89 MDXXVI | già più de giorni 20. Ne la (erra ne è solum una bandiera di lanzinechi, quali spesse volte si solevano e sono a le mani con quelli di la terra, onde per tal causa havevano mandato a rechiedere ; in suo favore li altri lanzinech che sono a Bolzan ; ma la terra, chiamato e) Conseio, mandò uno dal ) capitario dii paese che non li lasserà venire. Da Trento poi andò a Bolzano, e lì vide solum una bandiera. Si conferì poi a Marano, dove vide bandiere do, che però sono consuete a star in tal loco, perchè li vilani de la vale de Vanosta, che è molto grossa, longa milia 50, non ne è ancora accordala, nè dà obbedientia. Et intese che a Per-senon era una bandiera per ditta causa. Ritornò poi et arivò a Trento a dì 13, dove intese che ’I giorno avanti era sta fatta solenne precession, ha-vendoli cussi imposto et scritto el suo vescovo, per causa di la pace conclusa tra la Cesarea et la Christianissima Maestà. Dice poi, a dì 14 vene li in Trento il conte Ludovico da Lodron cugnato del signor Zorzi Fransperg quale andava verso la Alemagna, et se iudica per trovar il prefalo suo cugnato, quale se diceva che desenderia et ritornerà con bon numero di fanti. Et venendo poi qui a Verona, montò su uno ra (?) videlicet zatra, dove era uno servitor del conte Girardo di Arco che conduceva robe dii dillo conte, con il qual rasonando di la guerra, li disse come il credeva che ritorneriano su il laco da Como contra gri-soni, et saria di brieve. Nè altro ha riportato di momento. Scriveno haver continuamente explora-lori a quelle parte, con ordine expresso che incontrandosi in numero grosso di fantarie, over * intendendo cose de importantia, debbiano ritornare immediate, aliter vadino almeno fino a Bolzan. Inlendeno che a la giornata, per il laco et per Salò pur passano lanzinechi, ma non molti insieme. Da la Chiusa et da la Crovara non solum non ne passano più alcuni, ma da poi che haveno repulsa pur si apresenteno. De li ditti, di 17. Come, havendo già serrale ditte lettere, sopravenne Rossino maestro di le potè cesaree da Castelnovo, quale ne ha dillo esservi lettere di Spagna, di 7, che affirmano monsignor di Barbon esser gionto in Saragosa de Ragon, et che se iudica de’ essere in Italia per la octava de Pasqua, et condurà seco fanti 2000. Insuper si ha offerto, che volendo scriver in Spagna a l’Orator nostro, le manderà con ogni diligentia, et andarano più secure da la sua posla che per la via di Bergamo a Milano. marzo. 90 Ex litteris domini Jacóbi de Cappo, datis 57 Mediolani 8 Martii 1526. Vostra Signoria saperà, che hoggi parteno doi genlilomeni di questa terra, mandali da la comunità a l’Imperatore, uno si -chiama conte Piero Francesco Visconte che ancor l’altro giorno dovea andar insieme con missicr Bendo Toso, quale è iovane et di roba curta, ma lo mandano solum per essere de la casa che l’è l’altro, e uno missier Marcolino Barbavara de robbalonga, et l’ha instrulion de quanto hanno da ncgoliar a la prefata corte et se-cundo che per altre mie scrissi a Vostra Excellentia. Quali andarono ben in posta, ma dicono non voler correre più di 5 poste al giorno. Da Genoa, si ha lettere, che le galee sono ad ordine per andar levar il signor ducha di Barbon, nè aspettano altro che il tempo a proposito. Et li 800 fanti deputali ad armar le prefate galee vi debbono esser gionli a la hora presente. Beri si disse per questa terra, che ’l marchese de Saluzo molesta il ducha di Savoia con spalle de svizeri, di cui già molti dì se ri ebbe indi -tio, et esso Ducha rizercò questi signori di 2000 fanti et 400 cavalli che gli negorno allora et hor si dice che gli ne mandarano 3000; ma questo non ho per certo. Ancora s’ è dillo, che la Maestà del Re è fuzito essendo conduto apresso li soi confini, sì per inleligentia che haveva con cui 1’ ha conduto, come per sentirsi gagliarde spalle de sue genie, che conducevano li figlioli di Sua Maestà per obstagi in cambio di quela, il che potrebbe essere il vero et bugia; come l’ho, io la scrivo. Per quanto intendo, il signor ducha de Milano non è già in tulio libero; ma stà fuor di letto et si veste et si aiuta assai bene. Se intende ancor per cerio, che questi lanzinech sono malissimo contenti perchè devono haver tre page, et l’altra notte oslinorno di non voler andar a le sentinelle, ma gridavano : « Ghelten, Ghelten » di modo, che se quelli dii castelo I’ havessero saputo, haverebbono potuto far un bel trailo. Si dice anche che missier Andrea Dona è fuzito dal re di Francia con l’armala et scorre il mare capitanio a sua posta ; che sarebbe un bel caso se così fosse, e da notar per bel principio de la corirata pace. Ex litteris èiusdem, 11 Marcii 1526. Che a li 10 dii presente, il conte Petro Francesco Visconte et missier Marcolino Barbavara si par-liteno de Milano per il viaggio di Spagna, quali so-