533 MDXXVI, GIUGNO. 534 nari in uno deposito che avanza di le intrade di le moschee a l’anno, come è Santa Sophia, ha in-trada ducati 50 milia a l’anno, et questi vien messi perchè, bisognando fabricar, si fabrichi a quelle ehiexie. Né mai niuno Signor olhoman ha voluto lochar questi danari di Dio; in un bisogno si toria, che tien ancora sia gran numero; et quando si brusò el Besestan che era di Santa Sophia, che fo gran danno a più nation, si brusò per ducati do miliona, et 8 guardiani erano serali dentro, fo tolto di questi danari per rubricarlo, perchè l’intrada è di Sunla Sophia. Disse, il Signor ha un deferder chiamalo .... qual è mollo savio. È stato al Cayro con 1’ Abraim et si conseia spesso con lui; et è bello et 1’harìa fatto bassa, ma non voi sia più savio de lui. Questo serve ben il Signor: el qual è andà in campo col Signor. liem disse, il Signor ha numero assà da me-ter sopra l’armada, come è villani, ma li pagano al campo di terra; non paga nulla a li soi danari di so’ sanzachadi. Conclusive il Signor ha pochissimi homini da capo nè da governo, come saria uno Peri bassà el allri. Disse haver visto ussir lo exercito, zoè la Porla del Signor di Constantinopoli con grandissima pompa, insieme con T orator Zen, et li bassà erano avanti; Mustafà in leticha, il Signor vestilo d’oro, et Abraim a lai vestito d’oro di lama più bella che ’1 Signor, con zoie assai. Allri signori et gran maestri vestiti d’oro et di seda ; et li zaus di scarlato con bragese di veludo cremesin et negro, eh’ è gran pompa. Havla do elephanti. Erano destesi in campagna a . . . . mia 12 da Conslanti-nopoli pavioni 1500 ch’è la Porta, et tutta la terra et di lontan paese erano venuti a veder tal Porta. Vanno a l’impresa di Hongaria. Dicono volerla haver o per amor o per forza, o presto o tardi ; et vanno con paura, perchè hongari è gran valenti homini conira turchi, et dandoli parlilo il re di Hongaria di acordo, tien che’l Signor si acorderà. Partì adunca la Porta da Constantinopoli il dì di San Zorzi a dì 23 Aprii; et dicono expedita questa impresa voi andar a Roma al tutto; et quando tolse licentia di Ambraim, li disse si vede-remo un’ altra volta ; è forte so’ amico et poi assà con lui. Disse, zonto domino Piero Zen orator de lì, subito mandò a dir a tutti non cognosesse più il Baylo per Baylo perchè lui era Baylo ; et inteso questo, si dolse dicendo non sì fa cussi, nè li voleva consigliar el baylazo perchè non portò lelere; pur visto la commission, fo conlento lasarli l’ofii-cio. Tamen, quello sarà venuto in suo tempo di raxon sarà suo; et laudò in questo Jacomo di 361 la Vedoa secretarlo del Zen, qual disse a 1’ Orator havia fatto mal a far lai comandamento, perchè fin che ’1 non consignava el baylazo, era Baylo. Et non potè star che non dicesse haver inteso el Zen haver scritto che li ha dato ducati 250. Non è vero, non ha hauto nulla ; però non si pagi tal lettera, dicendo: « Ho servito mi lutti li mercadanli; porto con mi 800 ducati, et chi ne ha voluti li ho servito, nè ho perso niente. » Si ha fato onor, et è slà liberal per far honor a la Signoria nostra. Poi apresenlò il ricever del tributo di Cypro. Item, una poliza di 4 veste voria Mustafà per li soi danari, et uno cagnol et cagnola del pelo basso per soa moier. Et non disse, quando l’andò a basar la man al Signor quello el disse, el io li aricordai dicesse del secretano, qual non era lì, Pompeo Rocho, ch’è extraordinario a la Canzelaria, dicendo che ’1 merita la gralia di questo Slado. Ha portà grandissima fatica et pericolo di vita per la peste, che mai si ha riguardalo esso Baylo, sì che miracolose si poi dir sia preservato, et so li vene un carbon, eh’ è specie di giandusa, et varite. Disse li moriva atorno caxa in Pera ; parlava ogni dì con amorbati, pur non hauto mal, però che li non si guarda; et che Alì bei dragoman homo di 70 anni con la peste li siete a presso a caxa del bassà Im-braim, et de lì 3 zorni morite. Laudò sier Francesco Dandolo soracomilo, qual l’ha conduto fino a Ruigno; etiam sier Jacomo Badoer l’altro soracomilo che Io aspettò a li castelli del Stretto, qual prese una fusla di turchi verso Napoli di Romania che danizava et erano di mal afar ; li dete drio et dete in terra con occision di molli homini turchi, sì in aqua come altrove eie. El qui fece fin et vene zoso di renga. Et el Serenissimo li dete il laudo ¡usta il solilo, et ussì di Pregadi. Qui saranno notadi alcuni avisi che ’l ditto sier Piero Bragadin mi disse; ma non referì in Pregadi. Come el Signor a dì 13 di Marzo, eh’ è il zorno che tanto el dì quanto la notte si dà il conto di le intrade per i deferderi soi, et di la spesa fata in quell’ anno del casnà del Signor, el fo poslo 800