113 MDXXVI, MARZO. 114 do omnia vanitas; allegò il Sanazaro in la Crislea, el commendò molto questa republìca. Di le poste vene lettere, avanti si venisse zoso, le qual fo lede avanti, il sumario dirò di sotto. Etiam fo lettere dii capitanio dii Golfo, date a Caocesta a dì 22. Quello scrive dirò poi. A dì 26, Limi. Benché fusse il Luni Santo, iamen fu fatto la solennità di la Madona cbe fu eri, nè fu aperto le botege; ma leQuarantie tutte tre et li XX Savii sora li exlimi sentono per livrar i soldi, con mormoralion di molti. Vene il Serenissimo, vestito damaschin creme-xin di dossi, con lutti U oratori numero 9, el Primocerio di S. Marco et li 4 solili Procuratori, et poi altri più di beri senatori a messa in chiesia et ve-sporo ; ma prima venisseno, il Collegio in camera dii Serenissimo redulo, si lexè le lettere de Ingil-terra venute di l’Orator nostro di 25 Fevrer, 3 et 11 di l’instante. 11 sumario dirò poi. Item, vene lettere di le poste di Bergamo, di 23. Fo il perdon di colpa et di pena a S. Stefano, hauto da questo Pontefice per aiuto dii Capitolo ze-neral dieno far a Treviso ste Pentecoste. Da poi disnar, a S. Marco, il Serenissimo in chiexia a la predica, et predicoe fra Beneto di Foia-no di l’ordine di Predicatori, predica ai Crosechieri. Fo (ulti quelli di sta mattina, oratori et altri et qual cosa di più, zoè più numero, adeo i lochi erano pieni, et questo perchè zenlilomeni altri havea-no strelto sì le banche die non si poteva senlar, et fo necessario tuor una banca et metterla davanti el 70* Serenissimo, dove si sentò. Questo predicator fece una bella predica, pulcrum pomum, pulcrum do-num pidcriori detur, narrando 3 volte 14 fa 42 parenti di la Madonna eie. Poi disse si provedesse a 4 cose : a le biasteme, ai lulerianì, a far iuslicia et liaver di lochi pietosi ; sichè fe’ degna predica. È il primo predicalor al presente; ha gran corso, ha predicato do altre volle in questa terra a S. Zane Polo et S. Salvador. Vene l’Armiraio, et portò nova la galia sora-cornilo sier Francesco Griti esser zonta in Ilislria a Parenzo per venir a disarmar, et è zorni 13 partì da Corfù, dove per uno di l’allra galìa di Baruto venuto per terra riporta la galìa esser levata di Napoli di Romania per venir a Corfù dal suo capitanio; la qual di bora in hora doveva zonzer et si aspettava. Noto. A tutti pareva di novo non esser aviso di Pranza, se ai IO il Re fosse zonlo a Baiona come era l’ ordine ; et inteso questa malina hes- I Diarii di M. Sanoto — Tom. XII. sendo con la Signoria, che Zorzi Vento zenoese ha via lettere di Zenoa, qual avisava esser stà per-longà a dì 15 a far li contracambi. Tamen in la Signoria non è nulla. Di Bergamo, dì rettori, di 23. Dii venir spagnoli a li confini in più numero ; questo perchè haveano condulo Hironimo Moron, era nel castel di Pavia, in castel di Trezo. Item, se intese, per riporti, che Andrea Doria havia preso do nave di spaguoli, et dii far la mostra a Milan di 400 cavalli di arlella-rie, et poi erano sta licentiali, et quelli dii castello haveano fatto grande alegreza eie. Di Austria, di sier Carlo Contarmi orator, date a Tubing, a dì 18, le qual lettere zonse heri. Scrive che, cavalcando di Augusla lì con questo Serenissimo, quello li disse cbe la Cesarea Maestà et lui desideravano seguisse accordo con la Signoria nostra per poter atender a la impresa conira infideli; con altre parole, dicendo il Papa non fa bon officio et suo sarà il danno ; da la Signoria dipende la paxe. Lui li rispose, mai ha mancato et tien non mancherà la paxe con la Cesarea Maestà et con Soa Serenità etc. Item, il reverendo Tridentino, qual è il tutto al presente de lì, li disse etiam di questo, cargando il Papa, et cbe l’accordo era fatto col re Christianissimo, qual l’ha dato la pieza-ria di ducati 320 milia a Cesare di darli le fanlarie et zenle d’arme è ubligato darli per il suo venir in Italia; vardasse il Papa, etc., che li sarà quello che lui non pensa. Poi disse la prima richiesta in le trulalion di le pace par diffìcile, poi li ministri con deslerilà li adalano; sichè saria (utile) la Signoria facesse acordo. Di Anglia, di V orator nostro Orio, date a 71 Londra, a dì 25 Fevrer. Come non haveano altro di novo de li capitoli el liberalion del re Chri-slianissimo. Beri questo reverendissimo Cardinal in pontificai cantò messa in la chiesia catedral di San Polo molto solennemente, et publicò la pace falla fra la Cesarea Maestà et il Christianissimo re, et la sera falle feste et fochi in la lerra in caxe di oratori, etiam in la soa di lui Orator nostro, et in alcune caxe. Scrive, francesi è qui, anglici et fiamengi è mal conienti di la ditta pace, dicendo il Re non ob-serverà li capitoli. Questo reverendissimo Cardinal desidera intender la liberation del re Christianissi-rao, et inteso che ’1 sia zonlo, li manderà oratori a exorlarlo si ligi con Italia et con Soa Maestà. Dii ditlo, date a dì ultimo Fevrer. Essendo venute lettere di Roma el di Franza, fo dal Girdinal reverendissimo, qual li disse esser lettere di Roma i che il Papa non havia voluto concluder accordo con 8 '