6.93 MDXXVI, GIUGNO. 694 missier Zuan Piero Gandolfin, et che per questo la madre è crepata da doglia. Dice ancora che è opinion, che quando el campo di San Marco sarà passato, tulli loro cesarei se retireranno in Pavia et Lodi, et che per questo tulli sono redutti in Milano per sachegiar quando Santo Marco passarà, et andarsene in dilli doi lochi; et che in Lodi el Pavia hanno fatto le cride che tulli menino dentro le biave sì batute come da bater. Et dimandato che soccorso è quello che spagnoli aspeclino, dice che non parlano di soccorso alcuno nè aspectano lanz-chinech nè altri, che niente si parla che habbi sentito lui ; ma ben dicono de soccorso dia arivar a San Marco, videlicet Papa, grisonì el svizari, et de questo se dice quatro giorni fa, che cossi ha sentito dir a spagnuoli per tutto. Et che missier Thomaso da Landriano è slà svalisato et brusatali la caxa, et che per avanti el castello, al tempo del caso, mai fece alcuna demostralion per rispetto che haveano fallo con cesarei certa trieva per giorni tre o quattro, et che heri di notte el castello comenzò a Ira-zer et tirò assai ; et che è opinion che spagnoli cum astulia facesseno questa trieva per poter far el successo preditto più liberamente senza esser ballili dal castello, perchè havrebbe el castello intertenuti li lanzchinech al suo quartier et li haria fatto danno; et che el castello al revelino de la porla de la piaza ha messo una bandiera bianca che ha in mezo uno Santo Ambrosio rosso, et che altri dicono uno San Marco, Item, dicti rectori mandono una lettera qual è questa, scritta a lui Capilanio di Bergamo per.... Magnifico et clarissimo signor Capilanio. Per mezo de Filippo de Ayrù primo capo di monte de Brianza ma pur familiar amicissimo di lo illustrissimo marchexé del Guasto, io ho inteso, et quando la magnifìcentia vostra vorrà parlar cum quelli che me l’ha ditto, qual è uno di primarii di questa terra, lo farò venir a posta, che li spagnoli innanzi questa demostrazion fatta del popolo milanese contra di loro havevano deliberato de non star in campagna cum exercito ma di serrarsi in tre cità, Pavia, Lodi et Cremona. Ma che al presente,esso Illustrissimo signor marchexe del Guasto à convocato tutti li capitanei cesarei et spagnoli, et fatto uno grande prologo et ditto che loro haveano Dio el la fortuna per loro et che non poleano perder : cominciando a la rota di Vicenza che erano serali in uno sacco et tamen fumo vincitori per le virtù et magnanimità loro, cominciando da poi che dii 1521 preseno tulio il ducalo di Milano senza morie né danno di alcuno de li soi, dapoi preseno Genoa per forza, cosa insolita et inaudita, dapoi a la Bicocca romperono il campo de francesi et de la nostra Illustrissima Signoria et di signori Elvetij sencia alcun suo oltragio, dapoi ultimamente la captività del Chrislianissimo re, perciò allogando che non poleano perder perle virtù militare et bona fortuna loro. Et che haveano mille homini d’arme et 12 milia fanti homini lutti experti et valentissimi quali fariano per 36 milia di altri, et che loro spagnoli non voleano esser se non la tertia parte, zoè di le tre parte una contra Io exercito ecclesiastico et di la Signoria nostra Illustrissima, digando lui che non sono homini di guerra, et che certissimamente facendo la giornata sariano vincitori. Pertanto, come reperisse questo soprascritto Filippo, in questo ultimo consiglio deliberemo de lassar solamente le guardie a le porte di Pavia et de Lodi, et de cavar tutta la gente sua pagala fora de Milano, et nel passar il fiume Adda de li exerciti di la sanctissima liga, overo quando seranno passati fra un giorno o doi de voler far seco la giornata, habiando loro per cerio per le ragion soprascritte di esser infalanter 466 vincitori. Et ne la sua conclusione gli promisse et se obbligò lui de dirli in danari due page, di sorte che restorno tutti con grandissima speranza et corno, imo, secondo referisse il prealegato, cum verissima certezza de vicloria, quod Deus advertat. Questo Io lascio pensar a la prudentissima magnifi-centia vostra. Praeterea, che per tuto sopra Ada hanno levato i porli. Io non posso mandar il relator nostro, ma per la poca servitù mia desideroso continuamente di far quello poco ben che io posso et ad questo Illustrissimo Stato et a vostra magnifìcentia, hogi con bon modo ho mandato a Milano uno bergamasche bandito che sta à Brepio di là di Adda, qual per nome si chiama Bartolameo di Borsati di Averaria, sopranome ditto Pancetta, qual dimane a mezo zorno serà ritornato da Milano et serà a Brepio: ma per esser homo bandito, però sagace et se-cretissimo, prego la magnifìcentia vostra insieme con lo clarissimo signor Podestà, per beneficio di questo Illustrissimo Stato che gli vogliano far uno salvoconduto per più mexi, overo tanto che dura il magistrato loro, el mandarmelo domane aziò che liberamente et sicuramente el possi venir di qua ad parlar con meco et advisarmi il tutlo, et s’il bisognerà, vegnir ad parlar con la magnifìcentia vostra. Altro modo nè via io non ho al presente da mandar a Milano per li porti levati sopra tutta Ada; et se pur