331 11DXIV, LUGLIO. 332 terra ; i qual molini sono stìi fati per lor todesclii et 186* boemi. Et dice che, da può’ ha ’uto subsidio, quelli dentro hanno forlifìcado, zoé al bastion grando, che era minato, hanno portado bote et irnpide de terra, non l’l’inno però alzado ma stropado la roptura fata a basso et dentro dal muro che fo batudo al tempo de la obsidione. Todeschi feceno un fosso largo cer-cha do passa e profondo cercha do pie et mezo, et dice che li cestoni, che havevano fati i nostri, tutti sono ruinadi; et li do bastioni grandi, che erano fati ex opposito di quello de la terra, fono brusadi ma non sono compiti de ruinar; et al presente non se fa* alcun riparo in Maran, nè fuora per todeschi. Et dice che do volte le zente todesche se volevano render, ma Pantheran capitanio et boemi non volseno mai consentir, et per questo todeschi et boemi se volseno bater. Et dice che con la opinion de’ todeschi erano quelli di la terra exceplo sette ¡caxade, che essa non cognosse, salvo Zuan de Marquardo et Nicolò Grasso che tegnivano la parte de’ boemi ; et quel Zuane, da può’ dato el soccorso, è sta morto da una bombarda da mar. Item, dice che in Maran se diceva, et maxime da Antonio Stratioto patron de essa Cecilia, che li soldati hanno havuta la paga de 4 mexi ,et lei ha veduto Ilironinio Buson da Udene haver 4 raynes; el qual Hironimo, come lei ha veduto, dava animo ai altri che non si rendesse, et al presente ditto Hironimo ha conduto a Gradischa le sue robe. Item, dice che al presente se trova in Maran Panlheran e lo capllanio di la terra, el nome di quali non sa ; et anche è dentro Hironimo Buson. Item, dice che una note, cercha 4 note avanti venisse socorso, el fo trato dal campo de’ venetiani in la terra una freza con un boletin che diceva: « lenitive forti, che 1 socorso vien ad ogni modo»; et per quanto disse Antonio Stratioto suo patron, dila freza se diceva esser Irata per un spiciero, el diceva el suo nome, ma lei non se ricorda. 187 Dii dito locotenente fo eliam letere, di 4, con aviso auto dal castelandi la Chiusa, el qual è questo: Letera di sier Zuan Tiepolo castelan di la Chiusa, di 3. Come ha ricevuto le farine li ha mandato sachi 5, per Nador de Magniano. Item, in quella matina era zonta una sua spia fidata, qual vene Sabato, a di primo, da Vilacho, et dize esser sta fato una dieta a Zil, ne la qual se à trovato lo lmperator, la qual à deliberato far zente. Da poi se n’ è andato a Viena, et ivi se atrova e fa zente, e sempre manda a Vilacho, e de li vanno,a Gorizia, adeo che fra Gorizia, Gradischa e Marano, si à Irovà, fra pie’et a cavalo, zente de ogni sorta a la summa de 4000 persone, li capi de li qual sono do: uno si dimanda Pas Marcho, l’altro On. E a Vilacho si atrova 200 cavali, et de zorno in zorno ne zonze, e che Mercore pasato li zonse 12 bote de armadure de ogni sorte, le qual vegnivano de una terra che se dimanda____ — et di continuo zonze gran summa di balote di ferro de ogni sorta; se lavora gran quantità de lan-zoni. Item, Zobia pasala pasò a la volta de Gorizia, fo a di 29 Zugno, 20 cavali cargi de balote de ogni sorte, e si manda a Gorizia assa’ vituarie di biave. In Marano si atrova 400 fanti con vituarie per 6 se-timane, el a Vilacho si alrova lutti li rebelazi di questa Patria, li quali stanno di bona voglia. 11 qual aviso aulo, esso castelan avisa esso luogotenente, el si ricomanda insieme con quel locho di la Chiusa etc. A dì 6. La matina, in Colegio, non fo il Princi- 187* pe, justa il solilo. Di campo, di le Brentelle, dii capitanio .venerai, di eri. Come il campo inimico era levalo quella matina, come scrisse, e andato alozar a Monte Galdela e San Martin di la Vanesa di là del fiume, e melevano a hordine di far un ponte per passar di qua di.........e venir vicini al nostro campo, con fama data di voler venir a la zornata. Sono lanze 700, cavali lizieri 700, fanti in tutto con li todeschi 7000. Le zenle dii Papa parlino; unde lui capitanio inteso l'habbi il levarsi de i minici, cussi e ti ani lui con luto 1’ exercilo farà e verà al Bassanello per poler intrar in Padoa, e non si dubiti che bavera cura di l’exer-cito; nè li stima, perchè, benché i nimici siano ben armati e li nostri non, maxime li homeni d’arme numero 484, niente di mancho, quando fosseno, non si laseria li nostri dar de le botte ; tamen non si stagi con fantasia alcuna, pur si mandi danari aziò le zente slagino volentiera, maxime al presente che sono in campagna e comprano tutto. Di sier Domenego Contarmi provedador generai, letere, ut supra. Di Treviso, dal podestà e provedador generai Pexaro, ut supra. Fo parlato in Culegio di danari. Alcuni voleano meter decime, altri tuor imprestedo, e fo ordinà Pregadi. Da poi disnar, fo Pregadi et lecte le letere sopra-scrite. Da Constantinopoli, dii laylo, di 10 et li