413 MDXXVI, M.GGI0. 414 crede che sii per esser di non poter observar li ca-pituli cum lo Iinperator. 11 che succedendo, ne sperano de optimo successo a la loro cosa, aliter assai mal, et che aspeclavano che la liga se cridasse, la qual cosa saria de qualche oplimo effeclo. Et che ha sentilo dimandar se la monslra generai era fatta de le gente de la Illustrissima Signoria, perché el signor ducha de Urbino havea levati 200 penachi molto bravi per causa de ditta monstra. Et che la terra sia in gran suspetlo. Apreno le bollege assai lardo, et le serano mollo a bon hora, el banchieri solili ad tenir banco non lo tengono, né li é altro banco che uno solo. Li lanzchinech doveano lochar dinari heri che fu Sabato, et che non ne tocando sono per andar via, et che Sabato che fu heri compile. Circa a l’esser del signor Gaspar dal Maino, dice lui rela-tor che ’I passò heri per la sua conlrala, et che non sentite dir altro di lui nè del fratello. Et che spagnoli senza dubbio stanno in timor, et che hanno fallo far di novo la porla di Corte vecchia, et fodra-ta di piastre di ferro, over di azalo, et in la porta fatto certi busi per poter operar li archibusi. Itern, ha sentito confirmar la nova, che verso, i monti la gente del territorio hanno fatici una bassetta . . . . de zerca 50, over CO spagnoli ; et che milanesi si lamentano che hora che hanno liauto il pagamento del taglione fanno vegnir le genie d’arme sul milanese, et che a questi confini alli passi non lassano passar alcuno, benché avanti do oVero tre giorni haveano alargato questo passar. In questa mattina, in Quaranlia criminal, per sier Piero Contarini avogador, fo posto di assolver sier Vidal Victuri che ’1 possi venir a Conseio, in-colpado haver tolto do moier, atento ha auto la prima sententia in suo favor. Ave: 8 de si, 13 di no, il resto non sincere, et non fu presa. Fu fallo li Sindici di XL compieno iusla la parte presa in Gran Conseio, sier Zuan Battista da Pexaro qu. sier Antonio, sier Alvixe Trivixan qu. sier Piero et sier Hironimo Venier qu. sier Zuane, et di rispetto sier Vicenzo di Prioli, sier Marco Antonio da Mosto et sier Hector da Riva. A dì 31, Zuoba, fo il zorno del corpo di Chri-sto, nel qual zorno si fa procession solenne. Il Serenissimo vestilo di reslagno d’ oro, di zendà et beretta di restagno d’oro, con questi oratori: Legalo episcopo di Feltre, cesareo Sanzes vestito d’ oro, Anglia Caxalio, Archiduca preposilo di Brixinon, Baius, che dovea dir terzo orator di Franza, quel di Milan, Ferrara et Mantoa. Mancavano tre partili, Carazolo cesareo ito a Milan, domino Ambrosio ito in Franza, domino Erasmo ito in Austria. Erano etiam il primocierio di San Marco Barbarigo, lo episcopo di Baffo Pexaro, lo episcopo di Are Bra-gadin. Erano 4 procuratori, sier Alvixe Pasqualigo, sier Alvixe Pixani, sier Andrea Juslinian et sier Marco da Molili et non più, poi la Signoria et altri deputadi, et più di soliti palrici et senatori, in tulio numero .... Et nota. Sier Piero Marzello censor, che dia vegnir a compagnar la Signoria, za alcuni mesi non vien. Erano da zerca .... peregrini, che vanno in Ilierusalem. Il Patriarca nosfro domino Hironimo Querini disse la messa, et fo la prima a San Marco poi è Patriarca. La procession fu bella el tutta fatla ussir per la scaleta di la capella granda, che prima andava per San Chimento. El Serenissimo siete al suo loco, et non in la capella di San Chimento come solevano. La Scuola di San Rocco si fece grandissimo honor con 5 soleri, che fu bel veder et altri a piè di profeti che annuntia il di del iudilio, et assà arzenti portadi da batudi et corbe piene. È guar-dian Gratioso Saoner. Elicmi le altre scuole haveano assà arzenti. Etiam li frati di San Stefano feno do soleri, et quelli di frati Menori, oltra arzenti por-tono alcune reliquie, che non si poi portar in tal zorno, tamen le portorono. Hor fo ditto la messa come ho ditto, et principiala la procession. Fo bello tempo, la piaza piena ; et compita, di suso il Serenissimo locò la man a lutti li pelegrini et le donne, le qual (ulte e tutti liaveno il suo candelolo secondo il costume solilo. Et in questo mezo li Savii si reduseno in Colle, gio ; ma niun di loro vieneno con la Signoria per restar a consultar per doman. Da poi disnar, fo Collegio di Savii, et vene lettere di le poste, di Brexa,di heri sera, del provedi-lor zeneral Pexaro con avisi di Milan, et lettere dri-zate a l’orator di Milan. 11 sumario dirò poi. Item, di Austria fono lettere di sier Car- lo Contarini orator nostro date a Spira a dì 21. Come a dì 18 il serenissimo Archiduca et lui orator introrno in quella città la sera con grandissimo honor, acompagnalo da cavalli circa 800 armali di zenle d’arme ; li qual poi inlrato li licenlio-no mandandoli ad alozar dove dieno slar. Di qui si preparava li alozamenti per li Elettori et altri signori che dieno venir a la Dieta; ma tien il Serenissimo non voria farla per le raxon scritte per lui altre fiate. Scrive esser venuto aviso di Fiandra, che la città di Edil non era slà consignata a Cesare, come fo ditto era sta fatto, però che quele zeule erano