447 M0XXVI, GIUGNO. 448 di ultimo Mago. Quali mandano uno riporto et una lettera da Milan à hauta lui Gapitanio. 305 Die 30 Maij 1526, lettere di rectori di Bergamo. Missier Francesco Visconte riferisse, che heri 8 giorni, over Marti 8 giorni, successe che spagnoli fe-ceno dar el tamburo et a l’ordenanza li lanzenech per dargli la paga, et fatta la monstra fora de porta, forsi ad effetto di veder el numero loro con opinion de lasciarli uno osso da roder de una sperantia che fra quattro giorni li davano certissimamente danari, maxime expetando lo abà di Nazara da Genoa cum certissima provision de danari. Qual gionse poi el Venerdì seguente, che fu a li 25 ad Itore 21, ma però senza i danari; et stando i lancichenech malcontenti di questo et travagliati, pur li aquietorno malamente, perchè el giorno sequente preseno el capi-tanio Baptista de Ludron suo capitanio generai in Ponte Vedrò domandandogli le page. Et lui conte Baptista cum bone parole descargò questa furia de ditti lanzchenech adosso al signor Antonio de Leva, mandandoli a caxa del prefato signor Antonio, dove gli andorno cum grandissima exclamation che ditto signor Antonio inanzava il paese et la città, et che loro lanzchinech facevano tutte le fatiche, over la mazor parte, et la più importante, et che erano mal voluti da quelli di la terra per le extorsion che facevano loro spagnoli, et tamen non ne sentivano alcuna comodità. Dove a tanta furia el signor Antonio da Leva remediò cum darli 2000 scudi, che venca mezo scudo per homo, et li promise infa-lanter Luni proximo darli compitamente sì di queli che erano in Milano come de quelli che sono in Cremona le page loro; le qual page importano tutte da 45000 scudi. Venere poi adì25, comeèdilto, gionse el sopranominato abbà de Nazara senza danari e di mala voglia, et fecero uno consiglio tra di loro tulli li capilanei cesarei de recalar ditti danari fra loro per ditto effecto, et tamen non forno d’acor-do. Et par poi che ’1 dillo dì de Venere et Sabato el castello facesse grandissima alegrezza, et tirò forsi 400 botte de artegliarie, et sopra uno cauterio over travo grosso bulato fora de uno toron gli atacò uno par de stivali et uno par de speroni, et che da Pasqua de Mazo in qua non teneno più le bandiere, nè de lo Imperio, né del Ducha, ma in quello tempo de ditte feste de Pasqua messeno fora una bandiera de panno negro overo uno mantello, secondo che alcuni dicono et etiam lui relator dice haver veduto ; et che esso relator se partì Sabato ne scia quello sia occorso el Lunedi, che fu el termine tolto ad dar la paga. De le cose veramente de Piamonte, dice che revera lui ha uno trombetta, che parli de lì, che nel Stado de Turili sono state svalisate 7 compagnie tra a piedi et a cavallo da quelli del paese, et da certa genie de Zuan da Birago et fantarie italiane che sono de lì, quali si moseno de voler del signor ducha de Savoja cum havergli data secretamenle li-centia, perché lui Ducha assecura haver lettere da 10 Imperalor che non allogasse gente sul suo paese. In Milano veramente milanesi stanno tacitamente in arme prompti ad ogni picol cegno de favor che vedesseno, et spagnoli stanno cum grandissimo 305' timor, el stanno su grandissime guardie de dì et de notte, et hanno voltate le artegliarie conira la terra, et se sono bastionadi et seradi ne le contrade intorno il quarlier suo. In Pavia, perchè zentilhomini et cittadini di quella lerra non se reputando securi et conducendo via le robe dove meglio poteno extimando che siano loro spagnoli che siano per serarsi in Pavia, et pe-rhò essi spagnoli hanno poste tre compagnie de fantarie de la terra per suma forsi 400 fanti, et non lasciano portar via le robe, et fanno de grandi repari et hanno cresciuto il numero de guastadori. In Lodi veramente, perchè in questi dui lochi de Lodi et Pavia credesi che habino il suo pensier de assicurarsi, fortificano etiam Lodi, et gli è meglio de 500 guastadori, et sono preparali et falli allo-giamenli per fanti mille et dusento homini d’arme, et per cresciersi favor de fanterie, che se levino de ogni banda, hanno mandato uno bando per tutto dove gli è parso potersi adiular, ch’è loco ad tutti questi che anderanno al loro soldo gli darano de prima allogiamenlo certo, et etiam gli faranno provision de danari, confidandosi che la sperantia che danno di poter robar gli sia per dar qualche numero di gente : tutta via non si crede che da paesani siano per esser servili. De le gente d’arme spagnole, de alcune poche che sono a Mortara dredo la banda de Tesino, che poleno però passar in uno momento, et è la compagnia del capitanio Viglirga nepote de l’Arcon. Tulto 11 resto de le gente sono a circa Milano da 4, 6, 8 milia in circa a Bià, Casorà, Uosà, Merlà, Binasco et altri lochi circumcirca. Se crede anchora che le gente a questi confini de Trevino, Casorà et Vavre sono per andar a Lodi. Dice etiam esser vera la morie de missier Tomaso dal Mayno, et che è opinion che ’1 sia sta