MDXIV, MARZO. 110 non escano fuori et mirino in Gradiscila; et come era venuto uno villan da lui a dirli che ’1 capitanio di Gradiscila todesco si voleva render a lui, et però andasse; de che non si fidando, à mandato a saper se questa è la ferma intention di rendersi, et sicome intenderà, si governerà ; et in Gradisca è solimi fanti 80. Replicha l’aviso di la morte dii conte Christo-, phoro, sicome era stà dito per avanti. Di sier Vicenzo Capello provedador in ar-mada, fo letere di eri. Dii suo zonzer a Lignan loco propinquo a Maran, justa i mandati di la Signoria nostra, con le do galie, dove à trova sier Toma Moro capitanio di l’armada venuta con le fuste, et prima custodirano li boemi non escano di Maran, poi veder si potrano trazer quella galia. Di Ragusi, di domino Nicolò Gondola abate di Mcleda, di 24 Marzo. Avisa, turchi stati soto Tenina, loco di l’ongaro, esser sta malmenati, morti più di 500, et erano tornati via. Etiam ungari di sopra dete un’altra rota a’ turchi; et per avisi venuti, el Signor turcho è venuto a Constantinopoli; et perchè il suo nepote, fo Gol di Achmat, con il favor di suo suocero Sophì era pasato su la Natòlia con gran zenle, per il che il Signor havia mandato per tutti li sanzachi di la Grecia che venisseno a la Porta, e voi far exercilo contra. Itevi, à fato la paxe con il re de Hongaria, et vestilo il suo orator d’oro, e donatoli ducati 100; e altre parlicularilà. Fu posto, per i consieri e tulli i savii e Cai di XL, luor licentia di poter proveder a la g’alia di Constau-tinopoli tolse sier Orsato di Prioli qu. sier Marco, che non è spazada ; et fu presa. Fu poi posto, per li savii ai ordeni, dar a la dila galia che si habhi a incantar di più ducati 500, zoè di don, di danari di tre Provedadori sora li ofici, excep-luando i ultimi niezi Gli, cussi contentando sier Zuan Coniarmi che à tolto l’altra galia, et debino partir per tulo Avosto proximo, et fu presa ; et prima: Fu posto, per tutto il Colegio, di luor licentia di poter prolongar il partir di l’incanto di le galie da Constantinopoli. Ave 9 di no, 160 de si. Fu posto, per li savii, che li Patroni a l’arsenal porli il conto di la setimana in Colegio e dagi sacramento a li proti e a’ portadori di aspelar. Fu presa : 10 et 167. 57* Fu posto, per li savii, che atento siano stà deliberà al publico incanto in Rialto per li Provedadori di comun molte botege, Gn qui numero 17, di ojo per le contrade, e alento fu preso non si potesse darle senza balotation di questo Consejo atento il bisogno ha la terra di danari, ch’el sia preso che dite balotation siano fale in el Colegio per li do terzi, in-Invogliando li dilli Provedadori di comun et non melendo ballota; e fu presa. Fu posto, per li diti, che lutti quelli hanno crediti a le Cazude debano fin mezo Mazo aver tolto li debitori, aliter pasado, el si conzi le scrilure, ut in parte. Fu presa. Fu tolto scurtinio di un savio dii Consejo ordinario, el tolti quelli (o nominati l’altro Pregadi che ' non passono, e di più sier Lueha Trun, lo consier, qu. sier Antonio, qual per esser consier da basso non potè esser provado per le leze et stridato non si potea provar. Esso sier Lucha andò davanti dicendo potea esser provado per leze, e fo trovà molte leze, adeo si siete assa’ in queste dispuste ; et tre consieri voleva che si provasse, zoè sier Hironimo Contarmi, sier Alvise Emo e sier Nicolò Bernardo. Sier Marco Donado, sier Polo Antonio Miani, sier Zorzi Pixani dotor el cavalier voleva eh’ el non se provasse ; et non polendo terminar, bisognava meter parte tre prime, adeo, visto, questo e bisognava far Consejo di X, fo licenlià il Pregadi. Et restò Consejo di X con la zonta ; e perchè non era il numero, fo mandà per sier Nicolò Michiel e sier Toma Mozenigo procuratori, che venisseno in Consejo di X, e cussi veneno; et fu fatto uno di zonta in luogo di sier Zorzi Emo, che si caza con sier Alvise Emo è intrà consier, el rimase sier Doinenego Trivixan el cavalier, procurator, savio dii Consejo, qual venne a tante con sier Antonio Grimani procurator, e rebalotadi, dito sier Domenego rimase. Fo tolto etiam sier Antonio Trun procurator, sier Za-caria Gabriel, fo consier, e molti altri. Di Roma, vene letere di l’orator nostro, di 2. Di coloquii aulì col Papa, et manda letere di Spagna di l’orator nostro. Exemplum interarmi Illustrissimi Domimi _g ad Serenissimum regem Anglice. Proximis bisce superioribus diebus, responden-tes ad lilteras Majestalis Vestraj abunde satis ut nobis quidem videtur, declaravimus quod paratissi-mos fuisse nos ac semper fore ad pacem cum Serenissimo Imperatore amplexandam, si modo honeslis ea condiclionibus offeretur, hoc est ut pax vera et siculi ipsamet scripsit Majestas Vestra rationabilis dici posset; neque enim pacem et concordiam recu-sare unquam possemus prò velcri instituto nostro, neque aliter sentire, hortante ad hoc nos precipue regia celsitudine vestra propter singularcm