9 MDXXVI, MARZO. 10 inteso da uno parente di missier Rafael da Palazuol qual menò esso nostro nuntio a veder intrare essa statela in ditto castello, ehe quella ha portato lettere di Spagna da Cesare, per le qual ordina che '1 signor Ducila, qual al presente se ritrova in esso castello, debbia rimaner al guberno di quello et in Stado, et comete che alcuni di li sui existenti nel suo esercito non debbia molestar in modo alcuno esso Ducha. Ilem, dice che quando essa statleta fu ari-vata in castello, haver visto esso venuto a staitela ritornar fuora dii castello et portar lettere al signor marchese Dal Guasto et signor Antonio da Leva, quale venivano di Spagna et erano alligate a quelle di esso signor Ducha, qual le rimandava a chi erano directive, ut supra; la continentia però di esse lettere non se ha possuto intender: ben è vero che il locolenente dii Ducha, che era in esso castello, uscite fuori con uno ambasiator gentilhomo di Milano di Mayni, mandalo in esso castello per il signor Antonio da Leva, il qual locolenente era ussilo mandato dal Ducha per esser a parlamento con esso signor Antonio da Leva, ma lui non li volse andar et tolse termine di andarli per tulio il zorno de hozi; et però non ha possulo esso nuntio nostro intender quello sia sta fallo, né ordinalo tra loro. Ben è vero che heri, da bore 22, che fu nell’azonzer di essa stafeta in castello, Gno questa malina, se ha cri-dalo : « Ducha, Ducha » in dillo castello et etiam ne la cita se ha cridato similmente, ancor che ’1 prefato signor Antonio da Leva havesse fallo far una crida per Milano, che in pena della forca, alcuno non usisse fuori di caxa sua et che non si dovesse far rumor; tamcn essa crida non era stimata, im-peroché’l non si restava cridar : « Ducha, Ducha * et etiam de ussir di casa. Copia di lettere di domino Simon de Taxis, date a Milano. Clarissimo signor mio observandissimo. Hozi ho scritto a vostra signoria con lo mio coriero. Puoi partito e azonto qui uno Camigliano secretano 5 dii signor Francesco Sforila, quale viene di Spagna in posta et ha portalo una lettera a questi signori cesarei de la Cesarea Maestà, in la qual scrive Sua Maestà che 1’ orator de Milano et secrelario li hanno suplicato poter venir dillo secrelario a Milano el in castello da lo patrone a veder che ordine volle dar et modo al viver loro, che l’ha concesso possa andar in castello e{ comanda lo lassino intrare, el puoi quando vorà audar via et sarà expedilo da suo patrone lo lassino ussir dii castello el faciano acom-pagnar di città favorevole. Qui non g’ è altro di novo. Ogni dì se strenze lo castello; pur questa città heri zurò fedeltà a l’Imperator, et così faranno le altre di questo Stado. Gli è pur poca speranza per dillo signor Francesco Sforzia. Qui se aspella el Barbon, per capitanio generale,el andando dillo Camiglian in castello gli fu tollo da li cesarei tulle le lettere, et mi salvete le qui alligale per Vostra signoria perchè sono de importanza alla Illustrissima Signoria, el io spatio il presente latore, qual sia da malina a Bergamo. Gli piacerà pagarlo di Milano, el in tutto quello honestamenle posso servire sarò sempre prcmplo, et vostra signoria me comandi liberamente, el mi ricomando. Perchè questa nolle passala se levò una voce che ’I Ducha saria remesso et che era la nova venula, s’è levato certi populari cridando: « Ducha, Ducha », di sorte che tutta questa città et el campo è stalo sospeso fina ne sono slà apicati da 6 o 8 questa mali-na, et non si trova persona di conto che li havesse fondato, l’è tulio acquietato, perchè sono stalo fina mò che è 26, a bore 17 a expedire a Vostra Signoria. Iterum me ricomando. Da Milano, a 26‘Februaro 1526. Sottoscritta : Deditissimo servitor Simon de Tàxis. Ifetn, mandano do altre lettere, qual noterò di sotto. Da poi disnar, fo Collegio di Savii ad consu-lendum. A dì 2. La malina vene in Collegio il signor 5 • Janus di Campo Fregoso, sta a Verona, qual è venuto a Padoa et fin qui a far reverentia a la Signoria nostra. Il Serenissimo li fece grata ciera. Partono di le cose di Verona, el la matina drio lornò a Padoa. Di Brexa, dii Proveditor generai, di ultimo Fevrer, hore 4. Come ha haulo aviso da Milan, ere-seno li cesarei, custodia di zente per slrenzer et assediar il castello, nè altro ha. Scrive si manda danari, e volea far la mostra de zente d’arme questo Marzo et darli il quartiron, ma non haverà il modo per haver tollo li soi danari dale camere per pagar le fantarie; et scrive vede de le fanlarie una paga conve-gnirà andar in Terranova (sic) eie., ut in litteris. Da Crema, dii Podestà et capitanio, di ultimo, horc 16. Scrive, oltra li do che fono apicati a