subilo pigliare Gorizia, Gradiscila e Trieste per ritrovare diti luogi senza presidio de zente, ar-telarie et munitioue, et mai più lo exercito cesareo non dovea venire in la Patria. Ma lui, hessendo stalo molto bene salutato soto Gorizia, e inteso lo advento nostro, s’è levato con magior furia, celerilà et vergogna e danno; et quelli che credevano noi essere roti et morti, si pentirano de le male aclione et erori. Monfalcon, che havea, per sugeslione di alcuni, vacuato, conosuto lo erore suo, moki proprio, mer-