547 MDXXVI, GIUGNO. 548 prolhonotario Herera (Carazolo ?) et di Michiel Ilercra che fo quelo fo a Roma ; qual li disse dillo don Hugo la Cesarea Maestà haverlo mandato per intender la soa colpa et trovandolo in colpa li userà clementia; al qual soa signoria rispose che mai havia fallo cosa contra la Cesarea Maestà suo supremo signor, con altre parole ut in litteris, pregandolo volesse horamai levar eie. E1 qual li disse andava a Roma dal Pontifice per tralar acordo et pacu universa!, et il Carazolo resterà a tuor le sue iustifica-tion, et lo Ilerera andarla in Spagna, nè li disseno di levarlo assedio, nè altro; sichè scrive esso Ducha non voler far alcuna cosa senza il voler di la santità del Pontefice et di la Signoria nostra Illustrissima, a la qual cornette a esso Orator voglii dirli li aiuti siano presti perchè patiscono molto,aziò che per la fame non si convegni meter in man di chi non voria eie. Et par habbi hauto lettere di 29 del passato; sichè non sa conclusion di la liga. La copia di la qual lettera forsi scriverò qui avanti. Et F altra lettera di F amico di Milan, di 6, li scrive la venuta beri di don Hugo in Milan et hozi stato in castelo con il Carazoto et Michiel Herera, et non ha mandato in castelo se non le lettere di 29. Ex litteris domini Jacobi de Cappo, datis Mediolani, quarto Junii 1526. Tutti li lanzcbenech sono pagati, se non li colo-neli che sono creditori di più di 3000 sculi per quanto intendo tra tutti doi, et hoggi li prefati co-loneli hanno fatto iurar li fanti sotto essi de servir ancor tre mexi fedelmente cominciando al fin de le doe page che gli hanno dato, che hozi sono stati 16 di de più che vanno al conto de li futuri tre mexi; et li coloneli li hanno promisso de dargli li soi dinari ad ogni mese, benché prima fu parlato de dar-glili de 15 in 15 di; pur li fanti si sono contentati de iurare, et intendo che hanno animo di attenderglielo non essendo ad essi mancato de soi dinari al tempo promisso. Et non bisognava più dimora ad fargli far tal iuramento, perché già se ne andavano a 20 et 30 gagliardamente per quanto intendo, maxime de queli del colonelo Lodron, tal che se ne è partito una bona summa. Et hanno fatto iurar al resto li prefati coloneli de non partirsi se non il prefato tempo, nè pur parlarne sotto pena de la vita; sopra che tutti hanno iurato. Qua se dice per certo esser ito il vescovo de Lodi in terre de sguizari a li giorni passati con sculi 60 milia, et che è stato preso mio ussito del castelo che andava in terre de sgui- zari ; ma questo non credo io perché il castelo è tanto ristretto quanto sia possibele, lai che non vi può entrar nè ussir un homo ; è ben vero che già 4 dì fu lirata fuor del castelo una baia con l’arliglia-ria a un certo loco dove era deputato un homo per recoglierla et expedirla ; ma la sorte volse che esso dormeva quando l’artegliaria sparò essa balota, che fu retrovata a caso da uno artesano che fa guanti et borse, qual simplicemente la portò in piaza in contrala de F arte sua et ruppe la prefala balotta insieme con alcuni soi compagni, et retrovorno le lettere dentro che andavano a’ Veniliani et al Papa, che erano però in zifra, quali vedendo et accorgendosi del loro errore, le geltorono in uno loco che non si può dire con reverente di Vostra Excellenlia ; ma il tutto fo inteso da Branchamonle capitanio de iusli-slia quale fece cercar in quel loco, et di molle lelere che vi erano non se rihebbe più che doe che già non fossero guaste, ove se intende che il signor Duca dimandava soccorso al Papa et Veneliani, notificandogli esser al extremo de ogni cosa et non poter tenersi più che fin a li 12 del presente; de che mostrano questi signori alegrarsi et far bon dissegno sopra ciò, come credo anche io che possiano far. È stato preso uno todesco a Como de Barbarossa da li soldati imperiali et condutlo qui, dicendo che veniva per desviare questi lanzchenechi; ma per quanto intendo lo retrovano innocente et ancor si vede che lo tengono in libertà. Vero è ben che è stala presa una dona che era conscia de le correspon-dentie de li contrasegni del castelo, la qual è stata examínala et intendo che ha acúsalo molte persone. Questa matina mi ha ditto uno secretario de la illustrissima madama de Monferato, haver hauto hoggi proprio lettere da la prefata sua signora et patrona che heri passò per di là in nave don Hugo quale sua excellenlia volse raccogliere et ivi intertenere, ma esso gli disse non volersi affirmar per grave interesse de F Imperator, et che voleva giongere hozi qua, ove non si afFirinarebbe più che doi dì per andar da poi di longo a Roma ; quale è gionto questa sera per quanto intendo al presente scrivendo. La prefata signora Marchesa scrive ancor al prelato suo che mercede de Dio' era sgravalo tutto il suo paese de soldati; che non vi era se non una compagnia quale stava per pari irsi et è da creder che a questa hora sia partita, se non per altro rispetto, almeno per non fidarsi di starvi sola.