313 SII)XIV. GIUGNO 314 176 Sumario di una ìetera venuta di Fiorenza, di le feste fate questo anno, che vi andò el magnifico con li cardinali, di Zugno 1514. Veramente mi dolgo che non habiale possuto vedere una festa che mai a’ nostri giorni sarà un’altra volta simile ; nè credo che la memoria serva a potervi ricontare ogni parte di quella. Ma cominciando, Mercoredì, a dì 21 Zugno, secondo 1’ uso anticho, si feze bellissima mostra, e la malina seguente la solita devota processione, e il giorno, dopo disnare, sopra un longo caro andò fuora una fusta ornata con tulli soi coriedi, come se in proprio mare havesse a navicare, e fornita di huomeni piazevoli e bufoni, e tutti a una livrea marinarescha, fra’ quali el Barlachii, dove havevo su racolti i pochi pazi che si trovavano in questa nostra cità, uno el Carafulla in capuzo. E andando per tutta la terra come in destare el popuìo a festa, fu solazosa piazevoleza, dove concoreva tutto el populo e quanti forestieri vi si trovava, che da Roma ce n’è assai, fra quelli 7 cardinali, zoò Cornaro, Sauli, Bibiena, Ferara, Cibo, Siena et Ragona e il nostro magnifico confaloniero di Santa Chiexia, tutti turati, ma tulli si conoscevano. La malina seguente, che fu Venerdì, a dì 23, secondo l’anticho costume furon fate le nuvole overo hedi-ficii, rapresentando prima quando Dio cazò Luzifero e soi seguazi dal cielo; di po’ l’Anonciatione di Nostra Dona; apresso quando San Giovanni batizò el Signore, e la madia non vi manchò over munimento, sussitando Christo estrasse e Santi Padri del nymbo. Seguì di poi un altro misterio, quando Nostra Donna salì in ciclo e lassò la cyntura a San Thomaso; e per l’ultimo el vivo e ’1 morto; che troppo mi estenderei a voler narare ogni particulare, che veramente ogni cossa passò honorevolmente e ben ordinata. E non vo’ lassar de dirvi che, inanzi a questa repre-sentatìone, havemo avanti a questa una morescha durante non mancho de una hora; fu bella quanto mai fusse veduta. Erano 31 homeni tulli vestidi a la livrea dii Magnifico, ciaschuno con la sua spada a do mani, facendo e atizando in tanti diversi modi che racontar non si potrebeno ; e cussi passò questa ma-lina, che fino hore 18 se hebbe da vedere. Hora non so da che capo mi fare a dire quello che la sera 176* havemo, cossa veramente giamai non più veduta, rapresentando il triumfo di Camillo, qual furono 17 cari, over triumphi. Prima ne veniva un caro di • scale, lanterne e altri simili instrumenti da sforzar una cità, e apresso uno altro caro di rotele, pavesi e molte arme predate da i nimici ; di poi uno ariete che antichamente usavano ad abaler le mure, ch’era hello e ornato hedifìcio. Seguiva ancora un caro dove era sopra una ocha, che fu causa che romani sentirono lo scalare del Capitolio. Apresso a questi seguiva 11 cari, che significavano di diversi atti di questo triumphanle Camillo: quale era caricho di veste, qual era caricho di argento, qual di presoni, qual dì arme, e tutte erano spoglie de i nimici, ma tanto bene ornati e abiliati, compartendo ogni parte al suo termine, secondo dir si può. Seguiva apresso questi più eminente e magior caro più che tutti gli altri ornatissimo, di pregioni armati e belissime spoglie, tirato da 4 para di boy, che gli altri sopliva do paya e qual tre. Venivano drieto a questi circha 200 cavali, eh’ era da 80 homeni d’arme compartiti per hordine benissimo in tre parte, eh’ eran tre compagnie die hanno di poi servito a la zostra, e con bellissimo hordine lenivano longo spazio. Et erami scordato che, intorno al primo caro di scale, eran 100 maragioli, overo guastatori, con girlande de olivo in testa; apresso poi a le gente d’ arme con loro stendardi e ogni arnese necessario. Seguiva 50 a piedi vestiti tutti di panno azuro con certe arme di legno, con certi fassi di verge d’oro a quelle aste ligate in capeglii con girlande de lauro in testa. Ultimamente ne veniva, sopra un più che ogni altro grande trium-pho, el victorioso Camillo, sopra quale triumpho erano e cantori cantando manifestavano quello che vedrete e sarà qui avanti scripto. Sabato malina, fo el dì di San Giovanni, secondo il solilo, seguirno l’oferle di la Comunilà, e apresso e magistrati de la cità, ove erano 4 festagioli con uno lucho di raso eremesino roso fodrafo di labi pao-nazo di eremesino; e fu bel veder, e non mancharon gioganli e spiritelli novamente refati, e questi nostri cierii che oferiscono le castelle furo ritornati, da poi oferti fuori de l’uso pasato, in Piaza, per farne di tutti, la sera, bellissimo focho. El giorno poi disnare havemo el corso del palio, e quasi come un tributo el vinse Mantoa, e per comissione dii Marchexe el cavalo el palio fu donato al Magnifico. La sera havemo la solita girandola. Mai n’ ò visto un (ale hedi-ficio sì bello e sì ornalo quando Herculeandò a l’inferno ; e corrispondendo ogni parte, mai fu visto il più maraviglioso fuocho e prociedente tanto che consonse infine al cavo ogni parte che niente vi restò; e quei cierii, eli’ erano in Piaza, per ardersi ili quel tempo che si aspetava il focho di la girandola, furono sachegiati a furia di populo. Domenica malina in Piaza era preparato una casa bellissima de