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MDXXVI, GIUGNO.
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 409 Da Bergamo, di reciori, di 3, liore . . . . Come, per uno zentilhomo di nostri clic parli questa matina ad hora di terlia da Milano, inlendemo che questa malina, essendo pur alcuni che volevano aprir le botege, uno de li abbati de li mercadanlia che sono iudicl de la mercadanlia, cussi chiamali abati, furno da lui represi, et cussi operò che niuna bolega fu aperta, et de quelli deputadi al governo <le quelle parodile andarMa alcun de quelli cesarei ad intender sr pur volevano et persistevano in opinion de confinar zentilhomeni, et se l’era vero che volesseno tuor ne la terra allro numero di gente. Gli fu risposto che desislariano de I’ uno et l’altro pensier in caso che fusseno assicurali di poter star quieti, et che soldati non fusseno offesi da quelli di la terra. Et cussi intravano in pratica che l’una et F altra parte si assicurasse, et fino al suo partir non segui altra conclusion ; ma che ben el sa dir che ’1 cognosse che quelli della terra sì zentilhomeni come populari sono molto disposti et in ordine ad deffen-derse da ogni inzuria, et ben animosi, et che ne le parochie hanno ordinati sì li capi principali come bandirali et altri capi. Et par però che spagnoli non voleno dimonstrar alcun timor, et cercano cum ogni diligentia de mandar a fornir Pyvia et Lodi. Et è deliberato tra loro spagnoli, che el signor Antonio da Leva cum todeschi lanzchenechi, quali sentendo loro dover esser mandali dicevano loro voler andar a Pavia et non a Lodi, perchè nel tempo de la magior importantia loro lanzchinech haveano diffesa et mantenuta Pavia. Et ditto relator dice ha-ver questo dal conte Zuan Baptisla da Lodron capo et gubernator de ditti lanzchinech, zoè capo di co-lonello. Dice praeterea esser venuta nova in Milano del ponte butato sopra Po per le gente del Pontifice, et che se diceva etiam quella matina che el signor Zanin era passato et corso sul pavese. El ponte veramente dice esser butato per mezo la Sorciaia.
409* Da Udene, del Locotenente, di 11, vidi lettere, qual non fo lede in Pregadi, et manda una lettera li scrive la comunità di Venzon, dì IO, qual dice cussi :
el fu ferito, et vedendo non poter scampare, se messe nudo Ira i altri morti, et la notte scampò, et è per lo meglio, imperochè quando el fosse sta presone, il vescovo Gurgense, per esser suo nepote, per cavarlo di presone più facilmente seria condesudo ad assetarse cum li villani ; che essendo scampalo lui sera quello che legnini lo foco acceso conira villani per vendicarse. Vlterius, li zorni passati uno nostro cittadino essendo a 1’ hostaria ad un loco apresso Vilacho, capitò in quella medema hosleria
10	maestro de iustitia qual diceva andar a Felorch a tagliar la lesta a quattro capi de villani presoni de nobeli ; et dicese che non obstante che pontieri li havesseno rechiesti offerendo darli il conlracambio,
11	nobeli li hanno fatto lutti decapitar; unde el simile hanno facto li pontieri, li quali hanno facto la-iar la lesta a 17 nobeli et capi di le zente de essi nobeli quali havevano captivi, tra i qual dicesse esser doi fioli del Renaver. Lo rispetto che uno habia a l’allro di qui facilmente si poi comprender ; né allro per hora se intende degno di significar V. S. a la cui gratia di continuo liumiliter et devote se rimandemo.
     Venzoni 10 Iunii 1526.
    Sottoscritta :
             D. V. servuli devotissimi
     Capitaneus etcomunitas terrae Venzoni.
            Dux Mediolani etc.
      Spedabilis dilcdissime noster.
   Poi la venuta del signor don Hugo qua ... vi scrivessemo el dì sequenle de ragionamenti havuti con Sua Signoria. Hora, per non lassarvi in expetta-tione di quello sarà seguilo doppoi, vi dicemo che a li 7 venne qua el signor prolonolarìo Caracciolo et con lui missier Scorno Pierio suo secretano con voler exequire la sua commissione, et per questo volerne interrogar et examinar. Et li fu per noi risposto risolutamente che non intendevamo si divenisse ad atto alcuno iudiciale per sua signoria nè per alcuna altra persona, se prima non eravamo totalmente restituiti et reintegrali nel Stato et dominio nostro ; et fallo questo si venirebbe poi ad veder chi havesse ad esser il iudice, et il modo si ha-vesse da servare in procedere in essa causa ; sotlo-giongendoli però, se extraiudicialmente sua signoria desiderasse che gli dasessimo qualche cosa in nostra iustifìcatione, lo fariamo volunlieri dandone li capi de l’imputationi ad noi falsamente datene. Ne
            Magnifico et clarissimo signor nostro obser-vandissimo.
        Praemissa humillima comendatione, officio etc. Li zorni passati, per.allre nostre scrivessemo a Vostra Signoria qualiter Ira li altri captivi de rustici era lo Longinet nepote del Vescovo, et revera così fo ditto da diverse bande, perchè nel conflitto