67 MDXXVÍ, MARZO. 68 me herí, ¡usía l’ordine dalo col reverendissimo Cardinal, andò a Granuzi dal Re, dove era etiam soa signoria reverendissima, al qual li comunicò le lettere di 10 dii passato aute. Et scrive parole dite per lui a quella Maestà, pregandola volesse far, etc. Soa Maestà disse parole perfetissime dii suo bon animo verso la Signoria nostra, nè mai ha mancalo, nè mancará. Et parlando di questo acordo fatto fra la Cesarea Maestà et il re Christianissimo, disse, per lettere di Spagna dii suo orator non haver altro auto che a lui lochi, videlicet esser nominato per l’uno et l’altro, l’altro che...... e de li altri li manderia a comunicar per l’orator cesareo è qui. Poi Soa Maestà disse scriverà al Re, et li manderia poi uno orator a persuaderlo babbi a mente il ben de Italia, et praecipue il Stado di la Signoria nostra, dicendo « scrivè a la Signoria non si dubiti, per questo non Ihaverà alcun danno». E in questi coloqui vene l’orator cesareo, qual li comunicò l’acordo predilo con dirli solum li do particolari ut supra. Poi Sua Maestà li disse aver auto lettere del re di Franza, dii qual vien la verità et è suo carissimo fradello, col qual di ogni occorentia sua si ha conseiato, et li notificava il sumario di lutti li capitoli, qual è come li nostri li havemo mandati, e li restituirà la Borgogna excetto tre terre le meior di la Borgogna, videlicet Auxona, Beona e Chialon, che leniva par la dote di la sorela de 1’ Imperador. Poi disse, il Re non la observerà. Et prima, darli la Borgogna non poi senza voler di Parlamenti, e così la superiorità de la Fiandra. Poi, rinontiar il dominio di Tornai bisogna aver il nostro assenso, et cieder il ducato di Milan è interesse del Dolfin suo fiol ; sichè si troverà molte cause di non atender a le promesse fate: Concludendo « scrivè a la Signoria, non senio per mancar per lei a far ogni cosa, e non si dubiti, perchè per questo anno 1’ Imperador non vegnirà in Italia, e questo per non aver danari, e quelli locherà di la dota adesso li spenderà in far le noze, e la Fiandra non li voi dar danari » dicendo è bon a temporizar l’acordo con li cesarei, et la Signoria vadi temporizando con loro; e altre parole, ut in litteris. E lui Orator riiigratiò molto Sua Maestà, etc. 43 A dì 12 Marzo 1526. In Pregadi. Letto lettere di Roma di V Orator, di 3. Coloqui auli con domino Jacomo Salviati, che ’1 Papa non voi acelar li capitoli di Cesare. Poi parlò al Papa qual li disse questo inslesso, e che il comandador Herera doveva andar in Spagna per le posle per veder l’Imperador vogli assentir a li capitoli mandati a Soa Maestà per il Papa, el con queslo il Papa vogli Barbon sia duca di Milan. El qual dovea partir fin 4 zorni : unde il Papa disse : « Ne par ne sia falò poco conto di nui a mandarne altri capitoli, e non risponderli a li nostri li mandassemo. » Sichè ha preso alquanto di sdegno. Li quali oratori cesarei Sessa et Ilerrera, instano sua signoria ad aver una scrittura dal Papa di quello la voria si conzasse li capitoli, e il Papa non voi farla; per il che par il duca di Sessa et Ilerrera si alterasse con l’arziepi-scopo di Capua, perchè li disseno dovesse conzar li capitoli. Loro disseno non haver commission, e lui disse : « Che, seie come corieri qui ? » e su questo si alterono. E questo li ha ditto esso Capua, dicendo a l’Orator nostro saria bon la Signoria si acordi con l’Imperador perchè ad ogni modo el vegnirà in Italia polente, e saria bon venisse amico vostro. E disse, haver ditto al Papa contenti che Barbon habi il Stado de Milan, non in vita ma lui e soi discendenti. Scrive, esser aviso esser a Milan lettere di 15, da Madrid, che l’Imperador partiva per Sibilia et il re Cristianissimo per Franza, e si faria le noze di la sorela di Cesare immediate. Et sono lettere dii Legalo da Toledo de 7, porlate per uno homo dii Gran maestro di Rodi, qual ha ditto il Gran canzelier resta con l’Imperador et adala le cose. E come, hes-sendo a Madril, sapendo il Re veniva a Roma, li disse lo racomandasse al Papa dii qual era bon fiol, et che havia convenuto far li capitoli ha fatto per esser liberalo ; ma come sarà in Franza li aviserà quello l’è per far, eie. Dii ditto, di 4. Ozi è stato a palazo. Hessendo lì bave le lettere di la Signoria, di ultimo, qual le lezè al Papa. Ringraliò la Signoria di voler questo Stado esser unito con Soa Santità, dicendo non concluderà alcuna cosa con Cesare senza partecipatoli e conseio di la Signoria. Le qual lettere l’è stà a proposito, perchè il Papa slava in timor e lanlo più di la risposta fatta a li oratori cesarei. Lauda il mandar dii secretano in Franza, dicendo non è per far alcuna risposta fino non intendi il zonzer dii Re in Franza. Chiapin partì a dì 2 di qui ben instrutto, et anderà in diligentia. Quanto a le nove dii Turco, lele, il Papa sospirò e non disse altro. Questa mali- 43' na disse li oratori cesarei erano stati da Soa Santità instando li dagi la scrittura ; a li quali li ha risposto, non acade altra scrittura, havendo mandali li capitoli una fiata ; sichè non sa se Herera anderà più in Spagna. Scrive coloqui auti con missier Jacomo