557 MDXXVI, GIUGNO. 558 Item, manda una lettera di Milan, di 7, di-domino Jacomo di Cappo, con nove di quelli successi, la qual sarà nolada qui solto. Da Milan, di uno scrive a dì 8 a l’ orator del Ducha è qui, data a hore 3 di notte. Come le lettere di 2 et 4 soe erano andate in castello et liaulo bono recapito. 11 protonotario Carazolo va dentro et fuora. 11 patron, zoè il Ducha, non voi acordo ; voleno il castelo di Cremona, dicendoli li daranno vietuarie. Don Hugo di Monchada è partito per Roma et Michiel Herera per Spagna. Don Hugo è stato a Monza a parlar al Moron qual di Trezo fo condulo li. La moier del ditto Moron è sta a parlar al marchexe dal Vaslo ; par questi voleno da lei ducali 30 milia si dieno .... dillo Moron, et lei fo vista venir fuora di camera pianzando. 600 fanti che questi mandavano a Zenoa da li paesani sono stati laià a pezi parie di loro, et allri dissipati. Ileri a hore 16 partì don Hugo da Milan. Li-milanesi li hanno richiesto, zoè li deputali et alcuni zenlilho-meni, debino levar le zente del sialo; esso don Hugo li ha risposto presto si vederà lo eflecto. Il Carazolo va doman in castelo a dimandar tre cose al signor suo patron ; il castelo di Cremona, overo lui vadi de li che lo lasseranno andar dandoli questo castello, overo che tutti di castello zuri homag-gio a Cesare; si che doman se li farà la proposta. Non li hanno lassato intrar ancora alcuna vicluaria. De qui in la cilà si sta al solilo; milanesi è in ordine; desiderano sanguinarse. Don Hugo in castelo ha cenato col Ducha ; li dete assai vivande per dimostrar non havia bisoguo del viver, ancorché sia stretto. De qui si parla di le zente del Papa et de venetiani, et si aspecta che sguizari calano una volta per far quello che una volta desiderano contra spagnoli. Questi fanno gran guardie et stanno restretti, 377* et prendono exploratori et li apichano ; et hanno preso do barcaruoli pasavano su Adda. 11 conte Alexandro di Siena è slà retenulo; non sà quello sarà di lui; et altri avisi. Fo lettera mollo copiosa. Di lo episcopo di Lodi, data nel castello di Mus, a dì 7, scritta a V orator Taverna è qui, una longa et saputa lettera, et copiosa. Come ha trovalo le pratiche di sguizari rote come si pensava per causa del Sulmano oralor di Pranza, qual non voi sguizari vengino, nè li ha valso le lettere del reverendo Baius portate. Scrive ne ha 2000 cerli quali fin 4 dì saranno ad ordine et caleranno in bergamasca, voi danari ; spera haverne 4 in 5 milia, ma si duol non poter spender il nome di altri, che haveria più credito che di lui povero vesco- vo : a gran fatica li darà un scudo per uno, il resto di le page se li darà zonti saranno. Scrive si provedi di danari aziò lui non sia ruinato e in pericolo conducendoli, et non haver da pagarli. A Como li cesarei hanno mandato fanti 800.1 lanzinech sono atorno il castelo spera si leveranno o veranno con nui. Replica li danari siano presti. Ha bona amicilia col castellan di Mus Medegin, el se intende ben con lui. Fin 6 zorni li soi 1500 saranno in bergamasca perchè 500 restarà a la guarda del lago col Mede-gin. Si parte, va a Belinzona, non resla dar et praticar di haverne di altri; et a 1 Ire parlicularilà. Da poi ledo le lettere, venuto li Savii fuora, il Serenissimo fé la relatione di 4 oratori questa malina in Collegio, quali laudavano 1’ opinion di Savii a terra ferma a non nominar il ducha di Milan. Fu posto, per li Savii del Conseio et terra ferma, che ’I sia risposto a 1’ orator cesareo, da poi le parole, zeneral, laudando la bona voluntà de la Cesarea et Catholica Maestà in voler la paxe zeneral, ma che essendo in intelligentia et union con el Pon-tifice, Christianissimo re et serenissimo re di An-glia el la Signoria nostra, non li podemo risponder altro senza intelligentia et saputa de li ditti ut in ea. Ave : 8 di no, 187 di si. Fu posto, per li dilli, una lettera a Roma, a POralor nostro, con avisarli il successo preditto et la risposta fatoli di voler di 4 oratori, et come soli* citeino la expedition et non è da perder lempo et far fati. Con altre parole, et di le provision femo ; et simile nmtatis mutandìs si scrive in Franza et in Anglia. Andoe dilla lettera ben ditada. Ave : 199, 0, 0. Die XII Junii 1526. In Ilogatis. Ser Dominicus Trivisano cques, procu-rator, Ser Leonardus Mocenigo, procurator, Ser Paulus Capello eques, procurator, Ser Georgius Cornelio eques, procurator, Ser Daniel Rhenerio, Ser Franciscus Bragadino, Ser Andreas Trivisano eques, Ser Laurentius Lauredano, procurator, Sapientes Consilii. Ser Marinus Mauroceno, Ser Benedictus Delphino, Ser Antonius Suriano doctor, eques, Sapientes terrae firmae,