315 •UDXXVI, MAGGIO. 316 braim bassa capitanio generai di la Grecia a Filipo-puli dove asuna le zente di la Romania, el il capitanio zeneral di la Natòlia passava a Galipoli. Et scrive, li sanzachi qui vicini'per numero 4 nominali in le lettere vano suso, et è capitanio di 40 milia achesi uno capitanio nominato in le lettere per la impresa di Hongaria, et 2000 marangoni taia legname per far de ponti a Belgrado, et fa far calzine con le calcare, perchè il Signor farà far basiioni in cao di ponti. Et le zenle di la Natòlia si aspeela eie. Di Palermo, di ncr Pelegrin Venier consolo, di ,.. . Et la copia ho scripto qui. Da Milan, di Jacomo di Capo, di 4 Ma-eo, al signor marchexe di Mantoa, et di Bor-deo, di domino Chiapin, di.. . Aprii, al ditto Marchexe, fo ledo lettere, le copie saranno scritte qui avanti. Di Austria, di V orator Contarmi, date a Tubing, a dì 2. Come beri questo Serenissimo Principe mandò a dirli si volea partir diman di qui, et andar fin a Olmo a compagnar la serenissima Principessa, però si lui volea venir venisse, si non andasse a Stochard, dove poi Soa Excellentia andava. Lui Orator li fece risponder, che essendoli di piacer acompagneria Sua Excellentia, il qual li mandò a dir fusse il ben venuto; et cussi partirà. Quelli oratori dii conia di Tiruol è parliti di qui ben satisfatti, et questo Serenissimo ha confirmato la ob-servanlia di soi privilegi e consuetudine antique, et promesso che’l Salamanca non starà più a la corte; il qual da Spira andarà al suo contado di Ollim-burg. Scrive, questo Serenissimo anderà a Spira, ma non si farà dieta, poi a Inspruch. Scrive, ha nova de li che sguizari dieno venir in Italia, et questi voleno venirli contra, venendo. Sono ledere di Roma, di 28, con avisi di Ragusi, che ’1 Turcho polente va a F impresa del regno di Hongaria. Questi di qui dicono è sta opera di la Signoria nostra ; sichè questi par mal satisfatti di la Signoria nostra, et fanno 2 milia fanti. Dicono farli per le cose del Turcho. Da Crema, del Podestà et capitanio, di 7, hore 2. Come era venuto uno nontio da Milan con lettere zerca Beneto Salerno, è agente dii Ducila li in Crema. Scrive, la compagnia de fanti erano a So-resina verso Lodi sono intrati in Lodi, ch’è Lodovico Vistariii con fatili 250, et in Cremona vi va 300 homini d’arme ad alozar in la terra. Del ditto, date a dì 7, hore 4. Come don Hugo di Moncada era partito di Milan, et venuto verso Trezo. Scrive, ha hauto uno aviso di Milan. Scrive questa impresa importa, et che havendo milanesi richiesto levasse le zente di Milan, rispose fin 15 zorni se delibererà quanlo se bavesse a far. Ha inteso che li lanzinech sono in Cremona, voleno qua-tro page. Dal ditto, di 8, hore 15. Come il conte Alberto Scotio li ha monslrà una lettera da Piasenza, come uno capitanio nominato Fiorenzo era zonto lì con fanti 3000. Et che ’I capitanio Aldano andava a Zenoa. Et si ha nova Andrea Doria esser intra lo in Saona. Nomina Zuan Antonio Vistarin da Lodi. Ex htteris domini Jacobi de Cappo, datis Me-diolani, 4 Mai 1526. Qua se intende, per la via di Zenoa, cke Domenica o Luni proximo partirono le galie da Monaco per andare ad levare il signor »luca di Borbone. Da Genoa ancora si ha, che ’I Mosca huomo dii signor duce di Genoa venuto da Viloria, dice esser ivi a li sei del passato el signor Viceré e il Gran contestabile con la regina Leonora, expetando la executione de li capitoli per la Maestà del Cliristianissimo, maxime circa la restituitone de la Borgogna, quale esso Christianissimo ha chiarito con bon modo non volerla, nè poterla fare, come ancor per altre mie credo averne avisato Vostra Exeelenza; quale Christianissimo, si dice qua, che essendo instalo a la prefalla execulione da uno ivi mandato perciò dal re Catholico, Sua Maestà gli disse : « Io ho imparalo a negociare in Spagna, che quando si procurava la mia liberatione, diceva lo Imperatore, io voglio parlarne col mio Consiglio. » Qui se intende per avisi di mer-cadanti, da Lione, che Grangios è ilo novamente in terre de grisoni a mettervi le poste per la via de Venetia. Per la terra, se dice, che sono quivi già alcuni giorni ambasatori de svizeri secrelamente, che dimandano il passo a questi signori imperiali per 12 milia fanti da condure in nome del Papa. Vostra Excellentia saperà, che le cose di questa terra sono acquietate sotto li capitoli el promesse da l’un canto et da l’altro, secondo che in altre mie scrissi a quella; ma coti patto che al presente quaranta tra gentilhomeni et mercadanti di la terra si sono obligali ad levare 12 milia stara di sale a libre tre et meza il peso, ben che ’1 consueto sia de venderla quatro libre, ma che li diano li danari al presente; quali li hanno dato o tutti o in maggior parte, che monta libre 42 milia in lutto.