483 MDXXVI, GIUGNO. 484 gran penachio pur lane, et in effecto sia benissimo a cavallo, et par mollo ben et porla benissimo la lanza. Corse Sua Maestà tre colpi et non più, prima perché li giorni inanzi si liavea un poco senestrato la man destra et non potea lenir molto ferma la lanza, poi perché la coraza li strinzea un poco et facea male, et ancho perché la lerza volta che ’1 corse, colui che incontrò Sua Maestà li dette nel petto una si gran botta che li buso la coraza, non però che li facesse mal alcuno, perché le lanze che coreano non haveano se non una vereta di ferro in cima et erano molto debile. Li altri tutti corseno otto botte per uno, et pochissime belle bolte furono 327 * fatte perchè vi erano de quelli che apena sapeano cavalcar. Il precio della giostra fu una lanza d’oro con un bel rubin in cima, et lo ebbe uno spagnol chiamato don Alvise deZunica, il qual ruppe 7 lanze. Da poi lui le miglior bolle che fusseno falle fumo quella del serenissimo Ferante fratello del marchexe di Manloa, il qual é un gentil cavaliero et si farà molto valente. Certo è che si aspectava veder mollo più bella festa et giostra; ma fu molto brulla, et se non fusse stato che vennero lutti benissimo vestiti et con cose di gran valuta, ma non però di spesa, perché molli haveano tolto 1’ oro cl argento ad ira-presiedo, et cussi le zoie, seria stala una cosa da non vi fare mentione di essa. In lettere del ditto, di 14 Mazo. Questa mattina Cesare et la Imperatrice se sono parliti de qui per Cordova et Granata. Noi partiremo fra 8 giorni insieme con il Gran canzellier. Heri sera fu fallo un paro di noze di la regina Germana nel ducha di Calabria, havendo lei 40 milia ducati di inlrala, et si dice sarà esso signor Ducha viceré de li regni de Aragon, Calhelogna et Valenza. Sumario di lettere di Roma, di 2 Zugno, dri- zate a li Cai di X et poi lecte in Pre- gadi. Come il Papa è molto gaiardo ; voi far il tutto. Aule le nostre di 20 del passato, zerca far più fanti. Parlò col Papa : é contento far 2000 fanti di più, et manda ducali 6000 al Verulano per la sua parte. È contento dar danari per la sua parte al castellai) di Mus pur si fazi presto et non se indusi ; è tempo horamai di scoprirsi, et scriverà al Verulano fazi li fanti grisoni. Scrive haver letto al Papa li sumari di Constantinopoli. Et zerca a le ledere di la pratica si ha in Lodi et Cremona, lauda tuor quella città et non é di aspettar più. Domino Jacomo Salviali voria da la Signoria polvere et balote per i denari del Papa. Da poi disnar fo Pregadi, ej. lecte queste lettere 328 da mar : Di Cipro, di sier Donado da Leze luogotenente et Consieri, date a Nicosia a dì 24 di Aprii. Scriveno zerca orzi mandati, prima moza 18 milia poi al presente su nave et marani, in tulio moza .... Item, haver trovato che uno Bernardin Merlán soprastante di le biave di la Signoria nostra haver tolto per ducati 854, hanno condanà a restituirlo con il quarto, più per pena bandito in perpetuo di Nicosia et distretto et viscontà. Etiam hanno trovà havia ne le man ducati 838 di raxon di la Signoria nostra. Li hanno falli dar fuora in contadi, quali erano dii tratto di formenti et orzi. Quella camera éexausta. Sono molti parizi che voriano con danari esser franchali, si come fu fato del 1516; qual parte del Conseio di X durò per uno anno. Di sier Hironimo da Canal capitanio al Golfo, et sier Antonio Marzelto capitanio di le galle bastarde, date in gaña in boca di Cataro a dì 26 Mazo. Come a Budua trovono do galìe: la Dandola con il Baylo vien di Conslantinopo-li, et la Bona di Candia con la fameia del qu. sier Donado Marzello olirn capitanio di Candia ; qual hanno licentiate vadino a Zara, et poi la Bona torni verso Corfù dal Provedilor. Tamen in loco di la Dandola voi dir la Badoera venuta per acompagnar ditto Bailo, qual fa tornar a Corfù. Et havendo inteso per uno navilio parti é zorni 3 da Corfù non esser de lì nova alcuna di fuste si levano per il Sa-sno, et lui Capitanio dii Golfo tornerà in Golfo, et lui di le bastarde anderà di longo a trovar il Proditor zeneral. Scrive, ditto Capitanio haver con lui le galìe nove et 2 fuste. Di sier Zuan Moro provedi tor di Varmada, date in galìa in porto di le Quaie, a dì 13 Mazo. Come di corsari nulla intende. A dì 7 si levò con tre galìe del Zante per andar a segurar le galie di Alexandria di ritorno et andar a Cao Malio, et dato licenlia al maran di le specie venisse verso Corfù. Et havendo mandalo do galie verso Corfù, una di quelle delle lengua a una barza di la Cania, qual li disse esser fuora tre fuste di turchi et do fusle di christiani armale a Messina con una patente di quel Consolo nostro: non sono di mal afar, nè etiam hanno fatto danno a christiani. Item, li ha