13 MDXXVI, MARZO. 14 7 Da Crema, dii Podestà et eapitanio, di 28, hore 15. Manda do capitoli de lettere haute da Milan da la contessa de la Somaia. Avisa esser sta apicati quatro per haver cridalo la notte : « Du-cha, Ducha ». Scrive di la Geradada alcun fante nè cavallo non è mosso. Il ducha di Barbon non è zonto a Zenoa come fo ditto, il qual si dice sarà ducha di Milan. Di Bergamo, di rectori, di 27. Mandano uno reporto de uno qual partì beri da Milano. Dice Domenica zonse de lì uno secretano del Ducha stato in Spagna, con lettere del cavalier Bilia orator di esso Ducha apresso PImperador, e di Silvestrin da Lodi, qual ha portato una lettera de 1* Impera-dor e andò in castello beri mattina insieme con uno canzelier di Zuan Battista da Lodron e uno capita-nio di lanzinech ; il qual secretano siete dentro dal Ducha in castello fin questa matina, sichè si andava libere tutti sopra la piaza del castello credendo che el ditto havesse portato bone nove per el Ducha, perché cussi lui havia ditto ad alcuni che ’1 portava che P lmperator lasseria il Ducha nel Slado, unde la notte per la terra alcuni cridono : « Ducha, Ducha » el poi di questi tali 4 fono apicadi, che lui relator li vele, do a porla Tosa et do sopra la piaza dii Domo, et etiam che molti altri per questo erano sta retenuli. Dice che in una pratica dove va il signor Antonio da Leva da una dona, a cerio bancheto che erano, fo dillo che ’1 prefalo secretano portava bone nove di Spagna, però la terra fo piena. Scrive etiam, esser venuto a Milan uno secretano dii ducha di Savoia a dimandar 400 cavalli el 2000 fanti in aiuto di esso Ducha, perché dubita non li sia fallo danno a cerle sue terre dal marche* xe di Saluzo, qual è con Franza, et questi non li hanno voluto darli. Di rectori di Verona, di primo. Come di hora in hora aspectano sue spie mandate a le parie superior, el maxime Roso de Valpulisella. Et scrive, fu dillo a lui Capilanio da uno mercadanle da legnami, come a Bolzan erano azonli zerca 1000 fanti, et avisano buiarsi a Trento qualche artellaria di altre che erano rotte el che etiam rompevano per esser inutile, e quelle provavano et le zocavano, dove erano azonto carete cinque di monitione. Scriveno starano ben adverliti e aviserano. 8l) Di Austria, di sier Carlo Contarmi orator, date in Augusta a dì 25 Fevrer. Come ha ricevute lettere di la Signoria nostra, di 15, zerca (1) L» c»rU 7* è bianca. notificar a quel Serenissimo le provision falle di non lenir quelli soi rebelli in le terre e lochi nostri ; et per esser indisposto di reuma lui Oralor e aver la galla infiada, mandoe il suo secretano Marco Antonio Longin dal Serenissimo Principe a comunicarli il tulio, qual ringraliò molto la Signoria nostra, ofl'erendosi far per lei, et volse l’andase etiam dal reverendo episcopo tridentino a far questo officio, il qual etiam ringratiò molto, dicendo la Illustrissima Signoria feva ben a non lenir lai facinorosi nel suo Stalo. Di P acordo nè di altro nulla si dice; si aspella il maistro corier di questo Serenissimo che dia venir di Spagna, dal qual se intenderà la verità di tutto. Di Feltre, di sier Bernardo Balbi podestà et eapitanio, di 28. Come, per uno suo exploralor stalo verso Trento, ha haulo che non vi è de lì mo-vesta de arme, et che a Avian erano zonli do co-missari di P Archiduca nominati domino Francesco di Castelalto et.... Firmiano con 16 cavalli per veder sopra certi villani alcune diferentie. Item, dice che Domenega a di 25, in Trento, volseno in-trar da zerca 1000 fanti el per quelli di la terra non fono lassati intrar, quali dicono venir a Milan, el che quel maislro di le artellarie venuto conzava tre pezi di artellarie grosse etc. ut in litteris. In questa mallina se intese, per il zonzer di la nave patron Polo Bianco vieti di Cipro, come la galia di Barulo capilania era a Corfù zonta, et la conserva restala a Syo per fortuna. Fo letto in Collegio le opinion di Savii di risponder a le proposte di oratori cesarei, quali però non sono d’ aoordo; ma non è cosa di momento. Da poi disnar fo Pregadi, el fo portale queste lettere da mar venute con la dilla nave, con la qual veneno sier Nicolò Sanudo qu. sier Beneto vien di Cipro et sier Antonio Badocr di sier Jacomo erano su la galia di Baruto capilania, quali narono esser sopra dille galie da colli 1200 in lutto, videlicet specie solum 600. Item, la conserva lo bombardala sopra Millo da galie di turchi da Rodi numero 10, che erano sotto un eapitanio deli, per farla calar, qual non volse calar, et inteso era di veniziani, quel capilanio P bave a mal dicendo faria pagar ogni danno per haver commission dii Gran Signor di ben guardar li legni di la Signoria nostra per la buona paxe etc. Item, che ditte galie hanno haulo grandissime fortune. Di sier Zuan Moro provedador di l'arma- 8 da, date a Corfù a dì 7 Zener. Come ricevete nostre col Senato, di 8 Novembrio, zerca armizi di