133 UDXXVI, APRILE. 134 metter le poste a Lucerna, aziò le lettere vengino presto di Franza. Dii ditto, di 28. Come ricevete quella mattina per tempo leltere nostre col Senato di 25. Fo dal Papa, qual era in signatura e aspettò la compiesse, qual siete fino hore 16, e faloli dir li volea parlar, Soa Beatitudine mandò a dirli se 1’ havea lettere di Franza. Disse de sì, e iniralo li disse la continentia di le lettere nostre, facendole lezer da le prime parole in fuora, et maxime zerca il capitolo dii regno che dovcria esser riformato eie. Soa Santità disse l’era come li altri capitoli tratati con la Rezente, e che ’I non voleva darlo ad alcun di soi parenti. E pur instando esso Orator saria bon couzarlo aziò questo non disturbasse la conclusici), Soa Beatitudine disse li lassasse la copia, che faria veder con li altri e bisognando reconzeria. Poi li disse aver lettere di Piasenza dal suo governador, qual ha di Crema aviso di la pratica di la liga si tratta con Franza, dicendo è mal, queste cose doveriano star secrete, perchè sapendo l’Imperatore, poiria con-desender a qualche novo acordo con il re Cristianissimo e saria danno de Italia, dicendo: « Scrivè a la Signoria fazi lenir secretissimo. » Esso Orator li disse questo aviso di Crema poiria esser da li fo-raussili, non che da la Signoria si sapi. Il Papa disse: « Scrivè che la Signoria scrivi a Crema di questo. » Poi parlò a domino Jacomo Salviati e Francesco Vizardini, e scrive coloqui auti insieme, ut in lit-teris. Dii ditto, di 28, hore 6. Fo dal Papa poi di-snar. Disse havia vislo li capitoli, e faria riformar nel modo che manda la copia ; et scrive a Chiapin per questo non si resti, perchè esso Papa promette al Re zerca il regno far cosa di contento di colegali ; ma non voi metter in scrittura per bon rispetto af-firmando lui non voler dar ditto regno, nè parte ad alcun di soi parenti. Item, li disse, questi cesarei si duol pur che ’I conte Guido Raugon desvia li soi capitani, maxime uno Federigo Miramondo, e il duca di Sessa di novo li ha parlalo, sichè li cesarei non 86 si trovano conienti di Soa Santità: tamen Soa Santità lo ha acerlato non è vera alcuna cosa, e che ’1 va intertenuto con li dilli e cussi doveria far la Signoria con loro per non li dar suspetto ; e altri coloqui. Scrive,^ il Papa li disse voria la Signoria per-longasse per' altri 6 mexi la gralia a mercadanti fiorentini di portar li soi panni per transito di Verona via, d’oro e di seda eie. Scrive, in concistorio è sia dato un episcopato in Provenza de Aris al Cardinal Aracoeli, vai ducati 1000, con pension al Car- dinal Triulzi ducati 400 a l’anno. Scrive, è slà da lui a parlarli uno episcopo da parte dii Cardinal Ar-mellino, dicendoli se la Siguoria vuol darà il iubileo nel Dominio nostro, con questo una parte resli a la Signoria e do parte al Papa etc. A dì 3, Marti di Pasqua. La malina il Sere- 870 nissimo vene con vesta di scarlalo et bareta di scar-lalo per la morte di sier Luca Vendramin dal Banco, qual morite beri a hore 3 di nolte, ricco di 20000 ducati, et ha inlrada ducali 2500, lassa 5 fioli ma-scoli et teniva banco con sier Antonio e sier Silvau Capello. Fono lecte le lettere venule eri sera del Prove-ditor zeneral da Brexa. Da Barenzo, di sier Francesco Griti sora-comito, di primo. Come le zurme sono lulte ussite di galla et restato solum li soi officiali et 5 altri, et tandem con gran persuasion fattoli hanno contendi tornar in galìa, ma voleno le 4 page a raxon di lire 8 e non a lire 6, come li voleno dar dii passato, e voleno tocar de praesenti e non tuorli a Zara. Fo terminà in Collegio darli a raxon di L. 8, et mandarli ducati 200 con condition vadino a luor il resto a Zara. Da poi disnar fo Gran Consejo, fatti 3 Consieri di qua da Canal, di Ossoduro sier Nicolò Venier fo capilanio a Padoa, ave 157, 21 in scurtinio et in Gran Conseio vene quintuplo, ave 1459, 61; di Santa Croce sier Polo Donado fo consier; di San Polo sier Nicolò Bernajdo, fo savio dii Consejo, qual solo fo tolto in scurtinio, et ave 169, 15. Fo fato altre do voxe, et principiato a far li XL zivil ordinari. Fu posto, per li Consieri, dar licentia a sierZuan Francesco Pisani podestà et capilanio a Cividal di Bellun di venir in questa terra per zorni 15, con la condition dii salario, lassando in loco suo un zeliti-lomo nostro. Fu presa. Ave : 1227, 243, 1. Da poi venuto zoso Gran Conseio, vene leltere di le poste. Dii proveditor zeneral Pexaro, date a Brexa, a dì 2, hore 2 di notte. Come in quella hora havia auto leltere di Coira di 30 dal Grangis, qual li avisa a dì 17 il re Cristianissimo esser zonlo a Baiona, et per esser nova di momento, manda la propria lettera. Scrive le zente spagnole passono Po, fo perchè il marchexe di Saluzo, havendo tolto con se le zeute italiane a piedi e cavali lizieri, che spali) La carta 86• è bianca.