51 MDXXVI, MARZO. 52 Carlo da la Tela zenlilonrro milanese, fratello di lo imbassator legniva il signor duca de Milano apresso il signor Capitanio zeneral nostro, el qual mi ha dillo che, havendo per avanti el signor Antonio da Leva trovato una lettera che lui scriveva in zifra al signor Duca in castello, lo confinò fuora de Milano; el qual è stato molti giorni in Milano secretamente, ma ben con scientia de molti gentilomeni, nel qual lempo mandavano lettere et messi nel castello al signor Duca, et messi et lettere esso signor Duca mandava fora, facendo recapilo a lui. Et havendo suspition di lui il prefalo signor Antonio da Leva che 'I lusse in Milano, faceva inquisition di lui, unde li ha parso venir de qui in Croma, et far che ’I signor Renato Triulzio et la contessa de la Somagia deseno notitia a Milano al prefato signor Antonio, perchè fin 6, over 8 giorni, dice voler ritornar in Milano, dicendomi etiam che ’1 marchese dii Vasto è partito di Milano, perchè li senatori di Milano erano andati a dolersi da lui dii signor Antonio da Leva, che il ditto signor Antonio non voleva che missier Beneto dii Toso et conte Piero Francesco Visconte electi per imbasiatori a la Cesarea Maestà li andasseno, dicendo che mai in tempo di francesi, nè di altri che habbino dominalo Milano, sia stà recúsalo che 31* non possino mandar chi li piace. Dove che il Mar-chexe disse al ditto signor Antonio che haveano una grandissima raxon e che li lassasse mandar chi li piacea, et fra loro furono altercazion de parole. * Però dillo Marchese era partito da Milano e andato a Vigevene, ancora che si dicesse che andava a Aro-na per causa de grisoni. Afflrmandomi etiam, che missier Camilo, venuto di Spagna, che intrò in ca-slelo Sabato di notte a dì 4, ussite con intelligenlia del signor Antonio da Leva, el qual lo fece acompa-gnar fuora di Milano aziò non parlasse con alcuno, et è andato a la volta di Spagna. El dimandatoli se la Excellentia dii Duca è per assetar le cose sue con Cesare, disse di no, ancora che ’1 non babbi potufo parlar con ditto missier Camillo ussito dii castello; ma per li advisi auti dal signor Duca non è per dar audientia ad alcuna pratica per mexi tre, perchè voi veder quello farà la Illustrissima Signoria et il Pontefice. Et che esso Duca a li 25 dii passalo mandò fuori dii castelo doi sui fidati, uno a la Illustrissima Signoria l’altro al Pontefice per intender la opinion loro, dicendo che lui havea da cerca 120 zentilome-ni milanesi che cadauno di loro tonano in casa chi 100, chi 200 fanti, et che da ogni bora che haves-seno qualche segno da la Illustrissima Signoria e dal Pontefice tagliarono a pezi tutti li cesarei che sono in Milano et per il ducato. E di questo ha scritto al Proveditor zeneral etc. Da Bergamo, di reofori, date a dì 4, hore .... Mandano questa lettera auta da Milan, data a dì 3, qual dice cussi : lo nel scriver mio cerco di avisarvi de le cose io posso, presto : se li portatori me inganano, la colpa è de loro e non mia. Io volentieri vi dago aviso presto. Vedo quanto dicele circa lo advisarde li offici di Milano come siano affirmati per la Maestà Cesarea et soi agenti per tradare imprese. Io sempre sarò a li comodi vostri. Io credo si aspetterà la venuta di Barbon, qual se aspetta attorno a Pasqua 15 zorni da poi ; et similiter a Santo Joanne, si dice, partirà per venir in Italia Cesare et di questo se ne 32 ha molti avisi. Io a la giornata vi darò aviso. Heri sera se parli fora del castello da Milan el gran secretano dii signor Francesco Sforza per ritornar a la corte cesarea con scorta dii nepote dii magnifico missier Simon, qual vene di Spagna con commissione di non parlar una minima parola, salvo cum lui, sul S*ato, et da poi lo lassa andar in libertà. Di Brexa, dii provedador zeneral Fexaro, date a dì 5, fiore............. Da poi disnar fo Consejo di X semplice per 32' expedir alcuni presonieri per monede, alcuni asolti, et uno fo condanado. ltem, asolseno sier Zuan Batista Donado di sier Vetor, fo patron di la Insta, etiam incolpado di monede ; sichè fo liberalo. Et li Savii si reduseno insieme a consultar. A dì 8. La malina vene in Collegio, dicendo ozi saria qui domino Antonio di Constabeli oralor dii Duca per cose importante. Vene l’oralor Sanzes cesareo, dicendo aver con-sultà la risposta fatoli, qual etiam vedeno non esser resoluta, perchè, olirà il capitolo del ducato de Milano, si poteva etiam tratar li altri ; ma che scri-veriano a l’Imperador. Et parlò mollo quietamente conira il suo consueto. Et cussi questa sera fo spazato lettere in Spagna, et scritto a l’Orator nostro la prima et seconda risposta per soa instrulion. Di Austria, fo lettere di sier Carlo Contarmi orator, date in Augusta, a dì 3 di V instante. Come li erano gionti li fiorini 20 mila che fo promessi da quelli dii conta di Tiruol. Il resto che promeseno quelli del paese non sono scossi, nè