119 MDXXVI, MARZO. 120 Procuratori et all ri vestiti di negro, si fo al matin in chiexia ¡usta il solito et si compite a bona hora. Da poi andoe in palazo col Principe i Consìeri e parte dii Collegio .con II Capi di X, et aldileno uno Zuan di Frangipani fo fiol dii conte Andrea, zerman dii conte Bernardin, padre dii conte Cristoforo el nobile nostro, alozato in casa de sier Nicolò Michiel qu. sier Francesco è a le Raxon nuove, per esser suo parente, c! qual vien da Constantinopoli, stalo 11 per nome dii re di Franza, parti il Zuoba grasso che saria a di 8 Fevrer et va in Franza a trovar il He, porla li mandali e lellere dii Signor scritte et in panno d’oro bollate, sicome si bave dal nostro Ora-tor. Et disse de li gran preparamenti feva il Signor per mar et per terra contra Italia, e maxime eon-tra la Pula, et voi haver do exerciti uno per Italia l’altro per la Valachia. Disse un numero grandissimo di esercito capilanio Imbrain bassa, et questo per tre anni hanno fato promessa a la Franza che non 6 per Bongaria, perchè ha fatto trieva col re di Hongaria per anni tre. El Serenissimo li disse melcsse in nota ; tamen non li fu dato fede, perchè havemo lellere di 5 Fevrer dii nostro Bailo con altri avisi e fo ordinalo credenza, tamen il di drio tutti la intese. A dì 29 Zuoba Santo. 11 Serenissimo vene in chiexia a la messa, vestilo di veludo cremexin, con 6 oratori solo : Papa, do di Franza, Archiduca, Ferrara et Manto», el Primocerio et altri patrici ; ma non fossemo molti. El compilo 1’ officio, con li piati si andò al per-don a Santo Antonio e a l’hospedal di Impiagadi; sichè si vene tardi a caxa. Da poi disnar, si andò al matutin iusta il solilo, con li oratori: Papa, 2 di Franza, Anglia, Ferrara et Mantoa, il Primocerio et altri patricii et 7 Procuratori. Et nota. Li Procuratòri non voi andar con li Cai di XL come dieno per le leze, imo li precie-deno con mormoration di molli. Da TJdene, fo lettere, lette avanti si venisse in chiesia, dii Locotenente, di 27. Come havia hauto lettere dii capilanio di Goricia, qual l’avisava haver nova, turchi esser reduli in certa campagna et aspectavano alcuni cavalli per andar poi a danno non si sa de chi. i Da Crema, dii Podestà et capitanio, di 26, hore .... Riporta Pandino, che a li 24 la noie insite dii castello di Milano con una lettera della excellenlia del signor Ducha, che andava al casle-lano di la roca di Cremona, la qual lui Domenica di nocte portò nel castello, et che a boca la excellentia del signor Ducha li disse che ’I dovesse dir al ditto castellano che tallio quanto per la Illustrissima Signoria li era ordinato dovesse far et exeguir; et dice che in ditto castello li sono da ISOhomeni boni per combattere et che sono forniti de victua-rie di ogni sorte, Item, che a li 23 entrò in castello de Milano con le lettere del magnifico ambassator comorante apresso la Signoria nostra ; et altri par-ticulari. Le qual lellere per sua excellentia lecte, feccno grandissima alegreza fra loro cridando Mareo, Marco, et Ducha, Ducha. Item, ritornalo el Sabato di notte fuora, che fu a li 24, ha inteso da lo ambassator di Zenoa che ’1 signor Antonio da Leva ha ditto : « El Ducha domanda soccorso da venetiani el dal Papa, lo ho 7000 lanzichinech et 7000 spagnoli, ge romperò la testa ». Item, li ha etiam ditto che ’I signor Antonio da Leva cum li capitani de lanzichinech sono in discordio Ira loro, perchè l’ha-vea dato a scuoder sopra li sali et altre graveze per pagar essi lanzichinech, a li quali hanno dato una paga la settimana passala; el signor Antonio voleva el conto, e essi capitani non li hanno voluto darlo, digando che essendo capitani cesarei et il Stato de lo Imperatore, non dieno render conto a spagnoli ma a sui capitani, et che il governo dovea stare in loro capitani cesarei el non de spagnoli. Item, dice che la excellentia dii Ducha comenza a reficiarsi da per sè e star in piedi, lenendo però la mano con qualche suo servitore. Item, dice che in ditto castello ge sono homiui 600 valenti in le arme, et che de pane sono forniti, ma che de vino non hanno così abundanlia, el che ha redutlo a darli una ingi* stera a tavola al zorno; de carne fresche non hanno più, nè de formazo non hanno quella quantità che bisogneria, tamen tulli sono ben disposti. Item, per lettere il ditto portò in castello lettere di 19 dii doxe di Zenoa, per le qual li avisava che domino 75 * Andrea Doria havea preso do nave de zenoesi carge de mercadantie et riche, et che monsignor de la Clela ha preso una nave de boscayni molto ricca de mer-cantia. Item, che ’1 signor Antonio da Leva havea protesta al doxe di Zenoa per non haver mandato le galie, che de ogni danno et interesse che fosse per patir lo exercito cesareo li protestava et che ’I Ducha havea mandato una slafeta in Spagna dal Viceré et ducha di Barbon a exeusarsi che’l non mandava le galie per Andrea Doria che havea preso quelle nave, et che non voria enlravenisse danno a le galie. Item, che dillo Doxe mandò a dolersi a domino Andrea Doria de la captivilade facta de le