277 MDXXVI, MAGGIO. 278 del Chrislianissimo che porta a la Signoria nostra, a la qual è molto ubligata per quello 1’ ha fatto essendo Soa Maestà pregion per la sua liberation, un-de in perpetuo li sera ubligata. Scrive haver visitato il reverendissimo Aus: colloquii ut supra. Zonse il nontio del re di Anglia venuto per alegrarsi di la liberation del Re, et lo pregò non ratificase li capitoli t»n Cesare fatti. Scrive il Re manda monsignor di la Vale a Vitoria da la Raina, per intertenir eie. Etiam fo lettere di 15 dillo, date ivi. Come quelli desiderano vengi li mandati, et ogni zorno va in camera del Re etc. Item, di 18. Dii ditto, di 27, date a Cognacli. Come a dì 22 scrisse, qual non si ha haute ancora. 11 signor Renzo di Zere zonse qui, qual lo visitò, et scrive col-186* loqui bauli insieme, dicendoli il Re non observarà li capitoli a Cesare, et farà la liga con Italia. Scrive si prepara alozumenti qui per il Viceré et capilanio Arcon, quali dieno venir con 50 cavali, ossia per trattar novo acordo, overo per passar in Italia. Domino Chiapin li ha dillo instarà col re Christianissi-mo non li dagi il passo venendo in Italia. Si aspetta vengino li mandati con gran desiderio, et zonli subito si concluderà. Si tien, il re di Ingilterra sarà in la liga, al qual andoe domino Zuan Joacbin, et si tien tornerà col voler dii Re. Scrive, 1’ orator anglico è qui li ha dillo, lien che’l suo Re non si scuo-prirà per adesso conira Cesare, ma aiuterà con danari, dicendo haver parlato al Re che non observi li capitoli eie. Scrive, uno Marco Antonio da Cusan é qui, qual dice restò a Lion in loco del Sturion quando parti, et ha scritto molte lettere a la Signoria nostra, desidera saper si quelle si ha haute eie. Scrive, mandando li mandati suplica siano chiari, aziò non si babbi causa di non poter concluder. Noto. Cognach è loco dove naque questo re Chrislianissimo, lige 18 da Bles. Item, scrive come il Cardinal Aus li ha dillo,come il Re havia ordina facesse metter alcuni francesi in preson fo in lo tratato di Barbon, et par li scrivesse li facesse morir, qual non volse per esser in sacris, et la cosa fu suspesa. Item, il Re manda il comandador Spinalosa in Spagna da Cesare per intertenir, monstrando voler observar li capitoli. 187 Ex litteris domini Jacobi de Capo, datis Mediolani, 26 Aprilis 1526. Vostra Excellentia saperà, che beri si dete all’arma tra quelli del castello et li Ianzchinech che vi stano intorno alla guardia, et scaramuzorno gagliar- damente, et sparò il castello molti tiri de arteglia-ria, et quelli di la terra saltorno in arme gridando : « Ducila, Ducha. Libertà, libertà ». Et sonando de molte campane a martello et in specie il campa-none, quale rilrovorno senza balochio, perchè già molti di questi imperiali glielo hanno levalo. Il castello facea lumera, et molti campanili di la terra medesimamente, et tutta via tirava il castello sonando tamburini et trombe, et gridando : « Francia, Papa et Marco ». Molli di la terra andorno a la Corte vechia et vi posero foco a la porta, quali erano forsi 500 et introrno dentro, perchè non vi erano se non sbiri, anchor che doveano esser 200. De li qual sono stali morii alcuni ma non lutti, perchè la maggior parte erano o milanesi o dii paese. È stalo morto il barizello ; il capilanio di iustilia che si chiama Brancamonte è slato preso da uno milanese soldato che si chiama Moneta, et intendo che questa matina per tempo lo ha condulo fuora de Milano, dal quale, se lo condurà in loco sicuro, potrà cavare qualche miaro de ducali de lalia. Sachegiorno la prefata Corte vechia ove erano le prefate robe del prefato capilanio de iuslitia et del barigello. Sachegiorno le robe del signor Antonio da Leva, ancor che il giorno di l’altro movimento il vene a star cum la persona solimi in la caxa ove alogia la signora Lucretia matre del signor Joanne Paulo, vicina a missier Beneto Toso. Et non solum sachegiorno le robe del signor Antonio che haveva nel prefato allogiamento di Corte, ma 1’ altra sua casa che tenea in Porla Romana vicina a quella del signor marchexe del Guasto, quale medesimamente è stata sachegiala ; di modo che alli prefali dui signori sono stati tolti et cavalli et quanto si è ritrovato de le sue robe, et medesimamente alli loro gentilhomeni, cortegiani, soldati et officiali, che ha-veano li allogamenti nel contorno, lutti sono stali sachegiati. Il signor Marchexe et il signor Antonio, che erano per la terra a spasso, se rilirorno a la caxa di missier Gaspar dal May no ove il giorno avanti era andato ad allogiare il signor Marchexe, et ivi si fecero forti pigliando li capi de le contrade con carette da donne et botte et altre cose che più pre- 187* sio gli venero alle mani. Et Ianzchinech si fecero forti alle strade che pongono capo al castello. Vernano quelle genti da Milano sbandale et senza alcun governo, et pochissime con arme. Intorno ha-veano pur qualche schioppo et qualche arma de basta, ma pochissime vi erano, et gran parte ve ne era che non havea altro che una spada et una capa o tùia guarnacia di tela imbraciala, et molli ne