559 MDXXVI, GIUGNO. 560 3791) Vacando al presente il capitaneato di Candia per la morte del nobil homo Donado Marzello, et reclor a Relhimo per quella del nobil homo Francesco Barbarigo, et dovendosi elezer Ducila in Can-dia et Consolo a Damasco in loco de quelli che sono et già molti giorni è finito il tempo che si dovea far electione de li loro successori, è ben conveniente et necessario non differir più tal electione, servendosi di quelle de più summa de danari si po’ per supplir a li importantissimi presen-tanei bisogni del Stalo nostro, et però; L’anderà parte, che per scurtinio di questo Conseglio et 4 man di election siino electi Ducha et Capilanio in Candia, rector a Rethimo et Consolo a Damasco cum imprestedo de danari, et pos-sino esser electi chi havessero contumatie et si cazasseno per casada et parentella non nella ciltà nostra di Candia, ma tra quella et li rezimenti de l’ixola predilta. La restitution veramente de li danari che exborseranno li electi sii fatta in questo modo : per la mità 1’ una, do et Ire per 100 del 1526, et l’altra mità de li danari di la ma-sena da poi saranno satisfatti i Procuratori nostri che hanno sopra quella obligatione, et la presente parte non se intendi presa se la non sarà posta et presa nel nostro Mazor Conseglio. Et exnunc sii preso, che li danari si [laveranno sì de li dicti 4 rezimenti, come de li doi Procuratori si dieno elezer, tutti sieno depositati ne la Procuratia nostra da esser mandati in campo quando parerà a questo Conseglio. De parte 146 De no 50 Non sincere 5 Die 13 dicto. In Maiori Consilio. Consiliarii et Capita de Quadraginta. Rosita fuit suprascripta pars et fuerunt. JDe parte 1241 De non 291 Non sincere 2 Fu posto, per i Consìeri et sier Gabriel Benedetto cao di XL, poi ledo una suplication di sier Hironimo Trun qu. sier Zuanne el qual è rimasto (1) La carta 378 * è bianca. Avocalo grando, et volendo far li soi boletini trova che suo padre è debitor di ducali 3300 per perde-da di dacii 1487 fin 1510; et non havendo sapulo la leze di refudar i beni paterni (la parie del 1524 a dì 8 Oclubrio di refudar i beni) alento che non ha auto beni alcun del ditto suo padre, dimanda poter quelli refudar non obslante lapsu temporis. Et però messeno che al ditto sier Hironimo Trun sia concesso che ’1 possi refudar li beni palerni non obstanle il tempo di la leze passato. Fu preso. Ave: 174,11,10. Fu poslo, per li Savii del Conseio et terra ferma, non era sier Francesco Contarmi . . . . Del proveditor generai Pexaro, date a Tire- 379* xa, a dì 11, hore 18. Come manda lettere di Franza, di 3 le ullime. Scrive haver hauto una lettera del conte Guido Rangon da Piasenza ; li scrive P opinion sua zerca quanto si ha a far a beneficio di la comune impresa, qual manda inclusa. Et il Capilanio zeneral dice li cesarei non poleno deve-dar che non passi Po et si conzonzi con nui, si ben dovesse perlongar mia 60 et passar sul manloan. Et li hanno expedito lettere debbano venir ad aio-zar più propinquo al Po che ’1 potrà. Qual scrive che domati sarà con le zente a Piasenza, qual zente alozerà sul piasenlin. Lui Proveditor con il signor Capilanio diman sarà a Chiari di dove si delibererà quanto habbino a far. D’ allre nove si riporta a le lettere di reclori di Crema et Bergamo. Scrive, è zonto de lì uno fradello del castellan di Mus homo zovene, ben disposto et apto a le arme, al qual li hanno dati per mità con il reverendo Verulano 2 milia scudi d’ oro in oro per dar a sguizari, overo grisoni. Dice spera haverne 3000 ma 2000 è certi ; di quali 1500 caleranno sul bergamasco et 500 resterà a custodia del lago. Et vedendo esso Prove-dilor questa difficultà di haver sguizari per le tante dimande che voleno, scrive saria meglio tuor quelli corsi, sardi et napolitani che sono con li cesarei, et è di questa opinion el Zeneral ; et però attendeno a ditta pratica etc. Del conte Guido Rangon, date a Castel Gelfo in ... . scritte al suo nontio in campo nostro. Avisa il zonzer suo lì con le zente ; diman sarà in Piasenza ; ha mandato a far retenir li bur-chii et burchiele su Po per poter far ponte ; voria licentia dal Papa di passar et coniongersi, perchè par questo comissario non voi senza expressa liceti*