Ili MDXXVI, MARZO. 112 a mcller in ordine 1’ armala, perchè Soa Maestà voi passar in Italia, et ha riandato a Zenoa a luor carachie 3. Il conte Piero Navaro era presoti de là, è sta lassato et si partirà per andar in Pranza. 68 Die 24 Martii 1526. In Ilogatis.^ Consitiarii, Capita de Quadraginta, Sapientes Consilii, ' Sapientes terrae frmae. Se ritrovano creditori a 1’ officio nostro di Ca-merlengi di commi diversi zcntilhomeni nostri che sono stati in officio a Rialto et S. Marco per il restante de li soi salarii di bona sunirna di danari, quali si ben scuodeno con difficoltà, tamen hanno pur li sui dinari in contadi, adeo che il dillo of-lìlio di Camerlengi è talmente gravado, che molte fiale non poi suplir a li pagamenti occoreno per zornala. Però, potendosi aleviarlo di tal credili, cum avantazo di la Signoria nostra et cum sali-sfation di loro creditori, li sarà provisione di qualità che convenientemente deve esser grata a cadauno, et però : L’anderà parte, che per autorità di questo Consiglio, sia preso che lutti quelli zentilhomeiii che sono stati in officio sì a Rialto come a S. Marco, che sono creditori a I’ officio di Camerlengi di comun per il restante de li soi salari, possino portar dilli soi credili in termine di mexi 4 proximi a l’officio di le Cazude et cum quelli pagar li soi propri debiti creati avanti al 1516, se saranno debitori, et poi computar il restante cum li debitori del ditto officio creati avanti el ditto anno 1516, et li scrivani di le Cazude debbano mostrar tulli li libri dei debitori ad essi creditori, aziò possino luor quelli debitori li parerà, essendo obligali li cassieri far le partide a cadauno come porta le Irze et ordeni nostri. Et a questa conditone siino et se inlendino esser etiam tulli quelli nobeli se ritrovano al presente in officio sì a Rialto come a S. Marco che vanno creditori al ditto oflicio di Camerlenghi, a li quali ultra il sopradilto termine di mexi 4 sia concesso termine di mexi doi da poi che haverano compito di portar li crediti soi, ut supra, per non esser falli creditori del suo restante, salvo subito da poi che hanno compito li offici soi, exceptuando però li beni messi in tenuta per la Signoria nostra. De parte 192. De non 22. Non sinceri 0. Di Verona, directori, di 23. Essendo stata 691) in questi zorni la fiera a Bolzan, molti mercadanti sono già ritornati, quali hanno aldito et veduto cosi che in Bolzan nè in camin non li esser stato molle merze, non havendo potuto passare per le gran neve che sono state a quelle parte, et di guerra non hanno udito parlare a persona alcuna, imo che stanno in questa suspetione che li vilani iterum si solevino. Tamen che non hanno veduto in Bolzan se non alcuni pochi lanzinech, quali sono lì già qualche tempo, nè per il camino hanno veduto fanti nè bandiere alcune ; ma ben in strada hanno scontrado lanzinech a parte a parte che vanno in suso, et alcuni etiam che desendeno molto mal ad ordine et cum femine assai et sono in gran miseria, et vanno pitocando, et loro haverli dato elemosina, tamen che sono gioveni el ben disposti. Dicono, in Trento esservi una bandiera da zerca fanti 300 a loro ¡udito, et li è il capitanio Castelalto et il signor Carlo di Bexen. Et domino Pietro da Horto, che è stato nel castello et nella caxa dove sono le artellarie, dice in quella esservi stà fatto uno novo coperto, dove sono posle a parte alcuni pezzi di artellarie. Al Calian poi, che è di solto Trento mia 8, dicono atrovarsi circa fanli 100, quali vi sono già molti giorni el pare che siano li affirmali. Non mancare-mo, venendo altri mercadanti, de interrogarli. A dì 25 Marzo, Domenega di V Olivo. Il 70!) Serenissimo vene in chiesia a l’officio et messa vestilo di veludo cremexin di dossi e barela di velu-do cremexin, con li oratori: Papa, Imperalor, San-zes solo, l’altro è amalato, li do di Franza, di l’Arciduca, domino Erasmo, l’altro è fuora, di Milan, Ferrara et Mantoa, domino Hironimo Barbarigo primocerio di S. Marco, et con li Consieri questi 4 Procuratori : sier Alvise Pasqualigo, sier Lorenzo Loredan, sier Andrea Justinian et*sier Marco da Molin, poi il resto di depuladi et oltra. Eramo numero 44, et non più. Et nota. Prima si andò tulti per terra al perdon a la Pietà. Da poi disnar, a la predica, vene con Soa Sere- • nità tulli li soprascritti, et di più 10 altri et sier Polo Malipiero fradello di Soa Serenità, qual pre-ciede li Avogadori, et di più domino Jacomo da cha’ da Pexaro episcopo di Baffo. Et predicoe fra Paulo da Napoli, predica a S. Stefano, qual mostrò gran memoria, disse la vita di Salamoi), concludenti) La carta 68* è bianca (2) La carta 69* è bianca.