365 MDXXVI, MAGGIO. 366 castellano, volse allogiare in Leco questa notte, ma viste quelle lettere per il castellano di Leco non 10 volse admetter, imo li fece comandamento che el si levasse di quello loco; et lui tolto guida si levò de lì et vene, sopra il territorio bergamasco. Et era voce quella sera, che il castellano de Musso prediclo volesse andar a li bagni la mattina seguente; poi era voce che volesse andar a Milan, et alcuni diceano che ’1 voleva andar a Trezo dal signor Hironimo Moron. Beri veramente esso re-lator se parli da Leco et vene a Brevio, ove ritrovò fanti cesarei circa 130, et parlò etiam con 11 castellan di esso loco suo amico, el gli dimandò che gente erano di la Illustrissima Signoria in la valle de San Martino, et lui li disse da zerca 30 fanti. Et lo interogò se ’1 sapeva che gente d’arme de la Illustrissima Signoria venisse in bergamasca, et li rispose non saper. Et da poi lo interrogò se le gente de qua da nui potriano guazar Adda senza porto, et lui li rispose non saper per non esser pratico. Et esso relator che ha pratica cum el dillo castellano, li disse: « Et perchè me interogaie di questo, havesti forse sospetto de la illustrissima Signoria?» Lui rispose de si, perchè la Ireugua era compita tra la Cesarea Maestà et la Illustrissima Signoria, aggiongendo el bisogno che scaramuzia-ino insieme. Et queste tal parole le diceva cum gran paura et sotto stretta secretezza, che lui relator non le dicesse ad alcuno. Per lettere di heri, di hore 2 di notte, da domino Filippo Columbo vicario de olirà la Guchia siamo advisati,come heri, ad hore 16, zonse al loco de la piaza cavalli 10 et persone 9, tra i quali gli è il podestà di Valsasna nominalo Brandamino, et uno capitanio, qual se dice esser del castellan de Musso, nominalo Domenico Mallo. Quali zonti fonno per esso vicario dimandati cum bon modo, come lui scrive, et rezercata la causa del suo venir in ditto loco et dove andavano, et se gli veniva altra compagnia driedo, et etiam de dove erano dicto podestà et capitanio. Gli fu risposto che erano di Valsa-sina servitori del castellano de Musso, et che vo-leano venir de qui et andar alli bagni di veronese, et che aspectavano certi pochi compagni. Et per il mezo di uno altro amico de dicto vicario, che era de lì, qual era domestico dii soprascritto podestà, fumo certificati che aspectavano el castellano de Musso, el qual dovea esser allogiato a Morbegno de Valtolina, et che ’1 dovea venir in questa terra per andar ai bagni, come è ditto. Et che dillo podestà gli comisse che non dovesse dir alcuna cosa ad al- cuno di quanto dicto podestà li havea ditto al soprascritto. A dì 20, Domenega, fo il sorno di le Pen- 2491) tecoste. Etiam si fa l’anniversario del Serenissimo che è il terzo anno del suo ducato compito, et zorno di S;in Bernardin. Il Serenissimo volse venir in chies a a messa vestito di veludo cremesín di varo con li oralori, Papa, Cesareo, Anglia, do di 1’ Arciduca, Milan et Mantoa, mancò Franza et Ferrara, non era sier Luca Trun consier, con 6 Procuratori, sier Alvise Pasqualigo, sier Lorenzo Loredan, sier Jacomo Soranzo, sier Andrea Justinian, sier Andrea Gusoni, sier Marco da Moliti. El qual sier Marco locava andar con un Cao di XL di sotto, ma non volse, et andò con sier Francesco da Pexaro, tutti do Procuratori, videlicet Gusoni et Molili; di che fo assà mormoralo, che non volesseno acquietar a le leze che dieno andar di sollo a li Cai di XL eli’ è brazo di Signoria; pur non andò. Erano poi zerca 6 zentilhomeni olirà li ordinari, novo et non solilo sier Stefano Memo è ai X Savii, qual ogni annual dii Dose va, qual è suo amicissimo. Hor a la messa il Serenissimo va a l’aitar et dà in un bacii d’ar-zento ogni anno nel zorno fu creado per offerta ducati 25 veneliani de la sua slampa, li quali se parlino tra loro 24 canonici et el . . . . ha do ducali. Eravi etiam il Primocerio di San Marco, et il Pexaro vescovo di Ballo, qual sèmpre vien con il Serenissimo. Nè fu alcuna lettera, nè nova alcuna. Da poi disnar, fo Collegio di Savii poi vespero, et vene lettere di le poste, il sumario di le qual scrivo qui avanti. Fo il perdón di colpa et di pena qual dura queste tre feste a Santa Maria di Grafia dove hanno fatto il Capitulo zeneral et sono stali 140 frati; qual Capitolo è compito. Item, è il perdón a l’hospedal de Incurabili, pur*di colpa et dì pena, et dura queste tre feste ; etiam sarà il zorno dii corpo di Christo. Noto, fn questi zorni è slà fatto il Capitolo zeneral di frali Heremitani di Sant’ Augustin a Tre-vixo, dove vi é stati 700 frati, et hanno confirmà il suo zeneral maistro Gabriel veneto, per altri anni 5. Di Austria, dì sier Carlo Contarmi ora-tor, date a Olmo, a dì 6 de V instante. Come a 249 * dì 3 partì con questo serenissimo Principe da Tu-bing, come scrisse dovea far, et heri zonseno lì a Olmo, et la serenissima Principessa parte doman (i) Lo carta 248 * è bianca.