425 mdxiv, vorano comprar li soi inviamcnti, come è dicto di sopra. 1514, die 12 Augusti, in liogatis. Ne la parte a dì 7 dii presente presa in questo Conseglio circa le botege di easaria, si contiene questo capitolo, videlicet che siano excepti tutti li forestieri che volesseno vender a le piaze li soi formazi dolzi de ogni sorte et carne salade, a li quali fusseno deputati zorni 20 più el meno, sicome parerà a li Provedadori de comun, a poter quelli vender a le piaze per far abundantia a questa cità nostra ; et perchè, consultata questa materia, per li ricordi fatti si convien reformar quele parole aziò che in reliquis la dieta deliberatione sortisca cfTeclo chesi desidera, l’anderà parte : che per audorità de questo Consejo, il capitolo soprascrilo sia remesso del tutto, et in loco de quello se abbia a reponer queste parole, videlicet, dichiarando che i forestieri che condurano in questa terra li soi formazi dolzi et carne salade de ogni sorta, li possano vender a le piaze i zorni de merca-do, et etiam li sia reservata una botega vacua a poter vender ogni zorno in casaria, pagando i soldi quatro al zorno, secondo che sempre è stà el consueto de far. 242 Di campo, fo letere, di osi, liore 18, dii provedador zeneral Contarmi. Come de i minici non era nulla di novo. Di Boma, hessendo Pregadi suso, vene letere, di 4, di l’orator nostro, e di Fransa di V o-rator nostro Dandolo, date a dì 27 Lujo, a .... le qual fo lede poi che licentiono Pregadi et restò Consejo di X con la zonta, et fo divulgato erano bone letere con la conclusion di l’acordo tra Franza e Ingaltera; tamen nulla fo dillo. Di sier Vetor Lipomano, di Boma, vidi letere, di 3 et 4. In la prima, come era morlo a Viterbo il reverendo domino Bernardo Zane arziepi-scopo di Spalalo, con oplima fama di savio e dolo. Questo seguiva il Cardinal San Zorzi, et con lui era ito fuor di Boma ai so’ castelli. Diman in Concistorio il Papa darà il suo arzivescovado al fradello dii Cardinal Corner, naturai, che è episcopo di Oserò, e quel di Oserò darà a domino Jacopo Orso veneto ; e il Papa li dà a lui sier Vetor, per Anzoleto suo fiol naturai, è con il Papa, ducati 200 di benefidi di quesli. Scrive, el signor Frachasso de lì slà malissimo; non poi scampar. Di Crema, è stà dito, il signor Renzo à protesta la Signoria non poi più tenir Crema. Item, agosto. 426 da Ferara si à ’uto l’aviso come el signor Bortolo d’Al-viano liavia preso in Este molti cavali di spagnoli e fato bon botino; poi si ave l’aviso di questo da la Signoria nostra. Da Lion è !etere, come l’acordo con Ingaltera si tien per fato, et di bora in bora si aspeta zonzi l’aviso. Item, per le letere di 4, scrive è letere di Piasenza, di domino Francesco da Fiano, come di Crema el signor Benzo era ussito e fato certo danno a li inimici li è a campo, e che francesi vengono in Italia ; et za lì in Roma si meleno scomesse a ducati 12 per cento chi voi tocliar che per tulio Seplembrio francesi sarano in Milan. Scrive, in quella matina è slà dà il vescoado l’un e l’altro, come il scrise, e lui averàli ducati 200 di beneficii. L’acordo con Ingal-tera e Franza, per Roma si lien per concluso. L’orator nostro questa mane è sialo dal Papa con la nova di Este; etiam lui sier Vetor l’havia auta di qui, 300 cavali et 250 fanti presi, e il Cardinal Bibiena li disse : « Èia cussi ? » Li rispose quello havia por le sue letere. Disse esso cardinale: «Cavateli un zero; rc-slerano 30 cavali el 25 fanti, » e l’orator nostro partì. E stando cussi, sopravene un mazo di letere al Papa di Franza, di 27, qual le lexè con Medici e Bibiena : era letere etiam di l’orator nostro ; sichè l’acordo si tien sia fato. Scrive, è morlo lo episcopo di Be- 242* slige et domino.......episcopo di Sessa. Ozi il signor di Piombìn intra in Roma, qual è nepote dii Papa ; lien I’ habi una di Medici, qual l’altra sorella fo moglie di Redolii. De lì a Roma è grandissimi caldi, più che sia stati zà molti anni ; et scrive che hessendo in palazo dii Papa, Soa Santità era con li do cardinali sopranominali, e volse veder intrar il signor di Urbin di la fanestra; qual ozi, a dì 4, è intrato. E stando lì, vene le letere di Franza come ho scrito di sopra et fin 8 zorni verà li capitoli, però che il re di Franza ha contentato a quello voleva il re d’In-galterra, et mandalo la commissione al zeneral di Normandia, è suo oralor in Ingaltera, che concludi. Eri fo letere di Rodi, di 20 Zugno. Come il Signor turcho, qual va con potente exercito contra il So-phì che li vien adosso, era stà roto dal dito Sophì uno bassà con 15 milia cavalli; per il che il Turcho si era retrato in Anguli. El qual Turcho havia con sì 10 milia bochede artelarie, et aspetava-in suo ajuto quel di la bareta verde, e il Sophì li voi venir adosso avanti che zonzi al Turcho el ditto socorso. Di queste nove de qui si dia saper la verità ; e ch’el Signor turcho à fato comandamento a tutti soi subdili, chi ha un cavallo di valuta di aspri 200 in suso vadi in campo con lui. Noto. Fo dito come era morto il Cardinal di To-