345 UDXXV1, MAGGIO. 346 la Serenissima Imperatrice sua consorte, ch’era però nel medemo palazo. La qual li fo incontra fiuo a meza scala, et li volse basar la mano, ma Cesare non volse et la abrazò et accolse molto bumanamente. Et cosi salirono di sopra, dove per un pezo si par-lorno insieme. Da poi, sotto un baldachino d’oro il reverendissimo Legato, che era lì, li sposò et fece le cerimonie nuptiale, et così dopoi cenorono insieme et dormirono anco 1’ ¡stessa notte. Questa Imperatrice poi esser di età di circa anni 22 in 23, et è picola di persona et molto magra et extenuata, bianchissima et di bollissimo intellecto, savia et accorta, et che benissimo sa risponder ad chi li parla. In compagnia soa di Portogallo non sono venuti troppo homini da conto, se non uno marchese de Vil-lareal, il qual è molto honorato et va con gran compagnia ; ma tutti li sui et altri sono vestiti di panno negro et non di seta di sorte alcuna, con alcune cadenelete atomo al colo. Et questa natione è anchora più superba che la spagnola, et quasi tulli hanno malissima ciera di homini, sono negri, mal fatti et con mala gratia. Si ha nova qui di la morte di la sorella de l’Imperatore maridata nel re di Dalia, la qual però non si ha anchora publicata per causa de queste noze; ma si dice che presto si publicherà, nè però si resterà di far le feste et giostre che già sono ordinate. Di qui si atrovano il magnifico mis-sier Ottavian Bon del clarissimo missier Alvise, et missier Angelo Milledonne, i quali per quel che dicono presto si voleno partire per repatriare. 239 A dì 18 Mazo 1526. In Prcgadi. Di Roma, di V Orator nostro, di 13. Come, havendo inteso che erano venute lettere di Spagna, andò dal Papa. Soa Santità li disse esser lettere di 27 Aprii di Sibilia del Legato, che scrive Cesare ha-verli ditto che ’1 voleva far acordo con la Signoria, etiam con Soa Santità, et che per non haver ratificato il reChristianissimo li capitoli era sta suspesa l’andata di la sorella madama Lionora in Franz», et era restala in Vittoria. Poi il Papa, disse si la Signoria voi far acordo, saria ben la ge dicese qualcosa. Esso Orator li disse, la Illustrissima Signoria non è per mancar di quanto ha deliberato di far la liga col re Christianissimo, et voi esser unita in ogni sua action con Vostra Beatitudine, adeo Soa Santità rtmase satisfatta, ltem, disse haver lettere di Lombardia, li cesarei haversi doluto che domino Bernardin di la Barba nontio di Soa Santità habbi fato mal offitio in questa motion di populi in Milari, per 1 il che il Pontefice li ha scritto vengi subito via ; la qual parlila sarà pezo per loro. Disse, Michiel Here-ra eh’ è qui si parte fra qualro giorni et va in Spagna, et che era aviso Cesare mandava a Milan don Hugo di Moncada et passa per la Pranza via, et che il Viceré andava dal re Christianissimo. ltem, di Zenoa le galie partì per Barzelona per levar il duca di Barbone, di Monaco per fortuna mia 30 andò, poi è ritornate a Monaco. Andrea Doria con 6 galie et do brigantini vien a Hoslia. II Papa disse é bon le galie di Zcnoa sieno andate a Barzelona, però che havemo Barbon non vegnirà sì presto, et questi mari resterà senza nrmada di Cesare. Scrive collo-quii hauti col reverendo Datario, qual li disse del bon animo dii Papa al presente a le cose de Italia, et far la liga con Pranza. Scrive coloquii hauti col cavalier Caxalio orator di Anglia, qual monstre esser gran amico di la Signoria nostra, qual li disse il presciente di Paris havia persuaso il suo Re a in-Irar in la liga etc. Del ditto, di 15. Come erano lettere di Pranza di domino Chiapin al Pontefice, del bon animo del re Christianissimo in voler far la liga, et aspectava zonzese li mandati, et che ’1 Viceré et lo Arcon venivano lì dal Re per tratar novo acordo. Scrive, havendo lui Orator hauto lettere nostre con copie di lettere del Rosso secretano in Pranza, fo dal Papa et li comunicò il tutto, et poi partito dal Papa, qual era tutto di bona voia, parlò a domino Jacomo Sai-viali, qual li lexè di ordine del Papa le lettere di domino Chiapin ne le qual era di più di le nostre, che ’1 Papa voleva Stado in reame per ducali 40 milia, et alcune altre cose ut in litteris. Scrive, la peste li a Roma va crescendo, èintrata in casa del ducila di Sessa, morto il suo maestro di caxa ; siché lui non pratica etc. 1526, a dì 18 Mazo. In Bregadi. 240') Di Pranza, di Andrea Rosso secretarlo, date a Bordeos a dì 21 Aprii, più vecìiie di le altre, ma da poi venute. Come parloe col re Christianissimo, et da poi andò per parlar a madama la Rezente, qual li mandò a dir tornasse doman perchè havia tolto medicina per il suo mal di gotte che P ha. Scrive, heri zonse qui don Carlo di Ara-gon noncio dii Viceré, vien di Vittoria a questa Maestà per tratar nova pratica. Questo fo quello alias fo a la Signoria nostra per nome del Viceré, (lJ -Li carta 239* è bianca.